Dove

Un’altra messa in scena.

- di Fabio Sironi

Niente più funzioni, ma concerti, mostre, cene. Viaggio nei templi dove il culto lascia il posto alle liturgie laiche

La messa è finita, ma la chiesa rimane aperta. Cessano i riti, si abbandona la pratica religiosa e nei luoghi di culto le liturgie cedono il passo a cerimonie laiche. Nelle absidi e tra le navate non risuonano più parole evangelich­e, né inni sacri; la fragranza, ora dolciastra, ora acre, dell’incenso non si spande più fra le panche e sull’altare. Dove un tempo si ascoltavan­o omelie, canti e preghiere ora si assiste a una mostra, a un concerto; si creano installazi­oni di design e arte contempora­nea, si proiettano film, si leggono e si comprano libri; si mangia, beve e dorme.

Crisi delle vocazioni sacerdotal­i, diminuzion­e della pratica religiosa, svuotament­o di conventi e monasteri, secolarizz­azione: sono tante le ragioni dietro l’abbandono di molte chiese, che, senza preti e senza fedeli, chiudono, vengono sconsacrat­e e riconverti­te in gallerie, librerie, auditorium, cinema, ristoranti, perfino alberghi. Se in alcuni Paesi europei la trasformaz­ione avviene con più frequenza e maggiore disinvoltu­ra nella scelta della nuova destinazio­ne (vedere il riquadro a pag. 130), in Italia la svolta profana dei luoghi di culto è accompagna­ta da una riflession­e più ponderata. Dietro e dentro una chiesa non c’è solo una storia religiosa, ma anche un patrimonio artistico, culturale, spirituale. Bisogna proteggere un edificio dal degrado, ma trovare una chiesa con il portone sbarrato forse fa meno impression­e che entrarci e vederla riconverti­ta in discoteca, palestra, centro benessere.

Il dibattito sulle chiese abbandonat­e coinvolge storici dell’arte, architetti, urbanisti, amministra­zioni pubbliche e, ovviamente, la stessa gerarchia. Il 28-29 novembre 2018 alla Pontificia Università Gregoriana di Roma si è tenuto il convegno Dio non abita più qui?. organizzat­o dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) e dal Pontificio Consiglio della Cultura, guidato dal cardinale Gianfranco Ravasi, per discutere di “dismission­e dei luoghi di culto” e “gestione integrata dei beni culturali ecclesiast­ici”. Nel documento finale si legge che “sono certamente da preferirsi adattament­i

Niente più funzioni religiose,ma concerti, mostre, letture, cene. Viaggio nei templi abbandonat­i dove il culto lascia il posto alle liturgie laiche

con finalità culturali (musei, aule per conferenze, librerie, bibliotech­e, archivi, laboratori artistici) o sociali (luoghi di incontro, centri Caritas, ambulatori, mense per i poveri e altro)”. In queste pagine vi proponiamo un viaggio fra alcune riconversi­oni interessan­ti, sia in ambito culturale, come auspicato dalla Cei, sia commercial­e. Altri esempi li troverete sul nostro sito doveviaggi.it.

ARTE SACRA E PROFANA

Le chiese sono spesso capolavori di architettu­ra e custodisco­no opere inestimabi­li: per questo la trasformaz­ione di un tempio sconsacrat­o in museo, galleria o luogo di sperimenta­zione artistica è molto diffusa e non è strettamen­te legata al fenomeno della scristiani­zzazione. Nel centro storico di Treviso si trova la chiesa di San Teonisto. Costruita nel XV secolo, fu depauperat­a durante l’epoca napoleonic­a (fra i capolavori trafugati, Le Nozze di Cana di Paolo Veronese) e poi danneggiat­a dalle bombe della Seconda guerra mondiale. Ora è una bellissima sala da musica-auditorium di proprietà della Fondazione Benetton Studi e Ricerche. Il restauro, firmato da Tobia Scarpa, ha salvaguard­ato lo spazio architetto­nico e inserito dettagli contempora­nei e high-tech: quattro lampadari in vetro soffiato, due tribune reclinabil­i che, sollevate, accolgono fino a 300 persone, mentre quando scompaiono al di sotto della quota del pavimento trasforman­o l’ex chiesa in uno spazio espositivo. In questa stagione San Teonisto ospita, fino al 17 maggio, una rassegna di musica antica.

C’è l’intraprend­enza di una gallerista privata, Enrica de Micheli, dietro il progetto di Volumnia ,a Piacenza. L’ex chiesa cinquecent­esca dedicata a S.Agostino, abbandonat­a da anni, è stata affidata in gestione a

Il calo delle vocazioni sacerdotal­i e la minore pratica religiosa portano

allo svuotament­o delle parrocchie

e alla chiusura dei luoghi di culto

de Micheli dopo un bando demaniale ed è diventata, dallo scorso anno, un polo espositivo, che propone mostre di design e di modernaria­to. Sono previste anche l’inaugurazi­one di un bistrot, all’esterno, e la creazione di una libreria-biblioteca d’arte nella sacrestia. Piacenza vanta un’altra bella chiesa sconsacrat­a (SS. Nazzaro e Celso, edificata nel 1025), sede dal 1989 dello Spazio Rosso Tiziano: ospita conferenze sull’arte, presentazi­oni di libri, concerti di musica classica e mostre di pittura e scultura: l’ultima, conclusasi il 31 dicembre, è stata una celebrazio­ne del trentennal­e, con un’antologica di 70 artisti (rossotizia­no.com).

A Milano il dialogo fra arte contempora­nea e luoghi di culto non è strettamen­te influenzat­o dalla secolarizz­azione. Merita di essere visitata, la parrocchia di S. Maria Annunciata in Chiesa Rossa, nell’omonimo quartiere a sud, per Untitled, dell’americano Dan Flavin: un’installazi­one di luci colorate al neon che esalta l’architettu­ra e rende suggestiva la partecipaz­ione al culto. Sono invece due le chiese sconsacrat­e e riconverti­te in spazi artistici nel centro storico. La prima è il museo Francesco Messina, nel tempio di San Sisto al Carrobbio, cuore della Mediolanum romana. L’ar

tista siciliano (1900-1995) la ottenne in comodato dal Comune nel 1974 per farne il proprio studio-dimora e si occupò del restauro sia della chiesa, sia della canonica. Dopo la sua morte, l’edificio è diventato sede della Fondazione Francesco Messina e di un museo che espone sculture e opere grafiche dell’artista. All’incrocio fra corso Italia e piazza S.Eufemia sorge la struttura di San Paolo Converso, che era formata da due aule liturgiche: una aperta al pubblico, l’altra destinata alle suore di clausura (XVI secolo). Sotto Napoleone il convento fu chiuso e la chiesa sconsacrat­a; negli anni Sessanta fu una sala di registrazi­one della casa discografi­ca La voce del padrone (qui incisero Maria Callas e Mina). Ultimament­e gestita dallo studio Locatelli Partners, che ha organizzat­o nell’ex chiesa vari eventi d’arte, architettu­ra e design, da gennaio 2020 è sede di Fondazione Converso, istituzion­e no profit che sotto la guida del direttore creativo Alexander May, proporrà mostre, performanc­e, progetti site specific. In un contesto davvero scenografi­co: l’interno della chiesa, perfettame­nte conservato, ospita decorazion­i scultoree e affreschi d’epoca manierista dei fratelli Vincenzo, Giulio e Antonio Campi.

Per i vescovi va

privilegia­ta la trasformaz­ione in musei, librerie, centri culturali

Il riuso delle chiese sconsacrat­e come luogo privilegia­to per progetti d’arte contempora­nea vede casi interessan­ti in Piemonte. Nelle Langhe, a La Morra (Cn), nel 1999, l’americano Sol Lewitt e il britannico David Tremlett decorarono, su incarico della famiglia Ceretto, la Cappella del Barolo. Costruita nel 1914 e chiamata inizialmen­te Cappella di Santissima Madonna delle Grazie, non fu mai consacrata ed è ora un simbolo del dialogo fra arte e spazi religiosi. Lo stesso Tremlett ha poi firmato, nel 2017, a Coazzolo, la Chiesetta fra le vigne e, soprattutt­o, nella primavera 2019, Wall Drawing in Pastel for OPEN SPACE San Maurizio. Si tratta di un affresco permanente che decora, a Santo Stefano Belbo (Cn, il paese natale di Cesare Pavese) la Cappella di San Maurizio dell’omonimo monastero, un complesso cistercens­e fondato nel 1619 e oggi sede di un relais elegante fra in colli delle Langhe.

DALLA PAROLA DI DIO ALLE PAROLE DELL’UOMO

Nelle celebrazio­ni liturgiche l’ascolto della parola di Dio è centrale. Se le letture sacre non riecheggia­no più, è plausibile accettare, come male minore, che la chiesa si trasformi in una libreria. Non è solo una preferenza delle gerarchie: ci sono già casi. A Pavia i tavoli e le mensole della libreria Feltrinell­i occupano gli spazi dell’ex chiesa di San Rocco, sede di una confratern­ita che assisteva i condannati a morte. Nell’interno (prima di diventare libreria, fu anche un cinema, il Roma) è ben visibile un affresco raffiguran­te la Madonna. A Rieti una libreria Mondadori ha trovato spazio in una chiesa romanica dedicata a San Pietro e sconsacrat­a negli anni Settanta. Bello il portale marmoreo del XIII secolo; le pale d’altare furono rimosse e gli interni sono spogli; le pareti hanno intonaci settecente­schi che, nonostante i restauri degli anni Novanta, mostrano segni di degrado.

Era in condizioni di degrado avanzato anche la chiesa dedicata a Maria Matri divinae gratiae di via Poerio, nel quartiere di Chiaia, a Napoli. Aperta al culto nel 1912, versava in abbandono dagli anni Ottanta e sarebbe andata persa senza l’intervento di Marzio Alfonso Grimaldi, colto e raffinato editore partenopeo, che aveva già una propria libreria antiquaria. Grimaldi se l’è aggiudicat­a nel 2012 in seguito a un bando della Curia napoletana e ha curato un restauro accurato (l’edificio è sotto vincolo della Soprintend­enza). Dai due locali sono stati ricavati uno showroom (l’ex sacrestia) e lo studio di Grimaldi (la stanza del prete); la cappella, con il

All’estero le riconversi­oni sono più numerose, fantasiose e

disinvolte. Alcuni riusi profani appaiono però discutibil­i

bel coro e l’altare, accoglie i clienti, con i titoli della casa editrice e libri di antiquaria­to, stampe antiche, gouaches. Davvero un luogo che ha un’anima. A Napoli merita di essere segnalata anche la chiesa barocca di San Giuseppe delle Scalze, che conservava la grande tela di Luca Giordano La sacra famiglia ha la visione dei simboli della passione (ora a Capodimont­e). La struttura è gestita dalla rete di associazio­ni “Le Scalze. Laboratori di cittadinan­za attiva” che promuove mostre, concerti, momenti di aggregazio­ne per gli abitanti, eventi culturali (lescalze.org, vedere anche l’illustrazi­one della nostra Simo Capecchi a pag. 178).

NON È L’ULTIMA CENA

Uno dei riusi più controvers­i e delicati delle chiese sconsacrat­e ha a che fare con la trasformaz­ione in ristoranti. Più della pratica commercial­e in sé, è una questione teologica: per i cattolici il pane e il vino diventano un’altra sostanza, il corpo e il sangue di Cristo, perché nella messa si rinnova il gesto dell’Ultima Cena. Anche se sconsacrat­a, una chiesa non perde quindi la memoria ontologica di ciò che era. Ci sono però chiese sconsacrat­e da molto tempo che sono diventate ristoranti dopo altre vicende. A Verona , il ristorante Santa Felicita sorge in una chiesa romanica consacrata nel 1207 e soppressa nel 1806 in seguito alle riforme napoleonic­he: il tempio fu adibito a usi civili prima di diventare un locale rinomato che conserva il bellissimo soffitto ligneo del XIV secolo e un affresco con il volto di Cristo nella zona absidale. In Campania, a Nocera Inferiore ,la chiesa di S. Angelo in Grotta, risalente al 1020, è stata abbandonat­a a lungo prima di diventare un ristorante. Attualment­e il locale si chiama Graal. Suggestiva la cucina a vista, ricavata in posizione elevata dove una volta c’era un organo. Perché tutti vedano come lo chef officia il suo rito laico.

 ??  ?? La chiesa sconsacrat­a di S.Agostino, a Piacenza, accoglie la galleria Volumnia, spazio per rassegne di design, arte contempora­nea ed eventi privati.
DOVE
La chiesa sconsacrat­a di S.Agostino, a Piacenza, accoglie la galleria Volumnia, spazio per rassegne di design, arte contempora­nea ed eventi privati. DOVE
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DOVE
 ??  ?? 1. San Paolo Converso,a Milano. Ospita eventi d’arte.
2. Il Cinéma Sala Pegasus,a Spoleto, nella ex chiesa di San Lorenzo Illuminato­re.
3. Kaos Temple, a Llanera, Spagna: è uno skatepark.
DOVE
1. San Paolo Converso,a Milano. Ospita eventi d’arte. 2. Il Cinéma Sala Pegasus,a Spoleto, nella ex chiesa di San Lorenzo Illuminato­re. 3. Kaos Temple, a Llanera, Spagna: è uno skatepark. DOVE
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DOVE
 ??  ?? La Suite della Chiesa dell’hotel Villa Marta,a Lucca. A sinistra, San Teonisto,a Treviso: ristruttur­ato da Tobia Scarpa, il tempio ospita attività culturali e concerti.
La Suite della Chiesa dell’hotel Villa Marta,a Lucca. A sinistra, San Teonisto,a Treviso: ristruttur­ato da Tobia Scarpa, il tempio ospita attività culturali e concerti.
 ??  ?? 1| La cappella di San Maurizio (1619), a Santo Stefano Belbo, abbellita dall’intervento del pittore inglese David Tremlett. 2| La libreria Selexyz Dominicane­n,
a Maastricht. 3| Il ristorante Graal ,a Nocera Inferiore, in una chiesa originaria dell’XI secolo.
1| La cappella di San Maurizio (1619), a Santo Stefano Belbo, abbellita dall’intervento del pittore inglese David Tremlett. 2| La libreria Selexyz Dominicane­n, a Maastricht. 3| Il ristorante Graal ,a Nocera Inferiore, in una chiesa originaria dell’XI secolo.
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DOVE
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La libreria antiquaria Grimaldi ,a Napoli:è stata aperta nel 2014 in una chiesa del 1912, abbandonat­a dagli anni Ottanta.

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