Pazza idea IN RIVIERA
Un posto ha fatto la storia della dance in Italia. Si chiamava ETHOS, apriva a Gabicce nell’ 87. Delirio puro. Che oggi ritorna, grazie a un pugno di veterani e a una pagina su Facebook
La riviera adriatica è un litorale di lettini in una fila interminabile, fino al punto in cui la Romagna si confonde con le Marche, e il promontorio di Gabicce si tuffa in mare: lì, nel passaggio tra Anni 80 e 90, succedeva qualcosa di unico. Chi andava all’ethos Mama Club sentiva di far parte di qualcosa di unico, di essere lì per fare la storia del costume. Una storia che non si è mai fermata del tutto, ma che ha mantenuto un suo filo rosso con eventi “remember”, progetti sul web ( top secret) e una prossima one night in programma a Riccione il primo maggio.
Il sogno di Gianluca Tantini: far convivere generi diversi
È successo che appena una pr storica e un cliente della prima notte hanno creato una pagina Facebook dedicata ai tempi d’oro, i clienti dell’epoca si siano magicamente ritrovati a condividere i loro reperti archeologici. Flyer, brani, rare track e mix, foto, video e ricordi. La pagina è divenuta un gruppo chiuso, Do you remember Ethos Mama Club, che è cresciuto a ritmi vertiginosi fino a una one night epica, lo scorso dicembre, al Matis di Bologna. Over 40 da tutta Italia, vecchi clienti e non solo, entusiasti come adolescenti, infoiati come solo i fan più fedeli sanno essere, si sono mobilitati per partecipare a un ritrovo tipo cena di classe versione chic, per rivivere il sapore di quel locale, la cui inaugurazione è avvenuta il 18 aprile 1987.
L’inizio del nuovo è dentro un garage scuro e fumoso
Dice Gianluca Tantini, il proprietario: «L’ethos è stato il locale giusto nel momento giu- sto. Un po’ come la Baia che negli Anni 70 aveva proposto la disco, così l’ethos negli ’80 ha creato il club». Tantini era un
«LA BAIA H A C R E ATO LA DISCO; L’ E T H O S , IL CLUB»
di aprire un locale che rispecchiasse le sue idee, e le finanziò con i live. Negli Anni 80 organizzava concerti, come il primo italiano degli U2. Racconta: «Con i soldi di quell’evento ho comprato L’aleph, e come pro- moter dei Pink Floyd il Matis». Il Matis farà la storia del clubbing bolognese e dalle ceneri dell’aleph sorgerà l’ethos.
È un locale underground, un garage scuro e fumoso. La scalinata che traghetta nel mondo dei sogni porta a un ambiente diviso in due sale: a sinistra il Mama Club, la sala piccola, con dj Ricci che suona new wave, elettronica e rock; a destra l’ethos, con dj Flavio Vecchi (a cui si affiancherà prima Wayne Brown-from NYC, e poco dopo Ricky Montanari, quest’ultimo in un lungo sodalizio artistico e di amicizia). Il sound magico di Flavio è unico: un mix di funky, soul e della primissima house.
La convivenza è la novità. Generi musicali che restano separati si riuniscono in un solo luogo. Trendolini, gay, rockabilly, bisex, vitelloni, travestiti e indecisi si ritrovano insieme, liberi di esprimersi.
Tanti giri per l’europa, ma ciò che serve era qui
La musica house rompe con il passato, crea un mercato discografico, definisce i parametri artistici del clubbing come movimento, e traccia una linea della nightlife legata alla dance, al punto che ancora oggi «vale quanto valeva 28 anni fa. Nulla di diverso è cominciato», sintetizza Flavio Vecchi.
Tantini aveva setacciato l’europa in cerca di
idee, ma si era reso conto che quel che serviva era a portata di mano: dj Ricci suonava all’aleph con dj Flavio Vecchi, e con le pr “pettegoliere” Mara Conti e Sabrina Bertaccini lavorava già. Recluta personalmente i baristi, rinforza il fronte pubbliche relazioni: Valentina Cecchini e Barbara Fabbri, ex-clienti, e Maurizio Monti, “la Liz”, ex barista, diventano le star dell’epoca. Dj Ricky Montanari affianca in console Flavio fino al ’92; un periodo in cui suoneranno rigorosamente in vinile.
È il momento delle feste (estreme) con dress code
Il team regala serate indimenticabili: le feste a tema (“Barbarella”, “Piadina Couture”, “Vola colomba bianca vola”, “Naso nuovo tira meglio”) sono lo specchio del momento. La pr Barbara Fabbri racconta: «L’espressione di sé era una necessità. Le feste con dress code erano ricerca estetica e non mercificazione. L’ethos ha proposto una promiscuità che ha fatto la differenza. All’epoca i gay non erano direttori di giornali o padri di famiglia… Erano ancora ghettizzati, ma da noi potevano sentirsi degnamente rappresentati. La gente “normale” che veniva a vedere poteva tranquillizzarsi e convivere con il tutto». E ancora: «Prima, dovevi appartenere a un gruppo: dark, punk, rockabilly, new wave. Poi, all’ethos, con il tuo look particolare ti autodefinivi, e con la conquista dell’ingresso diventavi figo, eri un Artista».
Sabrina Bertaccini, altra pr storica, si è poi vista in tanti spot. Ma all’epoca era la fidanzata di Michael Righeira, vestiva con body, calze a rete e bombole di ossigeno sulle spalle. Il suo ingresso in discoteca lo faceva in sella a un cavallo. «Studiavo recitazione, usavo il club come un palcoscenico… Amavo esibirmi e volevo far sentire le persone protagoniste. Per questo inventavo storie, accoglievo all’ingresso e intrattenevo. Una sera ho detto al dj: dai, passami il microfono! Così potevo urlare, salire sul bancone del bar e sui tavoli; piccola di statura, per farmi vedere ho fatto mettere dei cubi in pista».
La musica live entra nella disco: arriva Jamiroquai
Racconta Sabrina: «Il fatto di superare la selezione all’ingresso, di essere in lista, e che il pr avesse il tuo contatto era motivo di orgoglio, perché l’indiriz- zo veniva preso a mano. E se accadeva, significava che conoscevi qualcuno dello staff, o ti avevano notato in serata per il look. Elementi che definivano la legittimazione a ricoprire lo status più ambito».
Gianluca Tantini a un certo punto decide di riportare la musica live nella disco: Alison Limerick, Afrika Bambaataa, Adamski, Kid Creole. E Jamiroquai, per la prima volta in Italia, e in un club. In pista ci sono Jean-paul Gaultier, Dean e Dan Caten, Dirk Bikkembergs. Il sabato c’è sempre Jovanotti. Linus, Valentino Rossi, Lucio
Dalla, Rocco Siffredi passano di là. Ma cosa rendeva l’ethos così speciale? «È stata la musica che ci ha fatto incontrare, è la musica che ci ha tenuto insieme», dice Barbara Fabbri.
«ANCHE SE NON CAPIVI L A MU S I CA ,
C’ERA L’A LC H I M I A »
UN CLUB
I N 3 DAT E
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