CAMBIO DI ORIZZONTI
Multietnica, vivace, ricca di un passato che spicca ancora in cucina e nel vecchio quartiere simbolo, Le Panier. Marsiglia, capoluogo della Provenza, continua a essere un laboratorio di culture e disegni urbanistici: grattacieli, spazi per l’arte e il rel
“Una imprevedibile città che ha sempre ingarbugliato a tal punto le esistenze dei suoi abitanti da rendere impossibile la solitudine, sostituendo alla monotonia del bianco l’infinita coloratura del caos”. È con questa Marsiglia che fa i conti la giovane Silke, la protagonista del romanzo del cagliaritano Nicola Lecca, I colori dopo il bianco ( Mondadori Ed., 2017, 18 €). La capitale della Provenza ha il fascino delle città radicate nella storia che hanno saputo reinventarsi; caotica e silenziosa, accogliente e chiacchierona, conquista subito e non spaventa come un tempo. “Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa“scriveva il celeberrimo scrittore e drammaturgo marsigliese Jean-Claude Izzo, diventato famoso con la trilogia noir Casino totale, Chourmo, Solea. Qual è, allora, la vera Marsiglia? Quella affacciata sul blu intenso del Mediterraneo e le ventate del Mistral? Oppure quella delle note di verbena, agrumi, fiori d’arancio, lavanda, violetta che si coglie tra i flaconi e le essenze create dai maître parfumeur di Eau de Cassis (rue Pythéas 1, leaudecassis.com)?. Il suo fascino è strattonare i sensi, sollecitar
li. Il romano Paolo di Paolo (finalista al premio Strega con Mandami tanta vita) entra in città dalla cucina e prova con Esperimento Marsiglia (edizioni Edt, 2019) a raccontarla attraverso i profumi, gli odori, i gusti e i colori del suo ricettario meticcio, dove regna incontrastato come piatto icona la squisita bouillabaisse, zuppa che parla di mare, di confini lontani, di oriente e occidente. Tutto legato indissolubilmente in un tegame. Ecco, sedersi ai tavoli di L’epuisette (l-epuisette.fr), che propone un menu bouillabaisse di diverse portate (dai ravioli di triglia all’aspic alla zuppa di pesce di scoglio), è un invito a scoprire questa città allertando tutti i sensi.
Dal porto vecchio lo sguardo abbraccia il passato e le grandi novità architettoniche che hanno abbellito il lungomare, convertito luoghi disadorni in spazi per leggere il contemporaneo e creare un legame con il mare, risorsa e frontiera sul Mediterraneo. Una trasformazione che ha portato al restyling del fronte del porto, arricchendo i percorsi di edi
fici modernissimi, musei spettacolari, hotel. Lungo le banchine del Vieux Port l’archistar Norman Foster ha disegnato Ombriere, una pensilina in acciaio specchiante per vedersi e
ASSAPORARE LA ZUPPA DI PESCE
Nel cuore del Vieux Port, ai tavoli di Le Miramar, si ordina una tra le migliori bouillabaisse in città. Christian Buffa, ex allievo di Paul Bocuse, la prepara con 12 specie di pesce. Sulla costa si apprezza anche la bourride (nella foto),
simile alla bouillabaisse, lemiramar.fr vedere riflessi palazzi e scorci. La vecchia Marsiglia per anni tristemente famosa per essere culla della mala (qui è nato il genere letterario e cinematografico polar) oggi è altro, soprattutto Le Panier, il vecchio quartiere popolare che si arrampica verso la collina e si srotola in un dedalo di piazzette, insegne e botteghe che invitano a scoprire sapori, a vedere le cose con occhi nuovi. Il risveglio è iniziato con Marseille 2013, quando il capoluogo della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra diventa Capitale europea della cultura e, lasciato da parte il suo fascino maudit, si reinventa con un urbanismo ambizioso. Così oggi Marsiglia, grazie all’annus mirabilis, regala ai suoi cinque milioni di turisti (fonte: Marseille Tourisme) scenari ed edifici tutti da esplorare, a cominciare da Villa Méditerranée, sulla costa, nelle vicinanze del porto, con alle spalle il promontorio della Tourette. Disegnata da Stefano Boeri, si eleva su una piazza d’acqua marina che penetra nella
banchina, a simboleggiare il profondo legame con il mare. I suoi spazi sono stati infatti disegnati per illustrare, e discutere, di Mediterraneo. Di fronte, la spettacolare sagoma del MuCem, il Musée des civilisations de l’Europe et de la Méditerranée (mucem.org), disegnato da Rudy Ricciotti, uno spazio multidisciplinare (tre le aree in cui è stato suddiviso) dove dialogano arte contemporanea, storia, archeologia. Questo museo sull’acqua offre uno sguardo a 360° sulle civiltà del Mediterraneo, dalla preistoria a oggi. E fino al 4 maggio si visita la mostra Voyage Voyages: un centinaio di opere tra sculture, dipinti, installazioni, disegni, fotografie, video, svela i viaggi reali o immaginari di artisti quali Paul Gauguin, Kandinsky, Warhol, Duchamp. Il museo è sul mare, ma è anche in terra: una pensilina lo collega al castello di Saint-Jean, il maniero in pietra color ocra convertito in spazio d’arte dove rilassarsi e passeggiare tra sentieri ed essenze del Mediterraneo.