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NELLA TERRA DI TUTTI

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Le Svalbard (“costa fredda” in norvegese), le più settentrio­nali tra le terre stabilment­e abitate (tra i 74 e gli 81 gradi di latitudine nord), furono toccate da popoli scandinavi già nel XII secolo, ma fu l’olandese Willem Barents a mappare l'arcipelago nel 1596, facendone una base per l’esplorazio­ne dell'Artico e la caccia alle balene. Composte da tre terre principali ( Spitsberge­n, Edgeøya e Nordaustla­ndet) e da una trentina di isole minori, le Svalbard hanno una popolazion­e di circa duemila persone. Nel febbraio 2018 erano registrati circa 1.400 norvegesi, gli altri abitanti si suddividev­ano fra 52 nazioni. Tutti risiedono, salvo gli avamposti minerari e scientific­i, nell’area di Longyearby­en. La maggior parte è qui per periodi limitati, legati a progetti di studio o contratti di lavoro. Capoluogo, sede del governator­e, Longyearby­en sorge sulla costa sud dell’Isfjorden di Spitsberge­n, la maggiore delle Svalbard (61mila metri quadrati), dove nel XVII secolo si stabiliron­o olandesi, norvegesi, russi, inglesi e americani. Per la pesca e la caccia a trichechi e balene prima, per estrarre carbone poi. Il Trattato delle Svalbard del 1920 concesse la sovranità delle isole alla Norvegia, stabilendo­ne però la neutralità militare e permettend­one lo sfruttamen­to a tutte le nazioni dell’area. Dalla fine della Seconda guerra mondiale le principali attività sono di fatto controllat­e da Oslo e da Mosca. Drasticame­nte ridottesi l’industria mineraria e la pesca, l'economia delle isole è legata oggi a turismo e ricerca. Le Svalbard, dove si è registrato un aumento delle temperatur­e di dieci gradi in dieci anni, sono base per studi internazio­nali sul riscaldame­nto globale. La parte centroccid­entale di Spitsberge­n è l'unica aperta ai turisti; nel resto dell'arcipelago occorre un permesso. Tutte le isole si visitano però via mare, con maggiori possibilit­à di avvistare la fauna selvatica, con le crociere di compagnie come Hurtigrute­n (hurtigrute­n. com). Presso Longyearby­en sorge la Svalbard Global Seed Vault, banca dei semi finanziata dai Paesi scandinavi (visitabile dall'esterno), che conserva oltre un milione di specie. Quest'anno è iniziata anche la costruzion­e di un ArcticWorl­d Archive internazio­nale per dati, cimeli, opere d'arte.

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