È venere o Anfitrite?
L’isola di Milos ha il suo nume tutelare. Tutti la conoscono: è la dea dell’amore, la celebre Venere di Milo che ancora incanta i visitatori del Louvre. Non tutti sanno, però, che forse la Venere non è una Venere. C’è la possibilità che la statua rappresenti Anfitrite, sposa del terribile Posidone, il signore del mare che governa le onde con il suo tridente. Anfitirite, madre di tutti i mostri marini, era infatti venerata nell’arcipelago delle Cicladi. Si diceva, del resto, che Posidone si fosse invaghito di lei vedendola danzare, insieme ad altre ninfe, su una spiaggia di Naxos. Il mare, ovviamente, è dimensione chiave del mondo egeo. Le isole delle Cicladi sono ciascuna un mondo a parte, un universo concluso. Ma sono anche da sempre legate in una rete al tempo stesso concreta e simbolica. Concretamente, il legame sono le navi che salpano e approdano fin da tempi immemorabili, caricando e scaricando merci come l’ossidiana, pietra vulcanica che Milos esportava in tutto il Mediterraneo fin dalla preistoria. Simbolicamente, le Cicladi sono un cerchio (kyklos, in greco) che si raccoglie intorno alla più sacra di tutte le isole: la luminosa Delo, dove Apollo e sua sorella Artemide nacquero all’ombra di una palma che anche Ulisse ricorda di avere visto durante le sue peregrinazioni. Nel santuario di Apollo a Delo, fin dall’età arcaica, i greci andavano in pellegrinaggio da tutto l’Egeo. Qui era approdato anche Teseo, dopo che aveva ucciso il Minotauro nel Labirinto e abbandonato Arianna a Naxos. Gli ateniesi conservavano la nave dell’eroe e, ogni anno, la rimettevano in mare in una processione sacra diretta a Delo.E forse, con un po’ di attenzione, quando si viaggia in traghetto tra le Cicladi, si può ancora sentire aleggiare sulle onde l’eco remota di quei viaggi sacri.
Docente di letteratura greca all’Università di Trento. Il suo ultimo libro è Arcipelago.
Isole e miti del Mar Egeo (Einaudi, 2018)