ANTICO E NUOVO
C'è quella ultraveloce, la nuova linea de luxe per viaggiatori-sognatori, la tratta minore recuperata. Le vie ferrate sembravano in crisi. Invece, sono il futuro. Della mobilità. Dell'ambiente. E dei viaggi fatti con il cuore
Giusta velocità. Le vie ferrate parevano in crisi. Invece sono il futuro. Dell’ambiente, del turismo, della mobilità
c’è una data che potrebbe segnare simbolicamente la rivincita del treno: il 27 novembre 2009, quando la tv norvegese NRK2 trasmise per la prima volta Bergensbanen minute by minute, sette ore di video in tempo reale seguendo il convoglio dei ghiacci da oslo a Bergen. Curva dopo curva. Un successo di pubblico e di critica che inauguravaungenere, la Slow Tv, rilanciava l’estetica delle motrici e delle traversine e suggeriva un’idea: e se la vera scelta cool, il mezzo del futuro fosse il più antico, il primo vettore artificiale messo in moto dall’uomo? Certo, dalla locomotrice avviata nel 1801 da Richard Trevithick in una miniera gallese alle motrici a lievitazione che si stanno sperimentando in Cina, ne sono passati di vagoni, ma il concetto base è lo stesso: un tracciato sempre riutilizzabile, un solo motore per immense quantità di merci o persone. Con un impatto sull’ambiente minimo. Un treno consuma 11 volte meno energia di un aereo, secondo dati presentati dalle Ferrovie dello Stato, e produce solo 44 grammi di anidride carbonica a chilometro: da un’auto ne escono 118, da un camion 158. Il treno come icona ecosostenibile. Ma non solo. Il treno è pratico, arriva dove l’auto non può, che sia l’altopiano andino o la città d’arte. Il portale goeuro.it ha calcolato quanto tempo si guadagna scegliendolo oggi al posto dell’aereo per vedere le capitali del vecchio continente. Sui binari, da Parigi a Bruxelles, ci vogliono 82 minuti; in aereo, tra transfer e check in, sono cinque ore. Non è ancora tutto. “Il treno è identità, memoria”, ha dichiarato a Dove l’amministratore delegato di Fs Italia- ne Renato Mazzoncini, a margine della firma di un accordo con Banca etica per mettere 450 “stazioni impresenziate” a diposizione del Terzo Settore. “Sono spazi finiti abbandonati con l’automazione della rete. Stazioni di provincia, che furono spesso il cuore delle loro comunità: vogliamo riportarle in vita. Anche questo è un segnale della nuova centralità dei binari. Un altro è la ristrutturazione che abbiamo lanciato per il Settebello, il mitico eTR 302, una meraviglia affusolata che, quando iniziò a circolare tra Milano e Roma, nel 1952, era tra i convogli più avanzati al mondo. dovrebbe essere pronto a fine anno. C’è voglia di treno. Io lo vedo anche come l’unico mezzo che potrà portare sempre più turisti stranieri negli angoli meno battuti del nostro Sud.” Il nuovo-antico Settebello è anche la risposta al recente boom del turismo sui treni deluxe. dalla Transiberiana al Trascantabrico, all’orient express, appena celebrato al cinema da un lussuoso remake del classico thriller di Aghata Christie, è tutto un rifiorire di linee d’epoca nei più bei paesaggi del pianeta. “Il revival nasce da una contraddizione”, spiega Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione
Fs, nata nel 2013 per preservare e valorizzare il patrimonio ferroviario nazionale. “Queste rinate rotte transfrontaliere, magari notturne, rispondono al bisogno sempre più diffuso di viaggi-esperienza, con un contenuto. Risvegliano in noi memorie di sedili di pelle, di viaggi della speranza lungo la penisola. Treni con ancora il peso del metallo, la bellezza e il ritmo delle motrici del mito. Ma hanno anche le comodità, un’efficienza e una vocazione sostenibile tutte contemporanee: l’orient express oggi ha nascosto i tubi dell’aria condizionata nelle vecchie stufe a carbone.” ecco, viaggiare in treno era un tempo necessità, fatica: oggi è una scelta. Moderna e consapevole. Anche Dove ha scelto il treno - lo spettacolare Trenino Rosso della Ferrovia retica - per la prossima Dove Academy in Svizzera (tutte le informazioni a pagina 16). C’è ancora altro dietro questa voglia di risalire in carrozza. Forse, c’è anche il realizzare che un’ora, da stazione a stazione, sono 60 minuti senza nessuna richiesta di concentrazione, niente stress da clacson, facendosi portare. Puro, oggi preziosissimo, tempo personale. Per riposare, leggere, sognare. In treno lavora Fabio Stassi, scrittore pendolare della Roma-viterbo e Premio Campiello 2013 per L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio). È nato sulla district Line londinese La ragazza del treno (Piemme, 2015), bestseller globale che la scrittrice esordiente Paula Hawkins ha dedicato “a tutti i pendolari”. Parte anche da qui la riscossa delle ferrovie storiche e minori, magari a vapore, dove si rimpara una lentezza che si ribella ai ritmi metropolitani, all’eterna battaglia dell’asfalto, ed è il modo migliore per vivere i dettagli e i profumi di certi paesaggi. di borgo in borgo, sulla litoranea o verso una cima delle Prealpi o d’Appennino. Su carrozze dove il finestrino si abbassa ancora a mano. dove il treno diventa viaggio ragionato, da meditazione, all’opposto dell’effetto teletrasporto, senza storia, di un volo in Airbus, quando in poche ore ci si ritrova in un altro fuso e in un altro clima. La svolta è culturale.“In tre anni abbiamo riaperto 600 chi- lometri di tratte”, prosegue Cantamessa.“vantiamo una rete di una capillarità e varietà uniche. Tratte che sembrano nate per interagire con l’agricoltura di qualità o le rotte del trekking o del cicloturismo. Il futuro sono botteghe di prodotti bio sui vecchi vagoni postali, ostelli per biker nelle stazioni restaurate...”. È la storia della “ferrovia più alta d’Italia” Sulmona-Roccaraso-Carpinone, dove stanno nascendo “stazioni di degustazione”, delle linee riaperte in questi anni anche con il lavoro dei volontari-ferroamatori dell’Associazione Ferrovie Storiche Italiane. Il loro presidente, Silvio Cinquini, sogna “un’Italia con 150 siti ferroviari storici recuperati, come in Inghilterra”, linee che portino “di sagra in sagra”. “Il treno”, dice, “è fatto per viaggiare con gli amici, mentre i bambini corrono in corridoio o si affacciano per seguire il fumo della locomotiva a vapore o per avvistare un capriolo, come accade in val d’orcia”. Uno studio dell’Università del Michigan prevede un crollo fino al 43 per cento delle vendite di auto con l’avvento della guida autonoma e il boom del car sharing. Si parla di voli spaziali, taxi volanti, non si può dire come ci si muoverà tra 50 anni. Quello che è certo è che il treno ci sarà.
Il treno è memoria, identità, ribellione all’eterna battaglia
dell’asfalto. E il modo migliore per vivere i dettagli e i profumi
di certi paesaggi italiani