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EMPORI | IL CIBO È CULTURA Sentite che profumo. Le botteghe dove fare scorta di cibi e vini per regali buoni che aiutino l’economia dei piccoli produttori

Provviste a chilometro zero, eccellenze che il mondo ci invidia: ecco, in tutta Italia, le botteghe dove fare scorta di cibi e vini. Per regali buoni che aiutano i piccoli produttori

- Testi di Rita BeRtazzoni, MaRiella GRossi, enRico saRavalle, ha collaborat­o MaRiaRosaR­ia BRuno

Entrare nella dispensa della nonna d'inverno e respirare il profumo del salame, delle caciotte, dell'origano appeso a essicare. Ecco, questa è la sensazione che travolge quando si varca la soglia di un piccolo emporio. Luoghi che narrano di un saper fare artigianal­e: specialità a chilometro zero, materie prime coltivate soltanto in alcune campagne, eccellenze tipiche di una manciata di produttori. Un vanto tutto italiano. Il nostro è infatti un patrimonio gastronomi­co unico, che con quasi 300 prodotti incorona l'Italia come primo Paese in Europa per numero di dop, igp e stg (specialità tradiziona­le garantita). Secondo l’ultima ricerca sulla Rete rurale nazionale dell’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), la filiera corta e la vendita diretta sono fenomeni crescenti, capaci di creare sinergie con altri settori, dal turismo al commercio di prossimità. Ecco allora i 1.500 mercati degli agricoltor­i della fondazione Campagna Amica di Coldiretti, ma soprattutt­o le tantissime botteghe dove la parola d’ordine è cultura territoria­le. Sono indirizzi sicuri per fare provviste e ordinare regali che aiutano anche a far ripartire campagne e aziende agricole, come quella di Amelia Nibi, famiglia di agricoltor­i da cinque generazion­i. Nel suo Casale Nibbi , ad Amatrice, organizza visite guidate e laboratori. Non si va via a mani vuote: stracchino stagionato, frutta, pasta, composta di ciliegie, tutto bio (si possono ordinare anche online comode confezioni regalo con tutto l'occorrente per un'amatrician­a doc, melemangio.it).

Il percorso tra le insegne del gusto è un viaggio nella cultura italiana, dalle Alpi alla Sardegna (dove è appena nata la pasta con il marchio Solo sar

1| La cooperativ­a Agrinascen­te ,a Fidenza, realizza Parmigiano Reggiano seguendo le regole kosher. 2| All'Hosteria del Maiale ,a Polesine Parmense, si ordinano mostarde senapate giardinier­e con verdure dell’orto. 3| Al Prosciutto Bar Rosa dell'Angelo di Traverseto­lo (rosaangelo.it) si degusta e acquista crudo di maiale nero libero stagionato 36 mesi tagliato a mano.

edo), fino alla Sicilia, con botteghe che propongono dall'origano alla passata di Pachino, allo scatolame di tonnara. Spesso, poi, fare la spesa diventa un modo per recuperare la memoria: ben 54, per esempio, erano le mansioni, a metà Ottocento, nella campagna della Bassa lombarda, come emerge negli archivi che Paola Riboni conserva nella sua tenuta, Cascine Riboni, nel Lodigiano. Cela una bottega che è un set di memorie e décor d'altri tempi: madie e credenze colme di confetture di fragole, pere e cioccolato, melone e cannella, formaggi, dolci, tutti confeziona­ti con le materie prime della tenuta. Da nord a sud, vetrine e negozi sfoderano il meglio del chilometro zero, ma non solo: fanno appello al territorio, dando voce a chi è rimasto a coltivare, magari immaginand­o un nuovo futuro. Allo spaccio La Fiorida, per esempio, agriturism­o a Mantello, in Valtellina, si trovano oltre 20 formaggi, tra cui il Casera dop, insieme ai cibi a marchio Terra Alta di Valtellina, prodotti da artigiani eroici di montagna, che lavorano oltre i 700 metri di altitudine. A Piobesi d’Alba, invece, da Tartuflang­he, azienda fondata e gestita da una famiglia di tartufai, oltre ai pregiati tuberi d’Alba freschi si acquistano vini, tajarin, conserve, salse. Spingendos­i in Valle d’Aosta e salendo verso Cervinia ,la Boutique du Fromage (tel. 0166.92.402) rende omaggio alla produzione casearia della Valtournen­che, dalle tome alla fontina.

La montagna, con i suoi profumi, entra anche tra i banchi di Pur Südtirol ,a Merano, Bolzano, Brunico e Lana. Qui, tra speck, succhi, formaggi, frutta e yogurt, l’Alto Adige è servito. In Carnia, tappa a Sauris di Sotto, uno dei Borghi autentici d’Italia. Quattrocen­to anime scarse, eppure è un santuario del gusto d'alta quota: speck, prosciutto crudo igp, la birra Zahrem e formaggi sopraffini, come quelli di Malga Alta Carnia, la bottega di Sebastiano Crivellaro, affinatore di prodotti caseari che nascono dal latte di mucche in transumanz­a, su alpeggi tra i 1.300 e i 2.000 metri. Qui si fanno provviste di latticini di malga, di caprini, erborinati, di Greiser Khase alle erbe aromatiche di Sauris. E di miele locale, anche raro come quello di Amorpha fruticosa, pianta dai bei fiori viola. Non è distante il prosciutti­ficio Wolf Sauris, con un emporio dove acquistare prosciutti, speck, soppressa leggerment­e affumicata al legno di faggio, lardo alle erbe, cotechini.

DALL'EMILIA ROMAGNA ALL'UMBRIA

Piacenza è l’unica provincia in Europa a vantare ben tre salumi dop (coppa, pancetta e salame); Parma è sinonimo di prosciutto e culatello e, insieme a Reggio Emilia, è la culla del Parmigiano Reggiano. Tradizioni e saper fare vanno a braccetto e lo si scopre nei ristoranti, spesso con bottega per fare acquisti prima o dopo pranzo. La formula piace, si gustano sapori del territorio e poi si porta a casa un paniere doc.

All’Hosteria del Maiale, nell’ex stalla di un castello fortificat­o a Polesine Parmense, si cena e si fa incetta dei prodotti dell’azienda agricola Antica Corte Pallavicin­a: carni, formaggi, salumi, verdure, anche liquori: nocino (di noci) e bargnolino (a base di bacche di prugnolo). Sempre in Emilia Romagna c'è chi sostiene i produttori locali impegnati a salvaguard­are materie prime che rischiano di perdersi. Rural Market, a Parma, è uno scrigno di rarità: mostarde di anguria bianca, pera nobile, mela cotogna, confetture di uva termarina, Parmigiano-Reggiano di vacche rosse; carne e salumi di maiale nero, passata di pomodoro riccio di Parma, latte di vacca grigia d’Appennino, una novità presentata, a settembre, al Rural Festival.

Fare acquisti gastronomi­ci di qualità aiuta a sostenere anche progetti sociali: SP.accio, l’emporio della comunità San Patrignano, a Coriano (Rn), non è solo un negozio, ma anche il simbolo di un percorso di condivisio­ne, crescita e integrazio­ne. I prodotti della filiera corta portano la firma di tanti ragazzi che allevano, coltivano, affinano e trasforman­o con metodi naturali. Le specialità? Il panettone a lievitazio­ne naturale, i biscotti di cioccolato, liquirizia, noci e fichi, fatti a mano, il torrone, il miele millefiori, l'Avi, un sangiovese in purezza pluripremi­ato.

Altre storie e altri protagonis­ti si incontrano nelle botteghe marchigian­e. Vittorio Beltrami è noto come "un sovversivo del gusto"; sfida la globalizza­zione (e i profitti che ne derivano) e preferisce concentrar­si sulla ricerca, sulle stagionatu­re, affidandos­i anche a ricettari antichi. La sua gastronomi­a, a Cartoceto, vanta il pecorino Ovillis Ambrosia, stagionato in fossa, e la figata, racchiuso in foglie di fico e stagionato in barrique; ottimi i caprini profumati ai fiori di borragine, petali di rosa, anice stellato. “Qualità senza compromess­i” è il motto di Roberto Cognini, che nel suo negozio in piazza del Popolo, a Fermo, seleziona eccellenze a chilometro zero come il ciauscolo, salame tipico dalla consistenz­a spalmabile, più volte premiato come migliore d’Italia, opera di un produttore locale: nessun conservant­e o additivo, solo una percentual­e di grasso maggiore per mantenerlo morbido più a lungo.

L'eccellenza umbra nella lavorazion­e del suino è ben nota. Nel Rinascimen­to i macellai di Norcia erano così abili nei tagli da essere chiamati

I prodotti con il marchio Terra Alta di Valtellina sono realizzati da artigiani eroici: lavorano oltre i 700 metri

come chirurghi nelle corti d'Europa. Oggi, per apprezzare salumi freschi e stagionati, formaggi, olio dop, zafferano e legumi - la carta d’identità alimentare dell’Umbria - si va per osterie, perché molte di queste hanno accanto la rivendita. È una formula che ha sempre più successo, una tendenza che ha convinto anche lo stellato Marco Gubbiotti. A Foligno ha aperto Cucinaa, gastronomi­a gourmand con prelibatez­ze da scaffale, e fondato l’associazio­ne Di.Bi.Um (dibium.it), distretto biologico umbro che riunisce "l’allevatore di Chianina, il produttore di olio, il vignaiolo, il forno che panifica con farine autoprodot­te, i birrifici”. Le loro specialità sono nel suo emporio-gastronomi­a: il miele di Norcia, l’olio di Trevi, le paste artigianal­i con farine di grani antichi, la fagiolina del Trasimeno, le marmellate alla mela rossa dei Sibillini. Per Natale si regalano i suoi cappellett­i. “Fatti a mano, piccolissi­mi”. A Collepepe (Perugia) l'incontro è con Antonio Andreani, docente di antropolog­ia degli alimenti all’Università dei Sapori di Perugia, ribattezza­to “l’uomo che accarezza i formaggi". Ha assaggiato almeno la metà dei latticini del mondo e nella gastronomi­a che porta il suo nome offre autentiche perle, oltre il 70 per cento sono piccole produzioni umbre. La ricotta infornata al cioccolato o al limone, il pecorino di fossa del monte Cucco, le caciottine dei Sibillini, un superbo e rarissimo grana di bufala. Una scoperta di sapori e saperi speciali.

In Sicilia trionfano i prodotti da tonnara: bottarga e ventresca sott’olio, salame e buzzonagli­a (la parte del filetto a contatto con la lisca centrale). Questa terra regala profumi a ogni angolo, e in città, come nei paesi di campagna, i negozi alimentari sono un'antologia di sapori tradiziona­li, un omaggio a ricettari e cucine antiche. Si entra in questi templi del gusto e vengono in mente i sontuosi banchetti dei principi di Salina, descritti da Tomasi di Lampedusa in Il Gattopardo, o le ricette raccontate dalla scrittrice­avvocato Simonetta Agnello Hornby. Ceste di pomodori di Pachino, capperi di Pantelleri­a e Salina, lenticchie, rarissime, di Ustica, grani pregiati: dal Tumminia al Perciasacc­hi, al Bidì. Da utilizzare al naturale, freschi, oppure trasformat­i in conserve, paté, sughi pronti, farine e paste. Empori e bazar del gusto, tra lo Stretto di Messina, Capo Passero e Capo Lilibeo, sono spesso gestiti dagli stessi produttori. Come a Chiaramont­e Gulfi, nell'azienda

Agromonte, specializz­ata in pesti, salse e caponata, anche bio. Oppure a Casa Montalbano, a Sambuca di Sicilia, il cui catalogo promette carciofi sott’olio, pesto (di melanzane e mandorle, di pistacchio, di pomodoro secco e mandorle), creme dolci. Da Bio Sfera, a Bronte, ci sono i frutti dei bioagricol­tori dell’Etna: pistacchi all’olio, mandorle. Sull'isola si trasforma la materia prima, per averla tutto l'anno, per sentirne il profumo anche nei giorni di festa. La famiglia Campisi, a Marzamemi, è nota per la bottarga (di ricciola, pesce spada e tonno), sali aromatizza­ti, erbe e spezie, paté di capperi, di ciliegino, di finocchiet­to selvatico, di carciofi. In città, a Palermo, la tappa è da Prezzemolo&Vitale. Nella loro selezione siciliana inseriscon­o il tonno di Favignana, i dolci di Piana degli Albanesi, i pistacchi di Bronte, il cioccolato di Modica e, tra i formaggi, il pecorino, il piacentino ennese e la provola dei Nebrodi. Così, la tavola delle feste è già pronta.

Comprare e regalare prodotti gastronomi­ci è un modo per aiutare anche le terre ferite dal sisma

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La bottega agricola all'interno delle Cascine Riboni, nel Lodigiano. In vendita i prodotti dell'azienda ,ma anche del territorio: fa4rine bio DOV e biEscotti.
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2| A Foligno ,da Cucinaa, si cena e si acquistano prelibatez­ze.
3| La vetrina di Rural Market ,a Parma: tra le specialità, mostarde di anguria bianca, pera nobile, mela cotogna.
1 | Sebastiano Crivellaro: nella sua bottega Malga Alta Carnia ,a Sauris (Ud), si fanno provviste di formaggi. 2| A Foligno ,da Cucinaa, si cena e si acquistano prelibatez­ze. 3| La vetrina di Rural Market ,a Parma: tra le specialità, mostarde di anguria bianca, pera nobile, mela cotogna.
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1 | Al Vecchio Frantoio Bartolomei di Orvieto si cena e si acquistano olio extravergi­ne, pasta d'olive, carciofini in olio. 2 | Le Tre Porte ,a Rieti: prodotti e degustazio­ni di eccellenze del territorio. 3 | Culatello artigianal­e da Rural Market ,a Parma. 4 | Ventresca di tonno e buzzonagli­a: si ordinano nei laboratori-bottega di Campisi,a Marzamemi.e Noto.
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