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UN ANNO PER COLÒ

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È di 29 medaglie ai campionati italiani, un oro olimpico a Oslo, due ori e un argento al Mondiali di Aspen il palmarès di Zeno Colò. Avrebbe potuto essere maggiore, senza la guerra e una squalifica infertagli. Oltre alle vittorie, Colò ha lasciato allo sci una tecnica rivoluzion­aria, in un’epoca in cui gli atleti scendevano tutti ritti come pali della luce. Nato ad Abetone nel 1920, il campione è celebrato con un programma iniziato alla fine 2019 e che prosegue per tutto il 2020. Dopo gennaio a Madonna di Campiglio, in occasione della Coppa del Mondo 3TRE, gara che Colò vinse due volte, ecco ad Abetone, dal 7 al 9 marzo, Sghiando, manifestaz­ione che porta il vintage sulla neve, con abbigliame­nto, attrezzatu­ra, stili del Novecento. Previste anche sfilate in guardaroba d’epoca, raduni di auto storiche, degustazio­ni di vin brulé e la festa per il compleanno della sciatrice Celina Seghi, coetanea di Colò, che il 6 marzo compie cent'anni: durante la sua carriera vinse trofei nazionali e internazio­nali, tra cui l’Arlberg-Kandahar, in Austria. Dal 18 al 22 marzo le celebrazio­ni si spostano a Cortina, in occasione delle finali di Coppa del mondo di sci, a ricordare che Zeno fu giovane apripista nel 1941 (registrand­o un tempo migliore del vincitore) e, causa squalifica, solo tedoforo nelle Olimpiadi del 1956. Seguono, dal 28 marzo al 4 aprile all'Abetone, le finali di Pinocchio sugli sci, gara giovanile di cui il fuoriclass­e fu uno dei promotori e apripista nella prima edizione, nel 1983. La gran festa sarà il 30 giugno, giorno in cui nacque, al rifugio Zeno Colò in cima al monte Gomito, celebrato anche con l’emissione di un francoboll­o dedicatogl­i da Poste Italiane. Atto finale l’8 dicembre, ad Aspen, in Colorado, dove Colò trionfò nel 1950 e dove è tuttora una leggenda.

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