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Vista mare o a breve distanza dalla spiaggia. Nascoste nella macchia mediterranea o circondate da un giardino. Di design o tradizionali. Da Chia a Sant’Antioco, le più belle case da prenotare per l’estate
Il cielo è più saturo e la luce, bianca e prepotente, ricorda l’Africa. La Sardegna sudoccidentale è un’isola nell’isola: i resti di passate civiltà si mescolano alla macchia mediterranea, gli ecosistemi lagunari convivono con le spiagge, ogni anno nella classifica delle più belle d’Italia. Qui il Mediterraneo ha scavato piscine naturali e creato paesaggi desertici, quasi metafisici: mezzelune d’acqua trasparente, rocce granitiche, dune alte e bianchissime si succedono, da Santa Margherita di Pula fino a Sant’Antioco, lungo una costa forgiata dall’acqua e dal vento, tutta curve ampie e orizzonti aperti, che assomiglia a una California in miniatura.
In questo scenario, tra la costa e la campagna, si trovano case con splendidi affacci sul mare, circondate da giardini profumati. Affittarne una per l’estate è una tendenza sempre più diffusa. Lo dimostrano i dati raccolti da Vrbo (vrbo.com), portale di case vacanza che fino a febbraio si chiamava Homeaway: l’incremento delle prenotazioni in Sardegna tra il 2018 e il 2019 è stato del 31 per cento, del 34 per cento nella zona
meridionale dell’isola. Qui, secondo Extra, il salone nazionale del turismo non alberghiero (associazione-extra.it), il mercato delle seconde case ha registrato nell’ultimo anno un fatturato di circa 85 milioni di euro. A beneficiarne non sono solo i proprietari degli immobili, ma anche l’indotto turistico. Va poi sottolineato che in questa zona della Sardegna le quotazioni sono vantaggiose. Se il costo medio di un affitto settimanale nella parte sudorientale è di circa 1.200 euro, scende a 900 euro a Santa Margherita di Pula e Chia e si dimezza a Sant’Antioco.
TORRI SARACENE, LAGUNE E SCOGLIERE
Chia e le sue spiagge costituiscono l’ingresso al mare di Domus de Maria, il comune più meridionale della Sardegna: l’Africa è a circa cento miglia marine. Ci sono ancora le torri di pietra costruite dal XVI secolo per difendere la costa dalle incursioni saracene. Qui, dove l’acqua ha i colori dei Tropici, si incontrano isolotti, baie, lagune popolate dai fenicotteri e dune dalla sabbia dorata su cui crescono lentischi e ginepri. Il territorio è stato interessato da un progetto di riqualificazione paesaggistica, firmato dall’architetto Sebastiano Gaias, che per contrastare l’azione erosiva ha realizzato scacchiere di bambù e passerelle di legno di accesso al mare.
Di fronte alle dune c’è lo scenografico isolotto di Su Giudeu. È visibile dalla terrazza di Villa Dream View, un’architettura contemporanea, perfettamente integrata nell’ambiente, che Sylvia Raab, la proprietaria, ha arredato, scegliendo i migliori nomi del design di interni, da Ingo Maurer a Matteo Thun. Al centro della casa c’è la cucina ben attrezzata, in grado di accogliere fino a 12 persone; un grande giardino a terrazze circonda la proprietà. Dalla torre di Chia, dritta su un promontorio che un tempo era l’acropoli punica dell’antica città di Bithia, procedendo verso sud-ovest, è un’infilata di spiagge: Sa Tuerra, Porto Campana, Su
Sali. All’estremità occidentale, la più riparata dal maestrale è Cala Cipolla. Da qui parte una sterrata che costeggia il mare e in mezz’ora porta al faro di Capo Spartivento, affascinante e solitario sulla scogliera, mentre una strada in pochi minuti raggiunge Chia e Villa Zaffiro: architettura ottagonale, arredi che mescolano dettagli romantici ed elementi in stile industriale, un giardino e un porticato, molto apprezzati nelle serate d’estate per l’atmosfera intima. Sempre a Chia, sul mare, Villa Luxury ha il soggiorno arioso che si apre sul giardino, con un grande Ficus a fare ombra. La casa, anni Sessanta, con tinte neutre, conchiglie e legni levigati dall’acqua, ha l’accesso diretto a spiaggia Gabbiano.
“La Sardegna è fuori dal tempo e dalla storia. È come la libertà stessa”. Così la descrisse David Herbert Lawrence nel suo racconto Mare e Sardegna: è esattamente la sensazione che ancora si prova tra le montagne aspre e le distese verdi che disegnano un entroterra remoto. A Is Molas l’architetto romano Massimiliano Fuksas ha progettato ville di lusso ispirate alla natura incontaminata della Sardegna meridionale. Sembrano create dal vento: forme tonde, angoli smussati, linee sinuose, sculture da abitare, con torri che si ispirano ai nuraghi. Davanti c’è la costa e, alle spalle, i monti del Parco Gutturu Mannu, ventimila ettari che comprendono foreste tra le più antiche ed estese del bacino mediterraneo, dove bosco e alta macchia si uniscono. Ci sono sentieri per il trekking e la bicicletta, mentre la laguna sotto al promontorio di Nora, l’antico porto fenicio, è un punto privilegiato di osservazione ornitologica: anatre, aironi, garzette, martin pescatore e diverse varietà di gabbiani, tra cui il raro gabbiano corso. Un territorio splendido che conserva le rovine di terme, mosaici, il teatro romano, un sistema lagunare importante per la biodiversità, dove si pratica la pesca con sistemi tradizionali, nel rispetto del ciclo naturale. Dalle barche il bottino raccolto nella notte arriva alle scenografiche tavole del ristorante Fradis Minoris: un cubo di vetro, con terrazza sul mare, che racconta i prodotti del territorio attraverso la creatività del giovane chef Simone Lolli. Nelle vicinanze si trova Casa del Fico, un casale di campagna ristrutturato, con un ampio giardino. Gli interni sono curati e confortevoli e lo spazio verde, con vigne, ginepri, tavoli fatti con legni recuperati dalla spiaggia, ha un accesso diretto al lido appartato di Pedra Longa.
Il mare si respira e si vede in ogni momento della giornata anche a Villa Chiarenza, sulla baia di Tueredda. “È una casa di famiglia dall’enorme valore affettivo”, racconta Alessandra Pinna, la proprietaria.
Il mercato degli affitti è in crescita in tutta la regione, ma tra Chia e Sant’Antioco le quotazioni sono ancora basse
“Il maestro Salvatore Ligas l’ha disegnata seguendo i movimenti della natura, del mare e del vento. Le linee sono arrotondate; tutti i materiali, dal travertino al sughero, al ginepro, sono locali e il patio è stato realizzato con i binari di un’antica ferrovia dismessa”. Dall’abitazione, immersa in un parco di ginepri, mirti, lentischi e olivastri, si accede alle piscine naturali tra le rocce.
DUNE SENZA FOLLA
Proseguendo verso ovest, oltrepassato capo Teulada si arriva a Porto Pino, con le dune alte e impalpabili che sembrano un deserto sul mare: una baia di otto chilometri con luce bianca e acqua azzurra dalle dimensioni quasi oceaniche. La prima parte della spiaggia è la più affollata, ma spostandosi verso le dune l’atmosfera diventa più solitaria, a eccezione di agosto e dei fine settimana. Ametà baia, lo stabilimento il Delfino è un rifugio tranquillo per chi cerca relax, fra immersioni nella lettura e bagni di sole. Prima delle dune, invece, l’ultima struttura è l’Oasi Azzurra, dove ci si ferma anche a pranzo per gustare l’ottima cucina di pesce.
A 200 metri dalla spiaggia sono confortevoli e a buon prezzo i nuovi appartamenti del Residence Elegance, mentre a Porto Pinetto, immersa nel profumo dei pini di Aleppo c’è Villa Nereida, abitazione
L’ambiente si riflette nell’architettura, con case bianche e luminose, curve e volute che sembrano scolpite dai venti
anni Sessanta, arredata con mobili in stile povero e pezzi etnici. “Dal giardino si accede a piccole lagune rocciose e a Cala dei francesi, una spiaggia di sabbia fine con conchiglie e frammenti corallini, riparata dal maestrale”, spiega Simona Zanda, la proprietaria. A mezz’ora di auto nell’interno vale una visita il borgo di Tratalias, nel Medioevo il centro più importante del Sulcis: case in pietra bianca, la sontuosa cattedrale di Santa Maria di Monserrato (1213) e, accanto, la Locanda Monserrat di Maurizio Serra: menu a base di pescato giornaliero, prodotti biologici e a chilometro zero. A un’altra mezz’ora di guida, nel cuore di Teulada, lo chef Stefano Mei, nel suo ristorante Da Stefano, porta in tavola sapori genuini interpretati con creatività. Tra le specialità, la fregola sarda cotta come un risotto, con ragù di cinghiale e nevicata di ricotta.
SANT’ANTIOCO, APPRODO DI POPOLI
Nell’isola di Sant’Antioco, collegata alla Sardegna da un istmo, mare e laguna si alternano, dando vita a ecosistemi delicati. Colonizzata dai Fenici, con i Romani fu elevata a rango di municipium, sotto l’impero di Claudio. Un susseguirsi di baie, guglie di roccia, grotte, dune di sabbia fine e un entroterra aspro, formato da macchia, ulivi e fichi d’India, caratterizzano il paesaggio. Nella punta sudoccidentale c’è un paese piccolo e abbagliato dal sole, Calasetta, borgo di pescatori: case basse e ordinate, strade strette, la cupola moresca della chiesa e il porto che sembra un acquerello.
Le spiagge si raggiungono facilmente e si scelgono in base ai venti. Quando tira il maestrale si va a Coaquaddus, Turri e Maladroxia; meglio invece Sottotorre, Le Saline e Spiaggia Grande se soffia lo scirocco. Alcuni tratti sono raggiungibili soltanto in barca, a piedi o in mountain bike, come il Nido dei passeri, una scogliera con una zona rocciosa balneabile. Dove la costa è alta e pietrosa si vede il faro bianco di Mangiabarche, su uno scoglio in mezzo al mare. Ville e appartamenti del Calasetta Residence sono sparpagliati lungo la costa e nel centro storico e si possono affittare per una settimana o un weekend: “Abbiamo privilegiato il bianco per mobili e pareti, così da dare agli interni un senso di ariosità e luce, riprendendo i colori delle case locali a grandi vetrate”, racconta Matteo Salidu, torinese d’adozione, calasettano d’origine, direttore generale del residence, che agli ospiti fornisce, su richiesta, anche i servizi propri di un hotel di lusso.
A Villa Oleandro la zona notte è al piano di sopra, con una terrazza che guarda il mare, a poche centinaia di metri. Elegance è un appartamento nel centro storico, con un giardino interno che è un piccolo
Un territorio prezioso per gli scavi archeologici e un paesaggio che tutela la biodiversità
gioiello. Ogni estate artisti e scrittori raggiungono Calasetta per eventi culturali alla Torre sabauda, settecentesca, o al Macc, museo di arte contemporanea di Calasetta, con opere da Fontana a Veronesi, ai costruttivisti francesi. Si passeggia tra la piazza del municipio e via Roma, pedonale, dove la sera si ascoltano concerti di gruppi sardi: dal folk al jazz contemporaneo. Sul porto si apre l’immenso terrazzo di Casa Margherita, un appartamento su due piani che nella ristrutturazione non ha tradito lo stile originario. Richiama lo stile tipico calasettano anche l’architettura
dell’Oasi Blu, voluta da Antonello Atzeri, costruttore con la passione per il cibo, che ha lasciato la propria attività per dedicarsi all’agriturismo. “Il ristorante segue la filosofia dall’orto alla tavola. Olio, vino, verdure: tutto è di nostra produzione. Il menu è di carne e ripercorre le antiche ricette. In carta non mancano mai il maialetto allo spiedo e la pasta fresca”. Nella proprietà c’è anche Villa Bianca, con piscina e terrazzo di fronte all’isola di San Pietro: “un’atmosfera sospesa, in particolare quando il sole sorge: è come avere in mano le chiavi del paradiso”.