Sapersi orientare.
Il nuovo museo interattivo e la raccolta storica aperta al pubblico, ma anche gli eventi e le app. Ecco dove la geografia diventa cultura, arte, festa. E perfino sport
Musei interattivi, raccolte storiche aperte al pubblico, eventi e app. Ecco dove la geografia diventa cultura, arte. E perfino sport
Una mappa è già una storia. Robert Louis Stevenson ebbe l’idea per L’isola del tesoro giocando a disegnare una cartina con il figliastro Lloyd. Può essere la propria, di storia: il planisfero con i Paesi dove si è stati da cancellare è stato uno dei regali del Natale 2019. Gli anni Duemila hanno trasmesso l’idea di una geografia invecchiata, nozionistica. Inutile forse, tanto c’è Google. Torna invece il bisogno di mappare la realtà, magari incrociando l’antica arte cartografica e le nuove tecnologie. Per contestualizzare le notizie sui giornali, le sfide del futuro, per vivere una vacanza a occhi aperti o conoscere meglio il proprio quartiere. Ecco allora musei interattivi, eventi come il Festival internazionale della geografia di ottobre a Bardolino (Ve), le librerie a tema - Il Giramondo ,a Torino, ha tutte le novità (ilgiramondo.it), Pettinaroli ,a Milano, i tesori d’epoca (pettinarolimapsandprints.com) -, gli archivi e le biblioteche che aprono al pubblico. Il viaggio inizia qui.
PADOVA: NEL TEMPIO DELLE MAPPE
Dallo scorso luglio è il primo museo dedicato al tema in Italia, tra i primi al mondo nel suo genere all’interno di un ateneo. Il Museo di Geografia del dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’Università degli Studi di Padova, all’interno di palazzo Wollemborg, valorizza un patrimonio che risale a una delle prime cattedre di geografia in Italia (istituita nel 1742) e a secoli di ricerca e didattica. Raccomandato dall’Associazione degli insegnanti di geografia per la competenza e passione delle sue guide, quasi tutto, qui, si
può toccare, sfogliare, spesso cliccare. “Si impara il nome di fiumi e capitali”, dice Mauro Varotto, responsabile scientifico del museo, “ma si può anche capire da dove arriva ciò che mangiamo, o perché i popoli migrano dal lago Chad”. Il percorso si snoda attraverso la Sala Clima, quella delle Esplorazioni e quella delle Metafore. Tra meraviglie come i globi terrestri e celesti realizzati tra il 1630 e il 1910, gli atlanti del XVIII e XIX secolo e una collezione di plastici storici tra le più ricche d’Italia.
Via 8 Febbraio 2, tel. 049.82.74.276, musei.unipd. it/it/geografia. Ingresso gratuito, visite su prenotazione venerdì (15-18) e sabato (9-12).
ROVERETO: DALLA CARTA AI BITE
Un’altra novità, ottima dimostrazione di come l’arte antica della rappresentazione dei territori possa rinascere in chiave high-tech. È il GeCo di Rovereto (Tn), Centro geo-cartografico di studio e documentazione del dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università trentina, inaugurato a ottobre a palazzo Alberti Poja,a due passi dal Mart, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Qui si catalogano carte storiche, si gestiscono dati, si costruiscono mappe digitali tematiche incentrate sulla prevenzione del rischio ambientale, la gestione delle risorse boschive, la pianificazione urbana sostenibile. Fino al 15 maggio si visita la mostra Imago trentina, viaggio nella storia plurisecolare dell’area attraverso le cartografie manoscritte del XVI e il XIX conservate dai diversi archivi della Provincia. Oggi finalmente in un’unica sede.
Via A. Bettini 48, tel. 0464.80.84.69, lettere.unitn. it.Visite gratuite da prenotare: geco.lett@unitn.it
Sono sempre più diffuse le visite alle raccolte di mappe e atlanti d’epoca, di cui l’Italia vanta un ricco patrimonio
GENOVA: COME I GRANDI NAVIGATORI
L’emozione di una traversata in piroscafo da Gibilterra a New York, o quella di prendere in mano un timone di un brigantino, tenere d’occhio la bussola e controllare che in cambusa non manchi nulla. Sono alcune delle esperienze da provare al Galata, il Museo del mare di Genova nel più antico edificio della Darsena, un tempo l’Arsenale della Repubblica dove venivano costruite, armate e varate le navi da guerra e da commercio. Pensato anche per i più piccoli, tra le diverse sezioni vede quella degli Atlanti e globi e la collezione dell’Istituto idrografico della Marina, ricca di bussole, cronometri, carte nautiche e strumenti ottici sparsi fino a qualche anno fa in vari osservatori italiani. Nuova l’area sulla marina mercantile, dal dopoguerra ai nostri giorni Calata dei Mari 1, tel. 010.23.45.655, galatamuseodelmare.it. Ingresso 19 €, ridotto 17 €. Orari: mar.ven. 10-18; sab.-dom. 10-19.30.
ROMA: AFFRESCHI, PLASTICI E FOTO
È un piccolo gioco: cercare qui la propria città e vedere com’era rappresentata alla fine del XVI secolo. Realizzata tra il 1580 e il 1585 per volontà di papa Gregorio XIII, la Galleria delle carte geografiche, nel cuore dei Musei Vaticani, è anche una delle prime rappresentazione dell’Italia come unità territoriale e insieme di regioni. Gli affreschi, coloratissimi, realizzati da maestri italiani e fiamminghi, illustrano da un lato le regioni adriatiche, dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia, dall’altro le tirreniche, dalla Liguria alla Sicilia. A volte abbozzati e imprecisi per chi è nato nell’era delle foto satellitari, spesso orientati a sud (come usava al tempo), gli
affreschi raccontano anche città e porti, fiumi, boschi e i grandi episodi della storia.
A Roma si sfogliano e osservano veri tesori nelle sale della Società geografica italiana, nel Palazzetto Matte di Villa Celimontana, aperto per visite guidate. Sono libri d’epoca, foto, il prezioso fondo orientale con carte cinesi e giapponesi manoscritte. Interessante anche la Biblioteca di geografia dell’ex Istituto Geografico della Facoltà di Lettere e Filosofia de La Sapienza, che organizza eventi e laboratori per avvicinarsi alla materia anche attraverso la sue raccolte di strumenti scientifici, le cinquemila carte geografiche, una collezione di plastici dalla fine dell’Ottocento ai primi del secolo e 30 mila volumi, tra atlanti e testi rari.
Musei vaticani, viale Vaticano, tel. 06.69.88.46.76, orari e prezzi su museivaticani.va. Società geografica, via Navicella 12, tel. 06.70.08.279, societageografica.it, lun., mer., ven. 9-13, mar. e gio. 9-17; per visite guidate (gratuite): visite@societageografica.it. Biblioteca di geografia, piazzale Aldo Moro 5, tel. 06.49.91.35.89, web.uniroma1.it/lcm/biblioteca-di-geografia, lun. e mer. 9-17, mar. gio. e ven. 9-15.
UMBRIA: DAI FOSSILI ALLE MIGRAZIONI
“Vietato non toccare” è il benvenuto all’ingresso del Geolab di San Gemini, nel Ternano: cinque sale che raccontano la Terra a partire dalle grandi placche tettoniche. Plastici interattivi illustrano la genesi di catene montuose, laghi, spiegano come e perché si scatenano i terremoti. I GeoLaboratori - che includono tour alla vicina Cascata delle Marmore - spiegano ai più piccoli i fossili, i minerali, il rapporto tra paesaggio e toponimia. Un’ora d’auto più a sud, i flussi migratori - fra i temi contemporanei più trattati oggi dai geografi italiani - sono al centro del Museo regionale dell’emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino. Dalla fine dell’Ottocento hanno lasciato l’Italia per sempre 27 milioni di persone. Qui lo raccontano, partendo a ritroso, dallo sbarco alla partenza, documenti, voci, suoni, immagini, provenienti anche dagli archivi della Rai e di alcune televisioni straniere. Toccante e istruttivo.
Geolab, via Misericordia 1, San Gemini (Tn), tel. 199.151.123, sistemamuseo.it, su prenotazione: Ingresso 3 €, sconti per bambini e gruppi. Museo emigrazione, Palazzo del Podestà, Gualdo Tadino (Pg), emigrazione.it. Ingresso 5 €, ridotto 3 €. Orari: mar.-ven. 10-13/16-18.30; sab.-dom. 10-13/15-18.
NAPOLI: GEOGRAFIA PER IMMAGINI
Il Grand Hotel de Londres, dietro il porto, dal 2013 è la sede del Museo della pace Mamt (Mediterraneo Arte Musica Tradizioni). Cinquemila video in alta definizione 4k, più foto, documenti e modellini, per raccontare il bello e il buono che unisce i popoli del mare nostrum, secondo percorsi che vanno dal Mediterraneo della luce, incentrato sugli architetti che hanno lasciato la loro impronta sul territorio, a le Emozioni, sulle rotte della cultura. Un mare tre fedi racconta le religioni di questa parte del mondo, con le loro musiche e i loro suoni.
Via Depretis 130, cell. 340.80.62.908, mamt.it. Ingresso gratuito. Orari: mer.-ven. 10-13/15-19, sabato 9-13, lunedì su prenotazione.
FRANCIA: L’ARTE DELLA GEOPOLITICA
La geografia come arte, come psicologia, come politica. A Marsiglia - da sempre porto di popoli - la Citè radieuse è l’esperimento abitativo dell’architetto svizzero Le Corbusier nel secondo dopoguerra (vedere anche la rubrica Cinque sensi, da pag. 171). Oggi è la sede del MuCem, Museo delle civiltà d’Europa e del Mediterraneo che, dal 2013, ingloba il vecchio forte di SaintJean con una grande terrazza. All’interno, un percorso dedicato al “patrimonio antropologico” mediterraneo: archeologia, pittura, artigianato, dal neolitico all’arte contemporanea, con proiezioni, convegni e mostre temporanee come Voyage Voyages, che fino al 21 febbraio presenta i “mondi geo-artistici” di vari maestri del Novecento: da Wassily Kandinsky a Andy Warhol, da Marcel Duchamp ad Andreas Gursky.
Creatività e geografia s’incrociano anche al Palais de Tokyo di Parigi, dove la mostra Fragmenter le monde omaggia l’omonimo saggio firmato nel 2018 dallo psicologo-psicoterapeuta Josep Rafanell i Orra. È pensata in due fasi: Notre monde brûle (il nostro mondo bruciato, 21 febbraio-17 maggio) e, dal 19 giugno al 13 settembre, Ubuntu, un Rêve lucide (Ubuntu - tra i più diffusi sistemi operativi aperti per computer -, il sogno lucido). Nelle sale, vari artisti affrontano i temi della frammentazione politica e sociale del mondo, con uno sguardo all’emergenza ambientale in Amazzonia, Siberia e California. E propongono modelli economici e forme di stato alternative. Perché la geografia può anche cambiare il mondo. MuCem, espl. du J4, Marsiglia, mucem.org. Ingresso 9,5 €. Orari: mer.-lun. 11-18. Palais de Tokyo, 13 av. du Président Wilson, Parigi, palaisdetokyo.com. Ingresso 12 €, ridotto 3 €. Orari: mer.-lun. 12-24.
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