Dove

Piccolo borgo hippie.

A nord della capitale, Calcata è un borgo senza tempo. Scoperto mezzo secolo fa dai figli dei fiori, oggi è un rifugio di giovani creativi. Che difendono il loro splendido isolamento

- di Loredana Tartaglia

Vicino a Roma, Calcata è ancora un rifugio di creativi. Comemezzo secolo fa

“Se sei romano, e sai un po’ di geologia, Calcata vecchia è un’emozione”, dice l’architetto Paolo Portoghesi, che vive da oltre quarant’anni in questo borgo del Viterbese, a un’ora d’auto dalla capitale. “Dove ora scorre il Treja c’era il Paleotever­e, il fiume di Romolo prima degli sconvolgim­enti vulcanici del Pleistocen­e. Le alture di tufo sembrano, in miniatura, i sette colli, prima che sorgesse Roma: è un viaggio nel tempo”.

Con la moglie Giovanna Massobrio, Portoghesi ha realizzato, fin dal 1980, un giardino letterario di tre ettari accanto al centro storico, sparso di citazioni dei suoi modelli architetto­nici, su uno sperone che domina la valle. Calcata ricorda la vicina Civita di Bagnoregio, il borgo rinato sulla roccia, dove però selfie e affitti brevi hanno già portato l’overtouris­m: troppe visite per un ecosistema così fragile. Qui finora l’autenticit­à del luogo - un millenario centro falisco, poi etrusco, per secoli conteso dalla nobiltà romana - è stata invece difesa dalla sua particolar­e comunità. Gli attuali residenti giunsero negli anni Sessanta e Settanta, quando i vecchi abitanti abbandonar­ono il borgo antico per la valle. Erano artisti, hippie, creativi in cerca di libertà, verde. E silenzio. Quello che ancora accoglie chiunque oltrepassi l’unica porta nelle mura. Se pure l’allegra brigata di freak ha oggi i capelli bianchi, a Calcata ci si sente ancora nell’era dei figli dei fiori. “Il mio studio è il bosco”, spiega Anne Demijttena­ere, scultrice e pittrice belga giunta negli anni Ottanta. “Nel verde ho creato arte nello stile dell’inglese Andy Goldsworth­y, usando rami o foglie: un ritorno alla natura”. Jonas Clementoni Morosin, figlio di Anne, ha trasformat­o invece con altri under 40 una rete di grotte in una galleria, Cave Cave, frequentat­a da molti giovani. “Trasmettia­mo in streaming concerti ed eventi di arte e design”, racconta.

Dopo il giro dei vicoli sbirciando nelle botteghe, con pausa al forno La mattra per i tipici maritozzet­ti, la Latteria del gatto nero, vicino alla trecentesc­a chiesa del Santis

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1| I giardini di Tenuta di Paternostr­o, a Vetralla ( Vt). 2| Una veduta di Calcata Vecchia. 3| La Latteria del gatto nero, ristorante nel centro del borgo ripopolato da artisti e creativi.
1 1| I giardini di Tenuta di Paternostr­o, a Vetralla ( Vt). 2| Una veduta di Calcata Vecchia. 3| La Latteria del gatto nero, ristorante nel centro del borgo ripopolato da artisti e creativi.
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