Bosnia ed Erzegovina, il coraggio di rinascere
Da sempre la Bosnia ed Erzegovina èun laboratorio di convivenza. Il suo passato è martoriato, ma la sua resilienza e la sua attitudine a rinascere sono una lezione per tutti. In questi tempi bui per chi crede nella coabitazione e nell’accoglienza, sostare davanti allo Stari Most è un gesto di positività. Ci si trova a Mostar, in una stretta valle scavata dal fiume Neretva: distrutto da una cannonata croata nel 1993, lo splendido ponte a schiena d’asino è rinato nel 2004 come simbolo di riconciliazione fra le comunità cristiane e musulmane dopo la guerra. Un ottimo punto da cui osservarlo è la cima del minareto della moschea Koski Mehmed Pasha: d’estate i giovani si tuffano nel fiume con un salto di 24 metri. In due ore d’auto si arriva a Sarajevo, dove il richiamo alla preghiera dei muezzin si unisce alle campane cattoliche e ai canti delle chiese ortodosse. La capitale è una miscela di religioni, lingue e culture che va vissuta a stretto contatto con la gente: in una ćevabdžinica (trattoria) della Bascarsija (città vecchia) è meraviglioso farsi raccontare la storia di questa comunità dalle mille anime, che ha fatto delle diversità il vero punto di forza. Il simbolo della sua profonda vocazione culturale (in agosto la città ospita un importante festival cinematografico) è la Biblioteca Nazionale, anch’essa demolita dalla guerra e rinata nel 2014. D’inverno la neve accresce ancora di più il fascino balcanico della città. bhtourism.ba; sarajevo-tourism.com