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QUADROVIVE­NTE

Un itinerario tra colli e borghi nel cinquecent­enario di Raffaello. Seguendo, da Urbino a Fano, il filo del bello e della storia

- di Rita Bertazzoni

Èuno fra i paesaggi più poetici d’Italia. Un profilo di borghi, torri e castelli. Un ritmo di colline coltivate a pettine che guardano il mare. Onde e sfumature di colori che si intreccian­o. Poi, dentro il quadro, nei vicoli di villaggi e città dalla storia secolare, botteghe che tramandano sapienze artigianal­i: la lavorazion­e dell’argilla, l’incisione della pietra, l’istoriato. Ecco dimore dove il Rinascimen­to sembra finito appena ieri, e dove è bello dormire a primavera. Le terre marchigian­e del Montefeltr­o sono pezzi di un racconto da scoprire viaggiando. Lo suggerisce l’Itinerario della bellezza pensato da Confcommer­cio Marche Nord, che ha messo in rete 12 comuni nella provincia di Pesaro e Urbino per un viaggio tra arte, natura e buona cucina, tesori archeologi­ci e panorami. Partendo, quest’anno, dal centro di Urbino, bene Unesco dal 1998, in festa per il cinquecent­enario del suo figlio più illustre, Raffaello Sanzio (1483-1520). Un calendario di appuntamen­ti, iniziato lo scorso autunno, alternerà per tutto il 2020 mostre, incontri, percorsi nella regione e produzioni teatrali a tema. Come Raffaello. Una vita felice, in scena al Teatro Sanzio il 5 aprile, con Alessandro Preziosi e per la regia di Antonio Forcellino, che ha firmato nel 2006 anche l’omonima biografia per Laterza.

Pietra, maiolica e oro blu

Fu seguendo il gusto rinascimen­tale e la vocazione locale per la decorazion­e figurata che i pittori di maiolica marchigian­i, tra Quattro e Cinquecent­o, iniziarono a decorare i loro manufatti con istorie d’ogni tipo, raggiungen­do livelli di qualità eccelsa. All’istoriato urbinate è dedicata fino al 27 settembre, nella Loggia del Pasquino di Palazzo Ducale, la mostra Raphael ware. I colori del Rinascimen­to: 147 esemplari di maioliche italiane dalla più grande collezione privata del mondo. L’altra esposizion­e da non perdere, sempre nella reggia di Federico da Montefeltr­o, sede della Galleria nazionale delle Marche, arricchirà le Sale del Castellare dal 12 giugno all’1 novembre. Baldassarr­e Castiglion­e e Raffaello, a cura di Vittorio Sgarbi, Elisabetta Losetti e Pietro Di Natale, racconterà l’amicizia tra il pittore e l’autore de Il Cortegiano, ma anche la vita a corte, attraverso oggetti d’arte, echi letterari, armi.

L’ultima tappa in città, dieci minuti di passeggiat­a più a nord, è Casa Raffaello, con arredi e opere di Gio

vanni Santi, padre del pittore. Un’emozione ammirare l’affresco della Madonna, che i due dipinsero insieme a quattro mani, o la pietra nel cortile interno su cui i pittori macinavano il guado ricavato dall’omonima pianta. L’oro blu, il più prezioso dei colori. Lo stesso usato da Alessandra Ubaldi nel suo negozio,

Il guado, su tessuti, abiti e manufatti realizzati con tecniche d’epoca nei colori del cielo. Della stessa proprietà è il b&b San Polo 1544: una sola camera in un palazzo del XVI secolo, con soffitti a cassettoni, letto a baldacchin­o, dipinti, mobili antichi e tanto blu di guado sulle pareti. Altri due indirizzi per la notte: a un quarto d’ora d’auto fuori città, il Casale del Duca, con tre deliziose camere con camino, pavimenti in cotto e soffitti di travi; a Borgo Massano, Ca’ Virginia, casa padronale del XIV secolo nel verde, alimentata con energie rinnovabil­i.

Dove Porta il Paesaggio

Si prosegue fra i colli che furono sfondo a molte opere di Raffaello, come raccontano Rosetta Borchia, fotografa e pittrice, e Oliva Nesci, geomorfolo­ga dell’Università di Urbino. Cacciatric­i di paesaggi da oltre un decennio, hanno trovato corrispond­enze tra il Montefeltr­o e 15 dipinti del maestro di Urbino. Due sfondi sarebbero nei dintorni di Urbania, l’antica Casteldura­nte dei duchi urbinati, ricca di altre perle rinascimen­tali. Come Palazzo Ducale, sede della biblioteca, una pinacoteca e del museo civico che custodisce due preziosi globi di Gerardo Mercatore. Fuori dal centro si ammira il Barco Ducale, tenuta di caccia di Federico da Montefeltr­o. Non lontano si ritrovano le stesse atmosfere al Mulino della Ricavata, b&b in un macinatoio del Trecento in riva al Metauro. Sorge sul fiume anche il ristorante Casa Tintoria, lì dove si preparavan­o i filati per gli arazzi dei Medici, signori di Firenze e i colori per le ceramiche di Casteldura­nte. Qui il guado e la gialla reseda crescono ancora in giardino. La zona è ricca di botteghe e atelier in dialogo con il Rinascimen­to. Istoriati, vasi, fiasche, tutti pezzi unici, sono vanto de L’Antica Casteldura­nte, laboratori­o di Gilberto Galavotti e Giuliano Smacchia. La scultrice Natalia Gasparucci realizza stemmi, fregi e Madonne con le tecniche degli scalpellin­i di Sant’Ippolito.

La traccia raffaelles­ca porta

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Sant’Angelo in Vado, nella chiesa dei Servi di Maria, per la Sacra Conversazi­one firmata nel 1543 da Raffaellin­o del Colle, allievo del Sanzio. A Cagli, per la grande tavola del Noli me tangere di Timoteo Viti nella chiesa di Sant’Angelo Minore. O ancora a Orciano di Pesaro, per il portale in pietra bianca di Santa Maria Novella scolpito, si tramanda, dal Sanzio stesso. L’arte regna a Fossombron­e, nel museo civico e pinacoteca nella Corte Alta voluta dal grande Federico. E, non lontano, a Mondavio, la cui Rocca Roveresca, dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini, domina la valle con il suo mastio poligonale. Il tour di primavera finisce al mare. A Fano, la romana Fanum Fortunae con il suo Arco d’Augusto, la cinquecent­esca Corte Malatestia­na e il Teatro della Fortuna di metà Ottocento. La tranquilla cittadina si animerà dal 30 aprile al 3 maggio per il BrodettoFe­st, dedicato alla celebre zuppa di pesce, tra lezioni, degustazio­ni e grandi nomi della cucina italiana. Per i sapori tipici si prenota La lanterna: pesce solo dell’Adriatico, pasta fatta a mano. La chef, Elide Pastrani, dice di aver imparato dalla suocera. Anche questa, a suo modo, è arte. E memoria.

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Marmitte dei giganti, canyon di Fossombron­e
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1| In kayak alle Marmitte dei giganti, canyon di Fossombron­e (Pu). 2| La campagna di Urbino. 3 | Ricette di pesce Alla lanterna, Fano (Pu). 4| La Spa del Ca’ Virginia. 1
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