Sentite il profumo?
Grand Tour di primavera nelle oasi più belle dell’isola
Fiori che sbocciano, corolle che esplodono e spandono la fragranza dei loro petali, piante che si accendono di mille colori. Il risveglio della natura, in primavera, diventa gagliardo e ammaliante in Sicilia. Sull’isola, arbusti tipici della macchia mediterranea si confondono con papiri, palme, piante esotiche; agrumi e gelsomini colorano la terra fino alle vene nere dell’Etna. “Il giardino è metafora piena dell’accoglienza siciliana, della convivenza, della contaminazione reciproca tra culture, paesaggi e specie diverse”, spiega Paolo Inglese, docente di arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università degli Studi di Palermo. “Grazie al clima, convivono, in uno stato di benessere, numerosissime piante autoctone e tropicali”, gli fa eco Sergio Cumitini, orticoltore e guida botanica. Fin dalla dominazione araba si è cercato di raccogliere i colori e l’abbondanza della natura in luoghi preziosi: u’ jardinu indica da sempre, nella lingua dell’isola, uno spazio intimo, dove nascono i frutti e si coltiva la bellezza. “Sembra paradossale, mala ricchezza di acqua, per esempio nella Conca d’Oro di Palermo, ha favorito la creazione di oasi lussureggianti, che erano proprie della corte araba prima e normanna poi. Il giardino è il luogo del riposo del principe, lo spazio in cui si manifestano la forza e la bellezza del suo potere. In Sicilia i giardini assumono il carattere esotico, quasi riflettendone e ricreandone il paesaggio. E le ville dell’aristocrazia, nel Settecento, diventano veri tesori botanici”, continua Inglese. Dove è andato alla ricerca dei giardini più belli e segreti della Sicilia orientale: visitarli è anche l’occasione per riflettere sull’ambiente, sulla biodiversità, sul futuro del paesaggio.
TAORMINA: IL RIFUGIO DEGLI ARTISTI
Il viaggio inizia da Taormina, lasciandosi alle spalle il promontorio di Isolabella e le vie strette del centro storico. Casa Cuseni si staglia sul fianco della collina, sopra la città, ed è immersa in un giardino che si slancia in una verticalità teatrale, fra terrazze, gradini, rampe e sentieri. Il gusto di un’epoca ha lasciato tracce, testimonianze, atmosfere. Come la pittura murale nella dining room, creata da Sir Frank Brangwyn (1867-1956), uno dei primi decoratori di Louis Comfort Tiffany, che a lungo abitò questa villa voluta dall’amico pittore Robert Hawthorn Kitson (1873-1947): entrambi si appassionarono al giardino, coltivandone ogni angolo per più di quarant’anni. Statue e interventi artistici di gusto futurista si inseriscono tra agavi giganti e rose inglesi, agrumi e vasi di terracotta; si passeggia come fosse un percorso sulla via della conoscenza, dove la bellezza stimola il pensiero. Ed è di una bellezza assoluta la vista sul golfo di Taormina e sull’Etna, fondale a distese di acanto fiorito, papaveri, preziose passiflore e bordure in fiore. Ci sono angoli che sembrano dipinti. Un vialetto in pietra si apre su un agrumeto profumatissimo, con una grande vasca decorata da maio
Agavi e jacarande. Rose e ortensie. Zagare e gelsomini. Siepi e giochi d’acqua. È una festa di colori, aromi e suoni il nostro Grand Tour nelle oasi più belle dell’isola. Buona primavera!
liche arabe e stucchi rossi che fanno da sfondo a nasturzi d’acqua e papiri. Questa bellezza potrebbe avere ispirato anche lo scrittore britannico Roald Dahl (1916-1990), che qui concepì La fabbrica di cioccolato.
GIARRE: LAND ART E INNOVAZIONE
Tra il mare Ionio e l’Etna, il parco botanico Radicepura si svela con la forza dei suoi colori e della sua storia. Oltre mezzo secolo fa Venerando Faro gettò le basi di questo immenso vivaio, a Giarre, che oggi raccoglie tremila specie e oltre settemila varietà di piante, anche medicinali e aromatiche. Èun archivio vivente che attira ricercatori internazionali per studiare il germoplasma di specie autoctone e no. Radicepura è un santuario votato alla salvaguardia della flora e da tempo coinvolge designer, artisti e architetti per indagare sul tema del paesaggio mediterraneo. Radicepura Garden Festival, che si tiene ogni due anni, invita a creare spazi verdi, a immaginare il giardino di domani. “Abbiamo voluto sviluppare una nuova cultura del paesaggio e promuovere la salvaguardia del nostro territorio vulcanico. Per farlo abbiamo dialogato con giovani creativi e paesaggisti di tutto il mondo, come François Abélanet e Andy Sturgeon”, racconta Mario Faro, ideatore della Biennale e vicepresidente della Fondazione Radicepura. Tra le operesimbolo del parco ci sono Anamorphose, monumentale mosaico sospeso di
vasche fiorite, e la torre di avvistamento voluta da Michel Péna, ricoperta da una cascata di gelsomini; Home Ground è il contributo di giochi d’acqua e riflessi disegnato da Antonio Perazzi, uno dei massimi paesaggisti contemporanei, che al tramonto si infiamma di luci e colori.
ACIREALE: DISEGNO ALL’ITALIANA E CONCERTI
Dopo avere attraversato il cuore barocco di Acireale bisogna prepararsi all’inaspettato: un portone nasconde un giardino all’italiana, il polmone verde dell’antico Grand Hotel de Bains, disegnato dall’architettoMariano Falcini (1804-1885), che progettò anche uno stabilimento termale, ceduto poi alla Regione negli anni Cinquanta. L’albergo è oggi Villa Pennisi, famosa per ospitare, ogni estate, Villa Pennisi in Musica, concerti classici all’aperto che coinvolgono, anno dopo anno, artisti da tutto il mondo. Il giardino è un’oasi inviolata, con percorsi marcati da alte siepi di bosso e grandi aiuole, ma il fascino è in quell’alternarsi di palme centenarie ( Washingtonia, Chamaerops, Phoenix Canariensis), yucche gigantesche e sterlizie con alberi più familiari, come noce, pino marittimo e gelso. Si cammina su un prato di velluto in cerca dell’angolo perfetto: è il romantico gazebo in stile Liberty, dove si arrampica un glicine antico. Attorno, agapanthus azzurri, cespugli di rose e gerani. Il gruppo di palme centenarie Phoenix offre lo spettacolo più bello, con i tronchi che si allungano in un intreccio scultoreo.
MASCALUCIA: ESSENZE RARE
Una tenuta di tre ettari strappati alla lava si apre sulla strada che porta al paese di Mascalucia, adagiato sul fianco meridionale dell’Etna. Il grigio scuro, il nero, sono il tono dominante, dalle facciate dei palazzi alle strade, alla terra. Ad accogliere gli appassionati all’ingresso di Villa Trinità è il barone Salvatore Bonajuto, paesaggista e artista. “Questa tenuta appartiene alla mia famiglia da otto generazioni; si coltivano agrumi, ulivi e ogni genere di frutto. Hovoluto farne un parco botanico, arricchendo questo spazio di angoli dove riflettere, lasciarsi andare alla meditazione: minuscoli giardini nel giardino si svelano come scatole cinesi, passeggiando tra la terra fertile e le colate di lava”. Bonajuto è partito dalla forma per arrivare al colore, realizzando uno spazio eclettico dal gusto inglese, dove “la natura è libera di esprimersi”. Tra agavi giganti, iris, aloe e palme spuntano rari esemplari di Chorisia Speciosa, oggi chiamata Ceiba Speciosa, dai fiori simili alle orchidee; rimangono ben visibili le antiche saie, condotte dell’acqua di tradizione araba, le gebbie, le cisterne, e le rasule, i sentieri di lava. Si cammina tra ruderi dell’antichità e installazioni d’arte. Dietro un cancello arrugginito, oltre una collezione di rose antiche e aranci amari, si celano divani in resina bianca trasformati in un’installazione di piante e fiori della macchia mediterranea. Agiugno il giardino è in festa per l’efflorescenza spettacolare delle jacarande: la giornata Dove fiorisce la jacaranda, organizzata da Bonajuto a metà mese, invita a conoscere un territorio pieno di storia.
CATANIA: PERCORSI SENSORIALI
Nella periferia di Catania un altro giardino segreto si svela a primavera: Le stanze in fiore di Canalicchio. Contemporaneo, creativo,
Con il suo mix di piante autoctone ed esotiche, u’ jardinu è metafora della contaminazione fra i popoli del Mediterraneo
espressione di tanti viaggi, esperienze, incontri. Ci sono il giardino birmano e quello cinese, con otto laghetti comunicanti e incastonati tra rocce laviche. Qui colpiscono la cura per il dettaglio, la collezione impressionante di piante, i giochi d’acqua imponenti. La ricchezza e l’abbondanza di colori, le forme e geometrie dello spazio, disegnato nel Duemila dall’imprenditrice e artista Rossella Pezzino de Geronimo, sembrano non conoscere limiti. Ogni anno il giardino si arricchisce di nuove “stanze tematiche”, rese armoniche da un’idea di fondo: “condurre il visitatore a un viaggio interiore attraverso la potenza e la bellezza della natura”. Si parte da una zona più selvaggia e ombrosa, un’inestricabile giungla di bambù e piante orientali, e risalendo, terrazzamento dopo terrazzamento, si arriva a un giardino della meditazione, in stile zen. Tutti i sensi vengono sollecitati dal rumore dell’acqua, dall’eleganza delle ortensie bianche fra le rocce vulcaniche, dall’abbondanza di agrumi e gelsomini, dai colori di foglie e piante che imitano un vulcano e i quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco. E si cammina leggeri sul prato che ha il movimento delle onde del mare, mai mosse, lievi lievi.
SAN GIOVANNI LA PUNTA: RICERCHE ARTISTICHE
A San Giovanni La Punta, nel Catanese, un parco e una dimora privata sono diventati la Fondazione La Verde La Malfa - Parco dell’Arte, voluta da Elena La Verde, artista, pittrice e collezionista. Negli anni questo giardino fitto di cipressi, pini marittimi, cedri del Libano è diventato una meta culturale per assistere a mostre, concerti e conoscere la ricerca estetica di La Verde, votata al riciclo e al riuso. Le sue installazioni sono carcasse di auto, inserite con cura nel paesaggio, che vorrebbero raccontare il viaggio
della vita; altrove si avvistano sagome di grandi colombi che svettano sul bosco di conifere, forbici giganti che sovrastano fronde e cime. Un sentiero d’arte che lascia spazio e tempo per aggirarsi tra pistacchi, ginestre, querce.
SANT’AGATA LI BATTIATI: TRA IL VERDE E LA LAVA
Ettore Paternò del Toscano, paesaggista autodidatta scomparso nel 2009, negli anni Cinquanta cominciò a dar vita al suo personale giardino, il Parco Paternò del Toscano, scavando, creando terrazzamenti, piantumando i tre ettari adagiati su una colata lavica del XV secolo, alle pendici dell’Etna, a Sant’Agata Li Battiati, poco distante da Catania. Lì decise di collocare anche la sua residenza privata, immersa tra il verde e la lava. Affascinato dal gioco di luci e ombre, Paternò del Toscano ha lasciato un percorso di sentieri e angoli inaspettati, un equilibrio delicato tra natura selvaggia e intervento dell’uomo. Oggi a prendersi cura di questo luogo è la nuora, Barbara Notarbartolo. “Ho cercato di rispettare l’impianto originario apportando anche qualche novità, come la mia personale collezione di piante grasse, e restaurando un tratto delle saie, le antiche condotte idriche”. Il giardino è costellato di punti di osservazione e panchine in maioliche di Caltagirone dell’Ottocento che invitano ad ammirare agavi e yucche, oltre a due monumentali esemplari di Dracaena draco e alla preziosa collezione di palme (se ne contavano 42 specie, alcune purtroppo compromesse dal terribile punteruolo rosso, un coleottero parassita). A tratti affiora il profumo del bosco dell’Etna: mirto, querce, castagni, felci.
VALVERDE: BOUGANVILLE E GERANI
Da oltre trent’anni Giulia Gravina si prende cura del suo eden personale, a Valverde, a nord di Catania. Il Giardino di Giulia è un’oasi di origine vulcanica. “Quando abbiamo iniziato a costruire ci siamo subito resi conto che c’era qualcosa di molto particolare: ci trovavamo dentro un cratere”, racconta Gravina. Il giardino, disegnato da Ettore Paternò del Toscano, e la residenza privata della famiglia nascono infatti sui resti di una caldera formatasi prima dell’Etna. L’ingresso alla tenuta èuncolpo d’occhio sulla bouganville che colora di fucsia la facciata e il portico. L’ampia scalinata, ornata da iris, lantane e succulente, porta alle terrazze più basse, agli anfratti dove pareti verticali di lava e colate colonnari fanno spazio ad agavi, yucche, jacarande, Brachychiton e agrumi, che non hanno bisogno di molta acqua. Molti gli esemplari di Grevillea, dai fiori rosso corallo, tra le preferite di Gravina, orgogliosa delle cento specie di gerani, ognuna con il suo profumo: “Era il mio desiderio più grande, realizzare un giardino odoroso”. Unregalo per i sensi.
LENTINI: LEGGENDE SIRACUSANE
Il viaggio-scoperta continua verso la punta meridionale della Sicilia, in direzione di Lentini, nel Siracusano, dove il mito spiega contorni e geografie. Qui Ercole, figlio di Giove, dopo avere sconfitto il leone Nemeo portò in dono la pelle alla dea Cerere e, innamoratosi del luogo, fece nascere il lacuus Erculeus. Erano acque pescose, ma il vivace lago del Biviere ( dall’arabo Veveré, ovvero abbeveratoio di greggi) fu prosciugato negli anni Venti per scongiurare la malaria. Oggi di quel borgo, sospeso tra mito e realtà, rimangono un antico molo, trasformato in una grande aiuola, la campana dei pescatori, i ruderi di quello che una volta era il porticciolo, la chiesetta di campagna. Questi elementi sono stati sapientemente valorizzati nel Giardino del Biviere, la tenuta che Scipione e Maria Carla Borghese hanno trasformato, dagli anni Sessanta, in una splendida oasi mediterranea (nel circuito dei Grandi Giardini Italiani) dove enormi esemplari di Phoenix canariensis Chabaud e Yucca Elephantipes spiccano nel prato all’inglese. È un luogo speciale e la colazione tra le zagare un’esperienza che lascia il segno. Ogni angolo, ogni arbusto testimoniano un’autentica passione per la natura. In maggio, poi, la fioritura delle ortensie bianche è un incanto.
MODICA: ROSETI E AGAPANTI
Lungo la strada che porta a Ispica, poco lontano dalle architetture barocche di Modica si apre Villa Spaccaforno. Impensabile immaginare tanta bellezza nascosta dietro l’asfalto di uno spartitraffico di periferia. La dimora ha un impianto provenzale ed è nel cuore di un giardino disegnato per gli attuali proprietari, i baroni Bruno Statella di Spaccaforno, da Ettore Paternò del Toscano. Magnifico il roseto, grazie alle cure quotidiane di Bruno Statella, una collezione di rose antiche e preziose. “Sono sempre stato appassionato di giardini e piante ornamentali, ma con l’acquisto di questa casa si è realizzato un sogno. Certo, io e mia moglie abbiamo idee diverse: lei guarda al giardino di stampo inglese, eclettico, a me piace quello dalle linee rigorose. Siamo una coppia felice, ma litighiamo sempre per le potature”.