LA SFIDA GREEN DEL SIKKIM
Il Sikkim, piccolo stato ai piedi della catena montuosa dell’Himalaya, fu per secoli il regno della dinastia Namgyel. Nel 1975, con un referendum, è diventato il ventiduesimo stato dell’India, sfuggendo così alle pressioni della Cina, che lo rivendicava tra i suoi territori. Oggi la situazione è stabile, ma l’accesso agli stranieri è regolamentato e occorre richiedere un permesso speciale per entrare. Primo stato indiano a rendere obbligatoria l’educazione ambientale nelle scuole, il Sikkim sta investendo buona parte delle sue risorse nell’ecologia: ha convertito al biologico il 100 per cento della sua produzione agricola, messo al bando le borse di plastica fin dal 1997 e abolito da tre anni piatti e posate usa e getta. Nell’ottobre 2018, il primo ministro Pawan Kumar Chamling ha ricevuto a Roma il Future Policy Award, un premio dedicato alle migliori politiche globali per l’agroecologia. Negli ultimi anni il Paese sta puntando anche alla riqualificazione turistica. Oltre alle bellezze naturali e ai suoi monasteri, ad attrarre i visitatori (soprattutto indiani) sono gli sport estremi. Chi ha gambe allenate nella bella stagione può spingersi fino alla Yumthang Valley ,apiùdi 3.500 metri d’altezza, un tappeto fiorito a perdita d’occhio, non a caso conosciuto anche come valle dei fiori. Per gli amanti del rafting la rotta è segnata dal Tista, il fiume tortuoso color smeraldo che fende il Sikkim. Ancora più estrema è la sfida di sorvolare valichi e vette con il paracadute. Una scommessa che intriga molti turisti, visto il successo del Sikkim Parapendio Festival, in programma ogni anno a ottobre e novembre.