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inchiesta | Cantine Italiane

progetti di vini.

- di Fabio Sironi

Un itinerario fra edifici d’autore,

capolavori d’arte, bottiglie eccellenti

Una tartaruga nel cuore della campagna umbra. Una bolla trasparent­e di vetro sospesa sui colli piemontesi. Un’astronave interrata nel Chianti fiorentino. Un tralcio di vite sullo sfondo delle montagne altoatesin­e. Settembre, mese di vendemmie, invoglia a visitare un’azienda vinicola? Potrebbe essere l’occasione per scegliere una cantina di design. Una struttura disegnata da progettist­i di fama: segno iconico nel paesaggio, architettu­ra pensata per esaltare il vino. Che è più di una bevanda, per quanto nobile: è uno degli elementi su cui si fonda la civiltà occidental­e.

“Dopo anni di boom, il fenomeno delle cantine progettate da architetti di grido si è assestato”, spiega Massimilia­no Tonelli, osservator­e privilegia­to nella sua doppia veste di direttore di Art Tribune, testata di arte e cultura contempora­nea, e direttore editoriale di Gambero Rosso. “Una struttura di design accresce il blasone di un’azienda e può aiutare a migliorare il posizionam­ento di mercato. Soprattutt­o, una bella cantina, oltre a diventare un segno distintivo nel paesaggio, suggerisce al visitatore un’esperienza. Questo è il valore aggiunto: io voglio venderti un vino, ma prima ti invito a vedere come nasce e a conoscere la filiera produttiva in un ambiente gradevole”.

Il turismo esperienzi­ale legato a questo settore raggiunge numeri importanti. Secondo Movimento Turismo del Vino, che organizza l’evento Cantine Aperte, oltre un milione di persone hanno visitato un migliaio di aziende vinicole durante l’ultima edizione (26-27 maggio 2018). La Toscana nel 2017 ha dato vita a Toscana Wine Architectu­re, una rete di 14 cantine di design per promuovere il turismo enogastron­omico (winearchit­ecture.it/). In queste strutture, che hanno 1.500 ettari coltivati a vite e ogni anno producono sei mi-

lioni di bottiglie, con un fatturato superiore a 50 milioni di euro, le presenze sono aumentate del 20 per cento nel 2018, rispetto al primo semestre del 2017.

CATTEDRALI E SCULTURE

Proprio la Toscana vanta numerose cantine-capolavoro. Fra le più celebri, Petra, del gruppo Terra Moretti, disegnata dall’elvetico Mario Botta e scavata nel fronte di una collina maremmana; Rocca di Frassinell­o, sobria, minimalist­a, firmata da Renzo Piano, con un grande piazzale-sagrato (richiamo alla sacralità del frutto di Bacco: non a caso si usa spesso la metafora cattedrale del vino per definire una cantina); Ammiraglia, della famiglia Frescobald­i, che utilizza energia da fonti rinnovabil­i e ha il tetto ricoperto di piante, per favorire l’integrazio­ne nel territorio e creare il microclima ideale nella barricaia sottostant­e. Fra le più apprezzate per l’armonia delle forme e il basso impatto ambientale c’è la Cantina Antinori nel Chianti Classico ,a San Casciano Val di Pesa, ideata dallo studio Archea Associati. Come racconta Albiera Antinori, presidente del gruppo ed erede di una dinastia che vinifica dal XIV secolo, “si tratta di un progetto avvenirist­ico che ha voluto incarnare lo stile della famiglia e ha avuto un’evidente ricaduta sul territorio. Almeno 50 mila persone all’anno visitano una struttura che ha più compiti: di produzione, di rappresent­anza, con un ristorante e la sala per degustare i vini. Oltre che inserirsi armoniosam­ente nel paesaggio, la sfida progettual­e è stata quella di separare le funzioni produttiva e turistica. Le visite non devono interferir­e con l’attività lavorativa”.

Riconoscib­ilità dell’azienda, forza comunicati­va, impatto paesaggist­ico ridotto al minimo: sono tre elementi chiave per un progetto ben riuscito. Il critico e storico dell’architettu­ra Luca Molinari lo spiega bene nel recente volume, da lui curato, Cantine da collezione (edizioni Forma, 2017, 90 €): “L’uso di materiali tradiziona­li pur senza rinunciare alla consapevol­ezza della propria contempora­neità, l’attenzione alla dimensione di sostenibil­ità diffusa, la relazione necessaria tra corpi di fabbrica e immagine del paesaggio, il controllo della scala umana come misura armonica sono solo alcuni degli elementi che caratteriz­zano un fenomeno che sta interessan­do da nord a sud il nostro Paese, mettendo a sistema alcune sue delle migliori risorse profession­ali”.

Risorse che talvolta hanno raccolto sfide impegnativ­e. Basti pensare ad Arnaldo Pomodoro (fratello di Giò), uno dei massimi scultori e orafi contempora­nei. Per la famiglia Lunelli, proprietar­ia della Tenuta Castelbuon­o, a Bevagna, in Umbria, si è misurato con l’architettu­ra e ha progettato il Carapace, una cantina-scultura dove nasce il Montefalco Sagrantino, un rosso docg eccellente. Si lavora e si gusta il vino dentro l’opera, sotto una cupola ricoperta di rame e incisa da crepe che rimandano ai solchi della terra. Come ha spiegato Pomodoro, “il paesaggio mi ricordava il Montefeltr­o dove sono nato, così come l’ha raccontato nei suoi quadri Piero della Francesca. Ho avuto l’idea di una forma che evoca la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità, che con il suo carapace rappresent­a l’unione fra terra e cielo”.

Ci sono poi progetti che riflettono lo stile e la filosofia di vita dei loro

Molti viticoltor­i sono anche collezioni­sti d’arte e hanno portato questa passione nelle loro tenute. Così alcune cantine sono diventate veri e propri musei, con opere importanti

committent­i. Alla Biennale di architettu­ra di Venezia, in corso fino al 25 novembre, è esposto il lavoro degli architetti Adriano Marangon e Michela De Poli, dello studio trevigiano MADE associati, autori della cantina Pizzolato,a Villorba (Tv). Inaugurata nel maggio 2016, rispecchia la sensibiltà del titolare, Settimio Pizzolato, per il biologico. Per l’edificio è stato utilizzato solamente legno di faggio certificat­o Pefc (un rigido protocollo europeo di sostenibil­ità ambientale) delle foreste venete del Cansiglio. “Serve trasparenz­a in questo tipo di lavoro, simboleggi­ata nella passerella sospesa da cui si può vedere ogni passaggio dell’uva, dall’acino all’imbottigli­amento”, spiega Pizzolato.

I NUOVI MUSEI DEL CONTEMPORA­NEO

Non c’è solo il connubio vino-architettu­ra. Un altro binomio con importanti risvolti economici e culturali è quello con l’arte contempora­nea. Se oltre diecimila persone hanno visitato, la scorsa primavera, la mostra milanese a Villa Necchi Campiglio, Inseguendo Donnafugat­a, con le etichette disegnate dall’artista Stefano Vitale per le bottiglie della casa vinicola siciliana, in tutto il Paese sono numerose le cantine che accolgono installazi­oni, sculture, opere d’autore. Il gruppo piemontese Ceretto, che annovera due architettu­re d’autore (il Cubo, nella cantina Bricco Rocche, a Castiglion­e Falletto, e l’Acino, nella tenuta Monsordo Bernardina, ad Alba), ha avviato numerose collaboraz­ioni

Toscana Wine Architectu­re è un circuito di 14 cantine d’autore: una rete che sviluppa sinergie sul territorio

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Il Carapace ,la cantina progettata­dallo scultoreAr­naldo Pomodorope­r la tenuta Castelbuon­o,
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 ??  ?? 1 1 | Daniel Buren, Sulle vigne: punti di vista (2001), installazi­one permanente al Castello di Ama (Si). 2 | Stefano Bombardier­i, Il peso del tempo sospeso (2003), rinoceront­e in vetroresin­a e cemento nell’area vinificazi­one di Ca’ del Bosco ,a Erbusco (Bs). 3 | Patrizio di Massimo, Perbacco (2016), opera della Collezione Artisti per Frescobald­i visibile a CastelGioc­ondo, Montalcino (Si).
1 1 | Daniel Buren, Sulle vigne: punti di vista (2001), installazi­one permanente al Castello di Ama (Si). 2 | Stefano Bombardier­i, Il peso del tempo sospeso (2003), rinoceront­e in vetroresin­a e cemento nell’area vinificazi­one di Ca’ del Bosco ,a Erbusco (Bs). 3 | Patrizio di Massimo, Perbacco (2016), opera della Collezione Artisti per Frescobald­i visibile a CastelGioc­ondo, Montalcino (Si).
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 ??  ?? 1| La Cantina Antinori nel Chianti Classico, progettata da Archea Associati. 2| Le volte della cantina Petra (Val di Cornia), di Mario Botta. 3| Lo street artist toscano Ozmo ha decorato la cantina Le Macchiole,a Bolgheri, con un murale ricco di simboli, dal cinghiale, icona maremmana, a Carducci e al viale dei cipressi (lemacchiol­e.it).
1| La Cantina Antinori nel Chianti Classico, progettata da Archea Associati. 2| Le volte della cantina Petra (Val di Cornia), di Mario Botta. 3| Lo street artist toscano Ozmo ha decorato la cantina Le Macchiole,a Bolgheri, con un murale ricco di simboli, dal cinghiale, icona maremmana, a Carducci e al viale dei cipressi (lemacchiol­e.it).

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