La pittura è viva, viva la pittura
«SONO PITTORE: PUNTO» , così esordisce Tano Pisano in occasione della nostra chiacchierata. Artista eclettico e, per sete di conoscenza, cittadino del mondo, attivo dagli anni Sessanta, oggi vive tra la Costa Brava e Pietrasanta. La sua ricerca artistica potrebbe essere paragonata a quella di un semiologo, interamente incentrata sul linguaggio e sui suoi significati. Infatti, se Giulio Carlo Argan teorizzò la morte dell’arte intesa come la “fine” della pittura e della scultura a vantaggio dei nuovi linguaggi (l’installazione, la videoarte, la performance…), Tano Pisano ribadisce che «la pittura esiste». Lo fa utilizzando ogni volta un registro diverso, esattamente come uno scrittore che è in grado di scrivere libri molto distanti tra loro, e temi apparentemente banali, quasi pretesti – fiori, tazze, vasi, mele, pomodori – quando il vero soggetto è invece la pittura stessa. Infatti come sostenevano Ingres, Giacometti e Morandi “è tornando indietro che si diventa moderni”. «Difendere la pittura per il pittore equivale a difendere la propria dignità di artigiano», prosegue Pisano che nel 2012 ha tenuto un’importante personale a Palazzo Davanzati a Firenze – al suo interno il museo della Casa Fiorentina Antica – rendendo omaggio all’artigianalità con lavori ispirati alle architetture e agli oggetti della dimora. La semplicità, il rigore di pensiero, la poesia e l’ecletticità dell’arte di Tano Pisano si ritrovano pienamente anche nel suo spazio nel centro storico di Pietrasanta, luogo espositivo concepito come un diario in cui raccontare una vita di passione per l’arte. Al suo interno non solo pittura, ma anche ceramiche, sculture (dai mezzi busti ai meccano), incisioni (acquetinte e puntesecche) e preziosi libri d’arte a tiratura limitata. (Cinzia Compalati)
| Simplicity, rigor, poetry and eclecticism in the work of an artist proud to call himself an artisan | “I am a painter. Period.” That’s the first thing Tano Pisano
PAINTING IS ALIVE, LONG LIVE PAINTING!
said when we talked. An eclectic artist whose thirst for knowledge has made him a citizen of the world, on stage since the Sixties, alternately to be found on the Costa Brava and in Pietrasanta, his research is comparable to that of a semiologist, entirely centered on language and its meanings. And if Giulio Carlo Argan theorized the death of art understood as the “end” of painting and sculpture to the advantage of new languages (the installation, video art, performance art . . .), Tano Pisano continues to reiterate that “painting exists.” In a slightly different register each time – flowers, cups, vases, apples, tomatoes – just like a writer whose books, written at many different points in time, touch on many different and apparently mundane subjects, almost pretexts – when the real subjects are painting, and language. As Ingres, Giacometti, and Morandi variously maintained, Pisano feels that “it is by going back that we become modern.” “To defend painting, for a painter, is to defend his