OUTDOOR: UMBRIA
Sulle strade di San Francesco. Da Gubbio a Spoleto, passando per Assisi. Natura e silenzio a passo lento
Lungo vie defilate, nei giorni delle feste pasquali. A piedi, in bici o sul nuovo percorso per chi va a cavallo. Un itinerario da Gubbio a Spoleto a passo lento. Per contemplare il verde e fare esperienza del silenzio
Avanti piano. È il passo per vivere al meglio l’Umbria di primavera, dove una natura gentile riserva sorprese dietro ogni sentiero, i borghi profumano dei dolci di Pasqua e ogni pietra ha una storia. Soprattutto quelle che compongono la Via di Francesco, sui luoghi del santo di Assisi. “Il percorso si dovrebbe fare a piedi, a tappe, prendendosi più tempo possibile, ma nessuno vieta di farlo in bicicletta o, novità degli ultimi mesi, a cavallo”, spiega Cristian Bonella, guida equestre, ideatore e responsabile di Pellegrinando in Sella. “Si passano le giornate nel verde e nel silenzio, ma sempre assistiti, che ci si muova in gruppo o in solitaria. I tracciati sono verificati periodicamente, abbiamo un servizio guide e tappe organizzate per le cavalcature e i loro cavalieri” (info: camminodifrancesco.it). Si parte da Gubbio dove, scrisse Hermann Hesse, tutto “è fermo e fissato nella pietra.” Serve un pomeriggio per visitare, nel centro storico ben conservato, il Palazzo del Bargello, il Duomo, la chiesa di San Francesco e la Basilica di Sant’Ubaldo, memorie di un Medioevo colto e raffinato. Per chi sarà qui durante la Settimana Santa, imperdibile la Processione del Cristo Morto, la sera del Venerdì Santo: le Confraternite portano lungo la strada le statue di Gesù e della Madonna Addolorata cantando un Miserere a più voci. Fuori città, l’itinerario francescano segue il fiume Chiascio tra uliveti, torri di guardia e
castelli, come quello di Biscina; attraversa Valfabbrica, dove si può pranzare all’Agriturismo Il Pioppo, con un bel dehors davanti al casale di pietra, e prosegue tra i boschi fino al complesso della Basilica del Santo, ad Assisi. Regna la pace nel Bosco di San Francesco, ai piedi della città: una sessantina di ettari di querce, aceri e carpini, dove Michelangelo Pistoletto ha creato, nel 2010, Il Terzo Paradiso, un simbolo dell’infinito realizzato con oltre cento ulivi. Un modo per visitare la città senza smarrire il silenzio e la calma conquistati lungo i sentieri è far base alle Silve di Armenzano, resort con una bella area wellness ricavata da un guppo di casali poco fuori dall’abitato. da qui si può imboccare, inoltrandosi nella Valle Umbra verso sud, la ciclovia AssisiSpoleto (info: terreanfibie.com). “Il percorso segue in parte strade minori, in parte un tracciato proprio”, spiega Cristina Giulianelli, dal direttivo di Sviluppumbria, agenzia regionale per la competitività e lo sviluppo. “In tutto sono una cinquantina di chilometri, già premiati con il Green Road Award per la mobilità dolce, che toccano i borghi più belli della Fascia Olivata: novemila ettari di olivi in lista per divenire patrimonio Unesco.” Si sfiorano Bevagna, con la struttura medievale ancora intatta, e Montefalco, dove Benozzo Gozzoli decorò la chiesa San Francesco con affreschi dedicati alla vita del Santo (1450-1452). Il borgo è su un colle: da largo Sesto Properzio, il punto più panoramico, si scorgono insieme Perugia, Spoleto e Spello. Spettacolare, il Sabato Santo, l’entrata in San Bartolomeo della statua del Cristo in spalla a un gruppo di portantini in corsa, mentre l’interno si accende di luci. A Trevi si può visitare il Museo della Civiltà dell’Ulivo e fare scorta di tartufi bianchi e neri nello spaccio della Tenuta San Pietro, a Pettine. Posata la bici, ultima passeggiata tra i vicoli e le scalinate di Spoleto, fino al duomo, con il grande mosaico del Cristo benedicente sulla facciata e gli affreschi del Pinturicchio e di Filippo Lippi all’interno. Ci si concede un riposo raffinato a Palazzo Leti, in una magione del Xv secolo, tutta cortili fioriti e balconate. Per chi, tornando a casa, va verso l’A1, e viaggia magari con i bambini, un’ultima idea: la coloratissima rassegna dell’Ovo pinto, a Civitella del Lago. Per tutto aprile sono in mostra uova di ogni misura (da quelle di quaglia a quelle di struzzo) decorate da artisti, grafici e creativi.