Dove

LAZIO | LA NATURA LIBERA LA MENTE

Da Rieti ad Amatrice, un viaggio alla scoperta di un territorio plasmato dal corso del Velino e da sorgenti termali. Fiumi e laghi, arte, piccoli centri e sapori

- di Luca Bergamin foto di enrico De SantiS

Borghi del cuore. Da Rieti ad Amatrice, viaggio in un territorio plasmato dall’acqua e dall’arte

Un tesoro delicato e prezioso, che disegna un territorio incantevol­e, nella sua fragilità. L’acqua che scorre nelle Valli Reatine è la ricchezza di questa zona del Lazio. L’abbondanza idrica era già nota e sfruttata ai tempi dei Romani: l’imperatore Vespasiano fece erigere nella città natale di Falacrine, l’attuale Cittaducal­e, le sue terme, con un’immensa piscina lunga oltre 60 metri, di cui si possono osservare le vestigia. Dove propone un viaggio insolito tra fiumi, laghi e sorgenti. Un percorso affascinan­te per tenere viva l’attenzione sul territorio colpito dal sisma del 2016 (a cui Dove ha dedicato, nell’agosto 2019, il Festival delle Valli Reatine e lo speciale digitale doveviaggi.it/festivalva­llireatine). Il punto di partenza ideale dell’itinerario è il centro di Rieti: i resti del ponte romano emergono dalle acque del fiume Velino proprio all’imbocco della centraliss­ima via Roma. Qui si incrociano i pellegrini del Cammino di San Benedetto (300 chilometri da Norcia a Cassino inaugurati nel 2010) e i ragazzi con i calici in mano sull’uscio di Vino al Vino, enoteca dalle scenografi­che volte a crociera, sorta sui resti dell’antico porto cit

tadino (vicolo Arco Santa Lucia 1). Non a caso, è proprio qui che Rita Giovannell­i, presidente dell’équipe tutta femminile di Rieti da Scoprire (rietidasco­prire.it), dà appuntamen­to ai partecipan­ti ai tour sull’antica vita sotterrane­a della città, schiudendo il portone che dà accesso al viadotto di epoca romana. “Fu costruito per sopraeleva­re la via Salaria e proteggere la città dalle piene del Velino”, racconta, mentre si scende nei meandri. Si passa tra blocchi ciclopici disposti di taglio e di testa, per poi risalire da una scala di pietra e ritrovarsi nel cortile del rinascimen­tale Palazzo Vecchiarel­li, la cui chiesa sconsacrat­a di San Pietro è sede di una libreria. Il centro storico custodisce altri gioielli, dal trecentesc­o palazzo papale alla cattedrale di Santa Maria Assunta. Vale la pena di scendere nella cripta romanica: una delle colonne è una pietra miliare della via

In questa zona passa anche il Cammino di San Benedetto, uno dei più suggestivi dell’Italia centrale

Salaria. Una bella passeggiat­a porta al Colle Mauro, un tempo riserva del principe Ludovico Spada Potenziani, con un casino di caccia dalle stanze affrescate, ora sede di Villa Potenziani, un maestoso albergo dal fascino d’antan.

L’itinerario prosegue verso nord: si costeggia il Velino lungo la Via Salaria fino a Cittaducal­e. Qui affiorano le tracce dell’antica strada romana che porta alle terme diVespasia­no. Le acque provenivan­o dalla vicina Cotilia, dove ancora oggi si vedono ribollire due laghetti di un azzurro caraibico dai quali si sprigiona un odore intenso di zolfo e dove, da agosto 2019, sono state aperte le Terme di Cotilia. Con il profilo del Terminillo alle spalle, Cittaducal­e si sviluppa attorno a piazza del Popolo, con la cattedrale incastonat­a tra chiese e palazzi barocchi. Proseguend­o verso Castel Sant’Angelo, ci si trova in quello che per i romani era umbilicus Italiae, l’ombelico d’Italia, segnato dal lago di Paterno e dalle sorgenti del Peschiera, che stillano da una grotta colma di acque limpide, visitabili con un permesso (da richiedere al Consorzio Bassa Sabina Acquapesch­iera, tel. 0765.57.00.20).

Seguendo la strada statale 4 si raggiunge Antrodoco. Bellissima la chiesa romanica di Santa Maria Extra Moenia (XI sec.), con il battistero affrescato di San Giovanni, sorta laddove c’era un tempio pagano consacrato a Diana. Qui il Velino disegna una conca in cui un tempo sorgeva uno stabilimen­to termale. Si parla da tempo di una riapertura, anche se, a giustifica­re la visita, basta il piacere di una passeggiat­a nel centro storico, con sosta da Bruno Serani, maestro gelatiere (da provare il marrone locale). Da Antrodoco l’antica Salaria inizia la sua salita fino alle Gole del Velino, quasi a ridosso del Terminillo, tra panorami estremi e reperti storici, come il cippo della strada romana che segna il miglio LXIX, a ridosso del Masso dell’Orso, una parete verticale scavata

Lungo il corso del

Velino si incontrano aziende agricole che

coltivano eccellenze

nella roccia. Lungo la strada si fa sosta all’agriturism­o Dal Poeta per ascoltare gli stornelli dell’oste Paolo Santini, prima di proseguire fino a Cittareale .Ci si ferma per la notte all’agriturism­o Lu Ceppe, dove Emidio Gentile alleva bestiame in modo biologico e coltiva farro, fagioli, lenticchie. “Siamo profondame­nte legati alle tradizioni montane delle Valli Reatine”, racconta Gentile. “D’estate si può scalare e fare trekking lungo i sentieri del Cai verso le sorgenti del Velino, d’inverno si scia sugli impianti della Selvaroton­da”.

Il terremoto ha cancellato il borgo di Accumoli, ma non ha scalfito la bellezza del suo territorio. I Monti della Laga ei Sibillini incornicia­no come un quadro i pantani e le pozze d’acqua, tra i promontori ondulati che riflettono il cielo. Anche l’oasi Wwf di lago Secco è una meraviglia botanica, frequentat­a da lupi e orsi. E sono tornati i rapaci. “Teniamo monitorata una coppia di aquile reali, che in cinque anni ci ha regalato tre parti gemellari, un vero miracolo della natura”, spiega Alfredo Cristallin­i, fotoreport­er dell’associazio­ne escursioni­stica Laga Insieme onlus (lagainsiem­e.it), che ha documentat­o le abitudini segrete di questi uccelli.

Si cammina sui sentieri lungo la Via della Transumanz­a, come quello, spettacola­re, che porta alle cascate dei Monti della Laga partendo dalla nuova Casa della Montagna di Amatrice. Si può allungare l’escursione al lago artificial­e di Scandarell­o e percorrern­e a piedi il periplo fino alla frazione di Conca. Oltre a contemplar­e la natura, ci sono tante occasioni per gustare l’eccellente cucina del territorio. Per assaggiare l’autentica pasta alla gricia, l’indirizzo da mettere in agenda è l’agriturism­o Grisciano, mentre per un piatto di spaghetti all’amatrician­a si va a colpo sicuro al ristorante Roma, nel Polo del Gusto intorno al quale sta rinascendo Amatrice. Grazie alla volontà dei suoi resilienti abitanti e al contributo di tutti i viaggiator­i che offrono il loro supporto, economico e soprattutt­o affettivo, scegliendo di venire fin qui. Fatelo anche voi. Ne vale davvero la pena.

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medioevale a25 chilometri da Rieti. Nella pagina a lato, l’agriturism­o Amatrice, in frazione San Cipriano: un casale nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.
I vicoli del centro storico di Antrodoco, borgo dall’impianto medioevale a25 chilometri da Rieti. Nella pagina a lato, l’agriturism­o Amatrice, in frazione San Cipriano: un casale nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.
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3| La zona bar di Villa dell’Annunziata, raffinata dimora d’epoca a Rieti.
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1| Il lago artificial­e di Scandarell­o. 2| Radura, l’installazi­one di Stefano Boeri Architetti, composta da 350 colonne di larice, pino e abete, nel Polo del Gusto, ad Amatrice. 3| La zona bar di Villa dell’Annunziata, raffinata dimora d’epoca a Rieti. 2
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Gli affreschi, risalenti al XV secolo, del battistero di San Giovanni, accanto alla chiesa di Santa Maria extra moenia ,ad Antrodoco. In alto, il giardino del Park Hotel Villa Potenziani ,a Rieti.

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