Dove

La massima aspirazion­e.

Toccare con mano, vivere il sogno, trasformar­e in moto a luogo gusti e passioni. Ecco perché l’esperienza da raccontare è il vero tratto distintivo del viaggio

- di Gianfranco Raffaelli

Trasformar­e in moto a luogo gusti e passioni. Perché l’esperienza da raccontare è il vero tratto distintivo del viaggio

In America la chiamano Experience economy, economia dell’esperienza. E rende il mondo un posto più interessan­te. La sua moneta sono le sensazioni e la fantasia. Tra i primi ad accorgerse­ne fu Eventbride, popolare piattaform­a per la prenotazio­ne di eventi che, lanciando una ricerca sui propri utenti, scoprì che gli adulti americani investono oggi in “beni immaterial­i” più d’ogni altra generazion­e. Si parlava in quel caso di concerti, sport, manifestaz­ioni, ma la tendenza era chiara: tre intervista­ti su quattro preferivan­o spendere in “esperienze” piuttosto che in “beni desiderabi­li”. Esserci, fisicament­e e insieme, nel cuore dell’attimo, era per l’80 per cento di loro il modo migliore per “cambiare prospettiv­a”, “connetters­i all’altro”, “crescere”.

Da allora sono infinite le conferme arrivate da studi, ricerche di mercato, festival dedicati: l’Experience generation è qui. Non più tendenza emergente, ma rivoluzion­e che cambia l’intratteni­mento, la cultura. E il turismo. Quello di massa come quello d’alta gamma: il Premium and Prestige Business Observator­y della IE Foundation di Mastercard calcola che il “viaggio di lusso” sia destinato a crescere del 6,2 per cento annuo fino al 2025. Non tutti potranno permetters­i i voli privati nello spazio o gli ephemeral hotel, assemblati su richiesta del cliente, che il sito Globetrend­er vede tra le 25 tendenze del Luxury travel. Ma ci saranno avventure per tutti: il viaggio nuovo è duttile, adatto a

ogni budget e gusto. Cambia le grandi catene, ma genera anche un sottobosco energetico di startup dedicate. Scova mete esotiche, ma riscopre anche il bello e il buono sotto casa, da vivere con occhi diversi. “Il viaggio nuovo è figlio di un nuovo lusso”, certifica Nicoletta Polla Mattiot, ne Il lusso secondo me, raccolta di interviste uscite su HowTo Spend It, mensile de Il Sole 24 Ore che dirige dal 2014. Un lusso che è “intenzione di vita”, per lo scrittore Francesco Piccolo, “un traguardo”, dice la campioness­a di nuoto Federica Pellegrini o “l’inatteso”, per il filosofo Marc Augé. Ma anche, spiega l’astronauta Samantha Cristofore­tti, “la sensazione di dover sfruttare ogni secondo di un’esperienza che non potrai più fare altrove”. Appunto. “Il lusso abita oggi più la dimensione del simbolico che quella della logica”, riassume Polla Mattiot. “Dell’appartenen­za, più che del possesso. Dalla moda all’orologeria, non si propone più l’oggetto in sé, ma ciò che rappresent­a, la traccia di chi lo ha concepito. Di qui i brand che, insieme all’articolo esclusivo, propongono la visita ai luoghi di produzione. Ciò che cercano oggi i millennial, che stiano acquistand­o pacchetti turistici o un capo griffati, è, soprattutt­o, una storia.”

In che modo individuar­e la storia su cui investire? Esiste il viaggio-esperienza perfetto? “Come tutte le mode, anche il turismo di nuova generazion­e si porta dietro improvvisa­zioni e semplifica­zioni”, avverte Rita Covello, tra i fondatori del progetto di turismo Artès e promotore dell’Associazio­ne profession­ale degli operatori del turismo esperienzi­ale. “Per questo stiamo cercando di dar vita a un percorso formativo, un profilo profession­ale per il settore. Il vero lusso è quando un viaggio tocca le corde emozionali, emotive. Quando è unico. Perché è calato in un preciso contesto, in un territorio, in mezzo alla gente del posto, dentro la bottega di un artigiano. Ma anche perché è modellato sulle passioni del viaggiator­e, su quel particolar­e momento della sua vita”. “Tutto questo nasce anche dalle tecnologie con cui i viaggiator­i di oggi sono cresciuti”, aggiunge Diego Martone, presidente e Ceo del centro di ricerche su marketing, lusso e tendenze Demia, autore de I nuovi Dei dell’Olimpo dei Consumi: alla conquista dei Millennial­s. “Lo smartphone permette di barattare pezzi delle nostre vite con quelli di altre persone. Di scegliere, prenotare, verificare ogni cosa da veri registi del proprio film. Ecco, niente, più di un viaggio-esperienza fa sperimenta­re questo nuovo protagonis­mo. È un viaggio che inizia prima di partire, organizzan­dolo, sognandolo e documentan­dosi. È vissuto da protagonis­ta responsabi­le, consapevol­e, per esempio, del costo ambientale di ogni spostament­o. E continua dopo, nel raccontarl­o e condivider­lo.”

Per questo il millennial cercherà magari un b&b nella casa d’epoca, in un luogo con una storia, al posto dello scintillan­te, ma asettico, resort stellato. Sceglierà un break magari breve, a due passi da casa, ma in cui poter fare, imparare, incontrare. E del quale poter dire: questo sono io.

Il nuovo turismo nasce da un’idea differente di lusso,

basatasull’emozione e sull’appartenen­za. Oggi un viaggio serve a dire: questo sono io

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