Che olio scelgo per il mio piatto?
Fruttato, delicato, amaro, piccante: l’olio extravergine d’oliva ha più personalità. Sappiamo come abbinarli a cibi diversi?
La tradizione olearia italiana è ricchissima, ma la maggior parte di noi non sa cogliere le caratteristiche di ciascun olio extravergine di oliva - o semplicemente EVO – né sa fare i giusti abbinamenti con i cibi. Vale la pena saperne di più visto che l’EVO è l’alimento forse più presente nella nostra quotidianità alimentare.
Leggiamo sempre l’etichetta!
È il documento d’identità dell’EVO. Nome del produttore, paese dove le olive sono state coltivate e trasformate, data di scadenza, condizioni di conservazione sono indicazioni obbligatorie. Altre, come il grado di acidità (limite di legge: 0,8%), sono volontarie: chi le riporta intende qualificare il proprio prodotto.
Gusto e olfatto
Sono i due sensi decisivi per “comprendere” la qualità dell’EVO. Contrariamente a quello che si crede, se al palato risulta amaro e pungente è ottimo perché vuol dire che è ricco di antiossidanti, elementi utili al nostro benessere. Sarà invece l’olfatto a percepire la fragranza, ovvero i vari sentori: pomodoro, mandorla, carciofo, cardo, mela, erba tagliata o anche note floreali.
Quale EVO abbiniamo?
C’è una regola semplice e intuitiva: se il cibo ha un sapore delicato (es: pesce o insalata verde) un olio delicato non lo coprirà; se il sapore è più deciso (es: legumi o bruschetta) un olio intenso lo esalterà. La ricetta qui presentata raggiunge la sua perfetta armonia con la forza e il sapore dell’Extra Vergine d’Oliva Monini GranFruttato ottenuto con solo olii italiani da olive raccolte in leggero anticipo di maturazione. Da qui il sapore pungente, fruttato e amaro: poche gocce a crudo esalteranno sapori e profumi.