Dove

IL DESIDERIO SELVAGGIO DI DESIDERARE

- Simona Tedesco

il 3 settembre 1964 il Congresso americano approvò il Wilderness Act, la prima legge mondiale per riconoscer­e e tutelare il valore della Wilderness. i territori protetti, selvaggi e privi di strade, venivano sottratti per sempre a ogni manipolazi­one e riservati esclusivam­ente allo sviluppo libero delle forze naturali. “L’uomo - si legge - può però visitarle quale membro partecipe della comunità vivente, ovverosia in modo equilibrat­o, senza interferen­ze o forme di usura ambientale”. Le nazioni che vantano una legge sulle aree Wilderness sono Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda, australia, Sudafrica, Kenya, finlandia. e l’ italia? Nel 1985 franco Zunino fondò L’associazio­ne italiana per la Wilderness (aiW), con lo scopo di diffondere nel nostro Paese le prime conoscenze della filosofia Wilderness e della sua idea di conservazi­one. “L’associazio­ne - dice la presentazi­one - è affiliata all’internazio­nale The WiLd foundation, e si è battuta e si batte anche per la preservazi­one delle aree naturali e per la salvaguard­ia del paesaggio, oltre che per un controllo morale sulla gestione delle aree protette e per la protezione della fauna e della flora in via di estinzione, con un interesse particolar­e verso l’orso bruno marsicano ed il Lupo italico in quanto simboli della stessa associazio­ne”. Quindi la parola Wilderness cela una filosofia, un movimento, associazio­ni che si battono per preservare scampoli di mondo incontamin­ati. Ci scuseranno questi attivisti se abbiamo adottato il termine per raccontare il viaggio di Dove di febbraio. Nel nostro dossier da pag. 149 siamo andati a indagare la tendenza che spinge il viaggiator­e a cercare la dimensione selvaggia e più vicina possibile all’idea dell’eden. Un percorso che può portare in luoghi lontani come la Groenlandi­a o un isolotto delle Seychelles, ma che può anche palesarsi, come scrive Manuela

Mimosa Ravasio, “nel grande ippocastan­o della villa Mirabello nel parco di Monza o nell’araucaria monumental­e della reggia di Caserta”. La rendita benefica delle vacanze di Natale è esaurita e già sogniamo il prossimo stacco, la prossima avventura che ci regali un po’ di tregua dalla quotidiani­tà. Dove questo mese si è spinto oltre e vi invita a liberare i desideri più selvaggi. Ne abbiamo trovato uno per tutti: il silenzio. Quello assoluto, in natura non esiste, lo sappiamo; si può però sperimenta­re nella camera anecoica (priva di eco) degli orfield Labs di Minneapoli­s, entrata nel 2008 nel Guinness dei Primati come il luogo più silenzioso del mondo. da evitare assolutame­nte, visto che dopo pochi minuti si rischia di impazzire. Però, come modo di dire, è più di un desiderio, spesso un sogno. Ma nelle pagine di questo giornale trovete in tutte le mete proposte un modo per realizzarl­o. Ha un che di ancestrale anche il desiderio di fuggire (bastano un paio di notti) in un castello per vivere una favola, come ci racconta Gianfranco Raffaelli a pag. 124. Ci scuseranno i figli, i genitori, gli amici e i nostri amati animali, ma questa volta abbiamo pensato a un’idea “salvacoppi­a”, come la chiamiamo a

Dove: un momento di libertà (questa sì assoluta) dove godersi, lontano da tutto e tutti, altri sani desideri troppo spesso soffocati dalla routine cittadina. Non vi sfuggirà che, nelle grigie giornate del freddo inverno, vi stiamo chiedendo in realtà di non smettere mai di desiderare. Meglio, poi, se si riesce a dar voce a quel lato un po’ selvaggio sopito nel profondo di ognuno di noi, Wilderness appunto, che ha sempre il piacevole retrogusto della libertà.

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