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essiccata (che sembra tonno rosso) e salsiccia di renna, merluzzo secco, lo snack nazionale, salmone e insalate di salmone di ogni taglio e foggia. oltre a divertenti variazioni nordiche sul tema delle tapas spagnole, del dim sum giapponese o dei meze greci. Nel sotterraneo, Smelteverket è un pub-birreria in un lungo corridoio. Celebre la sua serata quiz (purtroppo inaccessibile a chi non parla norvegese); e affacciandosi alle sue finestre, ci si trova praticamente dentro l’akerselva. Il ballatoio ospita invece la Kulinarisk Akademi, dove si entra solo per eventi privati o per gli ambitissimi corsi di cucina. si possono però comprare una confettura o un vino con il loro logo (info su kulinariskakademi.no).
ed è già Grünerløkka, periferia creativa dove la sera arrivano norvegesi e stranieri di ogni ceto, età, gusto. Ma anche uno dei primi quartieri al mondo interamente alimentato da energie alternative. Kjell ola dahl, altra stella del noir norvegese (nella scuderia Marsilio) è cresciuto tra i suoi circoli operai e i poveri palazzi-alveare. “oggi”, ha raccontato al Corriere della Sera, “è il nostro village”. tra vie anonime e un po’ delabrŽ si aprono divertenti spot come The Nighthawk Dinner, su seilduksgata, dove tutto è in stile america anni Cinquanta. o lo stesso Dapper, su Nordre gate, barbiere con incluso negozio di pelletteria e miniboutique dove i giovani bene perfezionano il look postvichingo del mo- Nel 2006 il Cost of Living Survey certificò Oslo Città più costosa al mondo. Oggi è “solo” 13 ( ma per Hotel Price Radar ha ancora gli alberghi più proibitivi). In più la mancia è prassi (di solito si arrotonda al centinaio successivo). Chi paga in euro e non ha lo stipendio medio locale di 5-6 mila € al mese deve fare attenzione. Ecco qualche idea per risparmiare. CARTA DI CREDITO. Accettata fino all’ultimo chiosco (con i contanti ci sono spesso problemi per il resto), evita le (alte) spese di commissione per il cambio all’arrivo e a fine viaggio. TASSE. Nei negozi con dicitura Tax Free (l’elenco è su visitoslo.com alla voce “Tax free”), si può avere il rimborso dell’Iva (al 25 per cento) per acquisti oltre i 315 NOK (35 €), 290 (32 €) per gli alimenti. Il rimborso avviene in aeroporto, su carta di credito, in appositi punti. TRASPORTI. Indispensabile l’Oslo Pass: tutti i mezzi scontati, musei low cost e molto altro (68,5 €/72 ore, info su visitoslo.com). BEVANDE. Una bottiglia d’acqua costa 5 €, una birra 10-12 €, ma nei locali di ogni livello è prassi chiedere la tap water, acqua di rubinetto, che qui tra l’altro è buona. TAX FREE. Dolci, alcolici, profumi: da comprare in aeroporto nella nuova mega-area tax-free (lo fanno anche i locali). OPERA. Serata lirica? Le poltrone partono da 60 €. Ma si possono chiedere i posti in piedi, da 11 € circa. Strano ma vero. FACEBOOK. Pub, ristoranti o barbieri: molti qui offrono happy hour, sconti per età o “l’affare del giorno”. Meglio informarsi sulle pagine social dei locali, sfruttando i molti wi-fi spot. QUARTIERI. Vivere in centro costa di più; Grünerløkka costa meno di Aker Brygge, per dire. Con il vantaggio delle distanze minime. OSTELLI. Spesso sono belli e curati, e con appartamenti. Elegante e con un piacevole bar il Ps:Hotell di Vulkan, da 89 (pshotell.no).
mento: capello corto e curatissima barba fluente. Oslovelo invece le barbe le scorcia in un negozio di ciclista. Più del singolo indirizzo conta l’insieme: il mix tra posti trendy per il dopolavoro degli uffici più altolocati del centro - come Chair, su thorvald Meyers gate, dove si va per il gin & tonic -, le botteghe e i locali delle comunità emigrate e i ritrovi bohémien affollati di studenti, artisti, creativi o manager in cerca di avventure metropolitane. specie intorno al parco di Birkelunden, come davanti al Parkteatret, bar con il teatro sul retro ricavato da un vecchio cinema. Qui la notte non finisce mai.
Ma qual è, alla fine, l’esperienza più emozionante in città? Quella che da sola racconta l’equilibrio tra uomo e natura, l’eldorado nordico, quel progetto sulla qualità della vita chiamato oslo, è la linea 1 della metropolitana. si sale. sedili, gente, porte scorrevoli sono le stesse di ogni metro. Ma, dopo poche fermate, il convoglio esce al sole, corre tra gli orti delle villette di periferia, che la bioedilizia vuole con i tetti coperti d’erba selvaggia. ancora un po’, si è a 10-12 minuti dal municipio, e ci si arrampica tra le conifere sopra un lago glaciale. Il treno adesso sembra la cremagliera di torino. Neve, baite colorate, poi più niente se non il bosco preartico. alla stazioncina finale gli ultimi a uscire sono pochi norvegesi con gli sci di fondo, pronti a scendere verso la città e il mare che luccicano all’orizzonte. Magari, poi, andranno in ufficio. 1. Il bar in terrazza del Grand Hotel, dove pernottano i premi Nobel per la pace, su Karl Johans Gate, la via più chic. 2. II mercato di Mathallen: street food, tapas, ma anche formaggi, pesce, salumi, e i famosi coltelli. Tutto prodotto in Norvegia. 3. Aker Brygge, tra gli ex dock del porto, il primo quartiere della nuova Oslo. Sullo sfondo l’Oslo Rådhus, il municipio in stile funzionalista dove i Nobel vengono premiati.