Come in una fiaba
Tra i boschi e gli alpeggi, i parchi gioco ed i sentieri, ecco la montagna a misura di bambino. Sicura, accessibile e anche conveniente, dal menù per i più piccoli alle feste contadine. E poi, quassù, le streghe e i folletti si incontrano davvero...
Montagne e malghe sparse tra boschi e prati, antichi borghi, castelli che vegliano sulle valli: i paesaggi dell’Alto Adige sembrano uscire da una favola dei Fratelli Grimm. A volte sembra quasi che, oltre la curva di un sentiero o all’ombra di un’abetaia, sia possibile incontrare una strega di montagna o uno spiritello dispettoso. Ed è ciò che rende indimenticabile per i più piccoli, e anche per i loro genitori, una vacanza tra questi monti. Alberghi, servizi ed eventi sono accuratamente concepiti per soddisfare i bisogni di chi viaggia con i bambini: qui il soggiorno si può vivere tutti insieme in serenità e sicurezza, prendendosi il piacere di esplorare alpeggi e villaggi di montagna senza bisogno di nessun allenamento. Qui, infatti, la fatica si sente meno mentre ci si scambiano impressioni ed
emozioni, mentre ci si attarda a scoprire un fiore lungo la strada o a scorgere una marmotta da lontano. I sentieri, poi, sono perfettamente segnalati. E la rete dei rifugi e dei
parchi attrezzati, ma anche i numerosi impianti di risalita, rendono molti percorsi alla portata degli esploratori d’ogni età. Non resta che partire, allora, fermandosi magari per una merenda a base di prelibatezze locali, o per godersi un piccolo parco giochi nel verde. O, ancora, per leggere insieme, genitori e figli, uno dei tanti pannelli che raccontano la vita degli abitanti delle cime - uomini e donne delle montagne, ma anche animali o magiche creature dei boschi - come se fosse una bellissima fiaba che non aspetta altro che essere raccontata. E vissuta.
Il folletto del Monte Elmo C’era una volta, e forse c’è ancora, una creatura, né uomo né bestia, che abita solo nei boschi delle Dolomiti di Sesto. Chi l’ha visto lo descrive come piccolo e veloce. Con grandi occhi sporgenti. Qui lo chiamano l’Olperl e tutti i bambini di
queste parti ne hanno sentito parlare. Non è cattivo. Anzi, è un amico di tutti gli animali delle montagne, ghiotto di frutti di bosco. Solo, ogni tanto, al tramonto, dopo essere rimasto nascosto tutto il giorno a spiare chi passa sui sentieri dal punto più profondo del bosco, l’Olperl si trasforma in un folletto dispettoso. Il suo gioco preferito? Spaventare i viandanti con i suoi fischi acuti. Oggi i bambini possono provare a incontrarlo nel verde del parco divertimenti a lui dedicato a monte della
funivia del Monte Elmo, di fronte alle Dolomiti di Sesto. Qui, lungo un facile anello di 1.5 km, si può sbirciare nella sua casetta di legno, oppure ci si può appostare su una bella palafitta per provare ad avvistarlo tra le fronde degli alberi. Oancora, si può cercare di raccogliere more o lamponi tra i cespugli prima che arrivi a mangiarseli tutti lui. Intorno è silenzio, visto che gli impianti di risalita permettono di lasciare la macchina a valle. Pannelli colorati raccontano la storia dell’Olperl e danno indizi per provare a scovarlo. Avete sentito quel rumore, bambini? E se fosse proprio lui?
www.trecime.com/olperl
Terento e Chienes. Il gioco della scoperta C’era una volta un paese dove il sole batteva più caldo e più a lungo che su altri versanti della Val Pusteria. Qui si stendevano grandi campi di grano, di lino e di avena che nutrivano gli uomini e gli animali da lavoro dei villaggi della zona. E quando il frumento era maturo, la gente lo mieteva e lo portava ai vecchi mulini lungo il Rio di Terento, dove la forza dell’acqua che scendeva dalla montagna trasformava i frutti della terra in farina. La farina diveniva pane, dolci e biscotti. E per tutti era una grande festa. Ancora oggi Terento è famoso per i suoi mulini, antichi fino
a 500 anni. Alcuni sono ancora perfettamente conservati e funzionanti: da maggio ad ottobre si possono visitare lungo il Sentiero dei Mulini. Ogni lunedì, da maggio a ottobre, si organizzano escursioni guidate per famiglie e per l’occasione uno di questi mulini è in funzione. Per vederli tutti al lavoro, invece, basta partecipare alla festa a loro dedicata all’interno del ricco programma del “’ s Terner
Schmelzpfandl” (la Padella di Terento) che, durante diversi appuntamenti da marzo a ottobre, racconta a grandi e piccini la vita in campagna, trascorsa all’aria aperta e seguendo il ritmo delle stagioni. Si impara divertendosi anche lungo il Sentiero delle marmotte di Chienes appena più a valle. “Cosa mangiano le marmotte? E dove vivono?”. Alle domande dei bambini curiosi risponde la marmotta Merlin che aspetta le famiglie ad ognuna delle cinque tappe del percorso per raccontare tutto sul suo mondo. Osservare e mangiare è il loro passatempo preferito. Per chi, a questo proposito, si sentisse un po’ marmotta la buona notizia: da vedere e da gustare c’è tanto lungo il sentiero. A metà strada la malga Moarhof sa come ristorare i propri ospiti con piatti della tradizione locale prima che questi riprendano il cammino fino alla tappa finale: l’idilliaco e solitario laghetto verde. Qui, tra rose alpine, cespugli di mirtilli e azalee di montagna, tante famiglie di marmotte hanno costruito la loro casa. Ora, dopo averle conosciute, si può vederle da vicino. Basta sedersi. Ed aspettare.
www.terenten.com/famiglia, www.kiens.info/marmotte
Malga Fane. Nel mondo del latte Questa è una fiaba bianca e profumata. E bisogna raccontarla camminando per mano a mamma e papà verso uno dei più bei villaggi d’alpeggio dell’Alto Adige, nel cuore dell’Area vacanze sci & malghe Rio Pusteria, situata in mezzo alla Valle Isarco e alla Val Pusteria. Una malga che conserva ancora le sue stalle, i fienili e la chiesetta all’inizio dell’abitato. Qui, tutto racconta una storia: la storia di pastori che sapevano riconoscere ogni pianta ed erba dei pascoli, ogni cima all’orizzonte e ogni primo segno dell’arrivo della neve, quando bisognava iniziare a tornare a valle. La storia di mucche allevate solo con l’erba dei prati, sempre all’aperto. E, naturalmente, la storia del loro latte. Oggi, nei pressi della Malga Fane, che un tempo era un lazzaretto dove si curavano i malati, il Sentiero del Latte racconta con pannelli esplicativi e piccole installazioni come questo prodotto, da sempre amico dei bambini, venisse prodotto e trasportato, e come con esso si possa fare il burro, il formaggio, lo yogurt e tante altre buone cose. Le stesse che si ha la possibilità di assaggiare o acquistare qui a fine agosto durante la Festa del Latte. Se arrivate senza auto (facile con l’Almencard, tessera offerta dagli albergatori locali che permette di usare una parte - l’Almencard -, o tutti - la versione Plus - i mezzi pubblici della zona e di avere sconti in negozi e musei) è facile immaginarsi l’epoca in cui la gente viveva e lavorava quassù. Ed in autunno se ne andava sempre malvolentieri.
www.riopusteria.it
Vipiteno-Racines. La favola dell’acqua C’era un tesoro che nasceva vicino al cielo. Dal ghiaccio e dalla neve. Una forza buona che portava la vita ai boschi, ai campi e nei paesi. Si chiamava acqua. E, per fortuna, c’è ancora. Ogni giorno la usiamo girando un rubinetto o prendendo una bottiglia dal frigo, ma pochi bambini sanno come l’uomo abbia imparato a domarla ed amministrarla e come oggi essa sia un bene da non sprecare. Quest’estate, percorrere il Sentiero dell’Acqua da Monte Cavallo a Vipiteno-Racines, sarà il modo più coinvolgente per conoscere la storia di questa risorsa, dalla montagna al bicchiere. Qui si potrà berla da antiche fontanelle e abbeveratoi, capire come essa viene filtrata dal terreno ed imparare come funziona una diga nel parco giochi acquatico. Ecco, poco prima di Vipiteno, l’impianto dell’acqua potabile che produce anche luce e calore per 100 case. All’altopiano si arriva in funivia. E gratuitamente, grazie alla activeCARD offerta dagli albergatori della zona, che permette di usare i mezzi pubblici e di avere sconti e facilitazioni in tutta l’area. E per finire la gita, le Cascate di
Stanghe sono un grande gioco d’acqua naturale in una gola di marmo bianco presso Vipiteno, con tante comode e sicure scalette. Il Sentiero Dolomieu è invece dedicato al geologo che scoprì la pietra che compone le Dolomiti, scolpite in milioni di anni dall’acqua e dal ghiaccio, dal vento e dalla neve. Alla fine, pausa nelle malghe della zona, famose per il loro “formaggio grigio”, da assaggiare con olio, aceto e cipolla o con un poco di burro.
www.vipiteno-racines.com
PanaRaida. Camminare è un gioco Un tempo, per arrivare in un luogo, si poteva solo camminare. Era faticoso e lento a volte, ma camminando potevi chiacchierare, ammirare il paesaggio molto meglio che da un’auto o fermarti a cogliere un fiore. Oggi c’è un luogo dove si può ancora vivere così. La montagna. E c’è una valle dove camminare è un gioco. Nel verde di Santa Cristina in Val Gardena, tra boschi e prati, il percorso “PanaRaida”, al Monte Pana, è un sentiero avventura in dieci tappe e, allo stesso tempo, in dieci piccole esperienze realizzate utilizzando solo materiali che si trovano in natura. Ci si può fare un selfie con il profilo del Sassolungo sullo sfondo, si può giocare in sella ai cavalli in legno di cirmolo, ammirare le cime del Parco naturale Puez-Odle con un cannocchiale, perdersi nel labirinto o dondolarsi sulla grande altalena del bosco. E, usando il proprio smartphone, il sentiero diventa una caccia al tesoro detta
“geocaching”. Basta seguire gli indizi e la posizione via GPS di alcune “geocache” (contenitori) nascoste lungo il sentiero - come moderni sassolini di Pollicino.
www.valgardena.it/famiglia Alpe di Siusi. A spasso con la strega C’erano una volta sul monte Bullaccia, sull’altopiano dell’Alpe
di Siusi, delle strane rocce piatte che sembravano quasi enormi panche. La gente le chiamava le “Panche delle Streghe”, perché qualcuno raccontava di aver visto davvero le fattucchiere del bosco riunirsi di notte lassù. Qui, nell’estate del 2018, fra il 30 luglio e il 31 agosto, le streghe dell’Alpe si possono incontrare davvero. Sì, tutti i bambini dai sei anni in su, accompagnati dai genitori, possono incontrare la
Strega Martha dopo il tramonto muniti di torce o lanterne ed ascoltare tutti riuniti intorno ad un fuoco le più belle leggende delle Dolomiti (ci si ritrova alle ore 20.30, alla stazione degli autobus di Castelrotto). Oppure, si può passare un’intera giornata con lei raccogliendo erbe selvatiche, per portarle poi insieme fino al maso Pfleger per farne gli ingredienti del suo burro magico o danzare con lei vestiti come antichi cavalieri nelle sale di Castel Prösels a Fiè allo Sciliar. Nix è invece il nome della strega immaginaria e voce narrante all’interno di un piccolo e speciale librettino escursionistico stregato dove essa fa da guida ai bambini e alle loro famiglie tra i borghi della zona su facili sentieri, alcuni dei quali adatti anche ai
passeggini. Per ogni escursione ultimata, da segnare nella
Guida alle escursioni della Strega Nix, si potrà avere un foro sul proprio braccialetto da esploratori. E con dieci fori si diventa i migliori piccoli aiutanti delle streghe buone.
www.seiseralm.it/estateinfamiglia
Scena. Un’estate tra le nuvole “Sì ma che cos’è una malga?” La domanda, prima o poi, arriva, passeggiando tra queste valli. E allora è il momento di raccontare la storia di certi piccoli villaggi all’altezza delle nuvole che si riempivano di vita e di voci solo d’estate. Erano gli alpeggi, dove i pastori trascorrevano con le greggi i mesi in cui neve e ghiaccio lasciavano il posto all’erba e ai fiori colorati. Lontani dal chiasso del paese e vicini al cuore della montagna. In Alto Adige questi luoghi si chiamavano, appunto malghe. E nei dintorni di Scena, raccolta intorno al suo castello, che troneggia sulla collina sopra la città termale di Merano, tra boschi e borghi, ce ne sono alcune delle più romantiche e meglio conservate. Pieno di strutture adatte alle famiglie, si puó salire con la funivia fino alla malga Taser sul Monte Scena, che non è solo una bella casetta con tanto legno che guarda su prati fioriti, ma un posto dove i bambini possono scoprire il meraviglioso mondo di Heidi e vivere la natura come facevano un tempo i giovani pastori. Svegliarsi con i suoni del bosco e, dopo un’abbondante colazione con prodotti sani e genuini, arrampicarsi su un percorso a corde alte tra gli alberi, tuffarsi in piscina o coccolare i simpatici animali del piccolo zoo di montagna. Un altro giorno si può seguire invece il Sentiero della roggia di Scena, il cosiddetto
Waalweg, dove il fruscio del secolare canale d’irrigazione, accompagna la famiglia tra boschi di abeti, meleti e radure da cui lo sguardo si perde sulla vasta conca di Merano. A tutti i bambini viene consegnato un “giocalibro”, un libricino dove segnare avventure e scoperte. E la vacanza diventa un divertimento chiamato “Il nostro più grande tesoro”, che propone divertenti giochi, quiz, immagini e spunti creativi dedicati a varie aree tematiche. I bambini potranno cimentarsi a risolvere i quesiti relativi al gioco a premi: un modo avventuroso e divertente per conoscere la natura e la cultura del territorio attorno a Scena. Per scoprirlo, e soprattutto per viverlo, non resta che venire quassù!
www.schenna.com
Avelengo. Un cavallino da sogno In un paese chiamato Avelengo, sull’altipiano vicino alla città di Merano, vive un’antica razza di cavalli di montagna. Hanno la criniera chiara. Non sono molto alti, ma sono forti, docili e con un passo sicuro anche sui sentieri più impervi. La gente del posto li usava per trasportare le merci più pesanti e per i lavori più duri nei campi. Oggi, per trasportare il legname o i prodotti dei campi al mercato ci sono altri mezzi, per fortuna. Ma i cavallini “biondi” sono ancora qui ed i bambini che arrivano ad Avelengo possono incontrarli, cavalcarli o anche solo farsi portare da loro in carrozza. Lungo il nuovo sentiero d’avventura si va alla scoperta del cavallo Haflinger: avanzando da una stazione all’altra, si apprende tutto quel che c’è da sapere sulla sua razza, origini e caratteristiche morfologiche, fino alla sua riconversione da animale da lavoro a cavallo da passeggio. Al divertimento dei più piccoli ci pensa la mascotte FOLY, che li accompagnerà nel percorso con giochi e risate. Poi, in sella o a piedi, i più piccoli persino in passeggino sui sentieri più facili, si va a scoprire una zona piena di rifugi e occasioni per divertirsi, come l’Outdoor Kids Camp, con giochi per tutti a monte della funivia di Merano 2000, e l’Alpin bob, su speciali rotaie, dove si sale accompagnati da mamma o papà. Oppure ancora il Knottnkino di Verano, il “cinema delle rocce” creato da un artista chiamato Franz Messner: una terrazza naturale con trenta comode sedie per contemplare la Valle dell’Adige, la terrazza del Monte Penegal ed il Corno Bianco. Meglio di un film in 3D.
www.hafling.com Val Passiria. L’avventura di un torrente C’era una volta un corso d’acqua, figlio delle cime montuose che dividono l’Austria dall’Italia. Un torrente che per arrivare al fondovalle e portare la vita a pascoli e borghi doveva farsi strada fra rocce, boschi e pendii. Il Percorso Passerschlucht, il Sentiero
della Gola del Passirio nel cuore della valle che prende nome da questo torrente nel Parco naturale
del Gruppo di Tessa, inizia lungo un grande bacino sotto Gomion, segue la riva sinistra tra grandi rocce - come accade nei pressi di Langwies - e tratti boscosi, cascatelle e bacini minori. Dopo la vecchia centrale idroelettrica di Gomion si sale per ripide scarpate rocciose, si sfiorano diverse cascate, tra le più alte dell’intera regione. E poi, dopo un altro scampolo di boscaglia, il torrente è pronto a raccontare, in una gola di roccia, la sua storia più bella: un labirinto di rapide sinuose, giochi d’acqua e rocce dalle forme più strane. Dopo il cammino, nei pressi di San
Leonardo, il Museo Passiria racconta altre storie con video, foto, cimeli ed un percorso di installazioni all’esterno tra i prati. Quelle dei popoli della valle, dei loro costumi, dei loro mestieri e dei loro eroi. Parte da San Leonardo anche il Sentiero dei Nani, lungo il quale i bambini possono incontrare i piccoli gnomi che, si dice, lavoravano un tempo nella vicina miniera, nelle viscere di Monteneve. E questa è davvero l’ultima fiaba della valle.
www.valpassiria.it