Dove

Dove osano le cicogne

- di VALENTI NADIR INDI N

Tra Torino e Asti, un on the road fuoriporta in famiglia per trascorrer­e una notte in agriturism­o, giocare nel parco di un castello e imparare che la natura selvaggia, molto spesso, è a due passi da casa

Parlando

di cicogne, i dubbi che possono trovare impreparat­o un genitore non sono solo quelli che ci si è sempre immaginati. Le insidie vere, infatti, potrebbero annidarsi nell’ornitologi­a. “Mamma, chi porta i cuccioli delle cicogne?”, mitraglia Matilda, due anni e mezzo.“Dove fanno il nido? Magli uccellini non hanno freddo d’inverno lassù?”. La prima contromisu­ra è rivedere insieme il cartone Cicogne in missione (il Dvd è uscito nel febbraio 2017). La seconda, partire per un weekend da Torino verso la provincia di Cuneo e Asti, in cerca di incontri ravvicinat­i. Magari con un paio di soste, appena fuori dal dal capoluogo piemontese, in luoghi come il Parco della Confluenza, o quello della Colletta, a nordest, per scoprire con un po’ di birdwatchi­ng sulle sponde della Stura di Lanzo e del Po, nella piccola Riserva Naturale del Meisino e dell’Isolone di Bertolla (per informazio­ni, parchipoco­llina.to.it) che garzette e gabbiani, svassi maggiori e aironi cinerini fanno sempre più spesso il nido in piena città, in cerca di cibo, microclimi più caldi e meno cacciatori. E sono facilmente avvicinabi­li proprio nella stagione fredda. Si punta poi al Centro Cicogne e Anatidi di Racconigi, a una trentina di chilometri da Torino. La cittadina è nota per il castello reale, rossa fortezza dell’XI secolo, parte del circuito delle Residenze Sabaude del Piemonte, che quest’anno festeggian­o il decennale dell’inseriment­o nel Patrimonio dell’Umanità Unesco. Merita un giro il giardino all’inglese, con la dacia allestita per lo zar Nicola II di Russia in occasione della sua visita nel 1909. Il centro, federato Lipu (Lega italiana per la protezione degli uccelli), sorge a un passo dal castello, annunciato da cartelli

che invitano le auto a rallentare per fare attenzione ai volatili che attraversa­no la strada. Qui, 30 anni fa, l’ornitologo bruno vaschetti creò uno spazio per la ricolonizz­azione della cicogna bianca, estinta come nidificant­e dal 1700. da allora decine di coppie della specie sono venute a fare il nido sugli alberi e sui comignoli del luogo, dando vita a una colonia stabile che oggi convive con gru, anatre, oche, cigni. in tutto, 71 specie. Conil freddo, atterrano per svernare interi stormi, magari dopo un volo dalla Siberia. “Un laghetto non completame­nte ghiacciato, per un animale abituato a climi molto più rigidi, è come una spiaggia dei Caraibi”, spiegano ai bambini le guide del centro. Proprio in inverno, inoltre, le anatre sfoggiano il piumaggio della stagione del corteggiam­ento, lucido e colorato. Non è raro vedere gruppetti di maschi gironzolar­e interessat­i: avranno tempo fino a inizio primavera per scegliere la compagna. Le cicogne sono imponenti: alte circa un metro, hanno un’apertura alare di quasi due. Seguirle in volo verso i nidi, sul tetto della casa che ospita gli uffici del centro, è uno spettacolo. Così come vederle sfiorare il sentiero lastricato del parco (adatto anche ai passeggini): non c’è bambino che non chieda di toccarle. “È una fortuna vedere così da vicino gli animali selvatici”, spiega Gabriella vaschetti, veterinari­a responsabi­le del centro.“Ma è importante comprender­e che questa familiarit­à con l’uomo nasce da 30 anni di oasi protetta”. “e allora perché alcune sono in gabbia?”, replica un piccolo visitatore.“Perché il nostro è anche un centro di recupero per animali feriti. arrivano uccelli maltrattat­i, o colpiti dai bracconier­i: li curiamo e li lasciamo liberi. a meno che non decidano di rimanere”. Comeuna coppia di cicogne

ferite che ormai ha preso domicilio qui e, non potendo volare, fa il suo gigantesco nido – unico fra tutti – per terra, sapendo di essere al sicuro dai predatori a quattro o due zampe. La specie è protetta, ma va ricordato che, secondo il Wwf, ogni anno in italia sono otto milioni gli uccelli vittime di doppiette abusive, trappole, bocconi avvelenati. Si suggerisce anche una tappa a Tigliole d’Asti (un’ora d’auto più a nordest), sede del Centro di recupero fauna selvatica. Ma, prima, conviene trascorrer­e una notte nel silenzio della campagna in un agriturism­o della zona, come da Chiabotto Fruttero, in un’elegante palazzina dell’ottocento nel verde. il centro, un ospedale riabilitat­ivo per volpi, cervi, falchi, gufi e altri animali feriti, è sempre visitabile, con la raccomanda­zione che non si tratta di uno zoo, ma di una clinica veterinari­a: i circa 500 ospiti che si trovano di solito qui sono selvatici e non si devono abituare all’uomo. in alternativ­a, una cinquantin­a di chilometri a sud, i giovani birdwatche­r possono visitare la Riserva Naturale di Crava Morozzo. oasi Lipu dal 1979, è un labirinto di stagni, laghetti e boschi tagliato dal torrente Pesio. Tra i più im- portanti ambienti umidi del Piemonte, ideale per il germano reale, la folaga, il cavaliere d’italia, gli aironi cinerini o i cormorani, infallibil­i pescatori da ammirare all’opera soprattutt­o nei mesi freddi. Sempre aperta, l’oasi si visita seguendo la ciclabile di tre chilometri che fa un cerchio intorno al corso d’acqua e al piccolo centro visite. dafebbraio, il progetto Oasi delle famiglie propone giochi e lezioni open air sulla vegetazion­e e la fauna locali, tra letture, animazioni e, in estate, una scuola di magia stile Harry Potter. Si consiglia di rientrare a Torino da ovest, fermandosi all’agriturism­o La Soldanella di Rosta, all’ombra della Sacra di San Michele, vertiginos­o santuario su un picco all’ingresso della val di Susa: qui tutto, dalla carne al gelato, viene dalla loro fattoria didattica. Un weekend così insegna che nulla è più magico della natura. e che molte specie si aiutano anche a casa. Nei mesi invernali, una mangiatoia in un angolo del terrazzo o giardino, con semi o frutta fresca, li attirerà facilmente. bastano un piattino, o un vasetto di plastica sospeso con uno spago, e un po’ di rispetto per gli spazi degli animali. altre idee su lipumilano.it/proavibus/inverno.

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 ??  ?? 1 1. Uno scorcio deglistagn­i presso il Centro Cicogne di Racconigi. 2. Nel Centro Recupero Fauna Selvatica di Tigliole d’Asti si possono incontrare­i rapaci e si impara a curare un animale ferito.3. Una veduta invernale notturna del Castello di Racconigi, residenza sabaudanel cuneese.
1 1. Uno scorcio deglistagn­i presso il Centro Cicogne di Racconigi. 2. Nel Centro Recupero Fauna Selvatica di Tigliole d’Asti si possono incontrare­i rapaci e si impara a curare un animale ferito.3. Una veduta invernale notturna del Castello di Racconigi, residenza sabaudanel cuneese.
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