LA CITTÀ DELLA GIOIA
Capitale della musica (nel 2020 celebrerà il genio di Beethoven), ma anche polo del gusto e dell’innovazione artistica. In testa alle classifiche internazionali per qualità della vita
Sarà un Inno alla gioia, l’anno dedicato a Beethoven a Vienna: nel 2020 si celebra, infatti, il maestro, nato 250 anni fa a Bonn, ma vissuto a lungo (e morto nel 1827) nella capitale austriaca. In questa che è a pieno titolo la capitale europea della musica: ogni sera diecimila appassionati ascoltano performance dal vivo, nei grandi teatri (150 palcoscenici e 15 mila spettacoli all’anno). Non si può visitare la capitale austriaca prescindendo dalla musica: scorre in ogni angolo della sua trama urbana, spunta in ogni itinerario e parla ai sensi attraverso la bellezza di luoghi e monumenti, l’ascolto di una sonata di pianoforte o le melodie evanescenti di un’arpa anche quando si beve un caffè, un aperitivo. Il fascino di Vienna sta proprio nella perfetta tessitura
di storia e contemporaneità. Sebbene abbia la fama di città “ingessata” e ferma alle glorie imperiali, è un polo di avanguardie fin dai tempi della Secessione, di Klimt, di Schiele, di Otto Wagner. Per rendersene conto, per un puro piacere estetico e culturale, bisogna andare al 10° distretto, nell’ex fabbrica del pane Ankerbrotfabrik (brotfabrik.wien), che ospita una ventina di gallerie d’arte contemporanee (alcune consolidate, come OstLicht), e atelier di nuovi creativi, mostre fotografiche, in spazi immen
si, bianchi, che contrastano con lo scuro della facciata in mattoni. Nella sala delle macchine, dove fino al secolo scorso si lavorava il pane per i viennesi, c’è la Bräuhaus Ten.Fifty, bar e birrificio. Aperitivi e hard rock? Nei locali notturni del Gürtel, sotto le arcate Jugendstil della metropolitana, progettata dal genio della Secessione, Otto Wagner.
UN TOUR DI SAPORI
La prima licenza dei Fiaker risale al 1693. Oggi sono mille le celebri carrozze a cavallo. Uno strumento per vedere con occhi diversi Vienna è
Dinner Riding (wien.ridingdinner. com), il calesse dei sapori: si attraversa la città, si cena a bordo fermandosi per una tartina da Zum Schwarzen Kameel, o un dolce in una pasticceria storica come l’ottocentesco Café Landtmann, frequentato dal padre della psicanalisi, Sigmund Freud, ma anche dall’ex Beatles Paul McCartney. Così si torna alla musica. È un’autentica marcia il percorso che porta a riscoprire la capitale nei quartieri più sontuosi e in quelli minimali, seguendo le tracce di Beethoven, anima inquieta che ha vissuto qui per 35 anni, ma in 40 posti diversi. Per esempio è una gioia per gli occhi ammirare le case Biedermeier, immergersi nelle atmosfere del XVIII secolo, per raggiungere la Pasqualatihaus, dove il compositore iniziò la stesura del Fidelio: dal suo appartamento si profilano il passato e il presente guardando il panorama sul Ring, il viale imperiale. I grandi teatri, il parlamento, l’università: tutto si concentra sul Ring, anche il Kunsthistorisches Museum