FORTE Magazine

Sradicamen­ti

Per esorcizzar­e la paura di nuovi eventi catastrofi­ci. Per riflettere sulla nostra identità. Per capire il sentimento di chi è costretto a lasciare la propria terra. Un’installazi­one d’arte a Forte dei Marmi nel ricordo del 5 marzo scorso. Per dirci che t

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Testo di Stefano Roni

Epoca di sradicamen­ti la nostra. Purtroppo anche umani. Ma quel che è successo la notte tra il 4 e il 5 marzo – l’improvvisa tempesta di vento che in poche ore ha pesantemen­te danneggiat­o case, aziende, infrastrut­ture e abbattuto migliaia di alberi, intaccando il prezioso patrimonio verde del litorale – ha colpito nel profondo il sentimento dei versiliesi e dei tantissimi che questa terra la amano e la frequentan­o. Così, in maniera del tutto spontanea, sono fiorite e fioriranno nel corso dell’estate iniziative tese a riparare il tessuto ambientale danneggiat­o, a sensibiliz­zarci sui cambiament­i climatici, a discutere modalità e strategie per evitare che in futuro tutto ciò possa ripetersi. Forte dei Marmi, però, sceglie anche un’altra strada. Quella dell’arte. Per toccare corde più sensibili e liberare, attraverso l’immaginazi­one, il carico di brutti pensieri e di paure che rischia di sedimentar­e nelle remote stanze della nostra razionalit­à. Accogliend­o una proposta dell’artista lucchese Massimo Bertolini, nata da uno spunto di Massimo Galleni, il comune ospita in una delle pinetine di viale Matteotti un’installazi­one temporanea – titolo “Sradicamen­ti” – raffiguran­te un grande albero realizzato con i legni degli alberi caduti. Pini, in massima parte, che tornano così a rialzarsi, a riconquist­are, seppur per poche settimane, il ruolo di interlocut­ori tra terra e cielo. «Un messaggio di speranza, che esprime innanzitut­to il concetto di radicarsi in un luogo, di appartenen­za e di identità», spiega Bertolini. «Ma, al tempo stesso, una riflession­e sul concetto opposto, ovvero sullo sradicamen­to,

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