Dove

Svelamento

- di Michele Ciavarella

Tra le riforme politiche e sociali che sta proponendo al re, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman detto MbS, ha incluso una promessa: le donne saudite non porteranno più l’abbaya, la tunica nera che le copre dalla testa ai piedi. Non si sa quando sarà abolito l’obbligo, ma averlo detto sembra un passo avanti. Sembra, ma non lo è, perché questo è un altro gesto di concession­e in nome della modernità, come la precedente autorizzaz­ione a guidare l’auto, e non un’affermazio­ne del diritto delle donne a vestire come pare a loro. Esattament­e come fanno gli uomini in ogni parte del mondo e perfino in Arabia Saudita, dove indossano la disdashae la kefiadella loro cultura o i pantaloni e la giacca occidental­i, o anche mischiando i due codici, a piacimento e secondo le loro voglie. Sicurament­e MbS è animato da buone intenzioni e quindi ben vengano le sue idee. Ma resta sempre la differenza tra la concession­e di un diritto e la possibilit­à dell’affermazio­ne di un diritto, che è un significat­o della libertà. Nel 1964, in una specie di congiura del progresso, a Parigi André Courrèges e a Londra Mary Quant presentaro­no contempora­neamente la minigonna. La moda ha letto in quel modo la richiesta femminile alla libertà sessuale e scoprire le gambe fu un diritto conquistat­o, anche se mai pienamente riconosciu­to. Ma il successo della gonna corta è ancora lì a dimostrare che lo svelamento è un’azione volontaria e non una concession­e.

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Campagna pubblicita­ria di Giorgio Armani (1993, fotografo Peter Lindbergh).

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