GQ (Italy)

LO SNOB CHE AMAVA IL FUNK «È il momento di ricomincia­re a sudare»

- Testo di FEDERICO SCOPPIO

Musicista, produttore. Impegnato. Perché anche i sex symbol possono essere bravi. Mark Ronson è una delle antistar del momento. Nato a Londra 40 anni fa, a poca distanza da Abbey Road, a New York ha studiato e movimentat­o le serate dei club come dj, fn quando il brano Ooh Wee (pubblicato nel disco di debutto, nel 2003), in cui comparivan­o due istituzion­i dell’hip hop come Ghostface Killah e Nate Dogg, gli spalancò la porta del successo.

Voleva diventare un batterista. Poi, l’hip hop

Potrebbe essere una star da copertina: a fanco di sua moglie, Joséphine de la Baume, attrice, modella e cantante, potrebbe eclissare chiunque altro. Invece si limita a essere uno dei volti più intriganti della musica di oggi. Può alternare spasso (produzione di lavori per Lily Allen, Christina Aguilera, Duran Duran, la partecipaz­ione all’ultimo di Mccartney) a impegno: come nell’ultimo disco ( pubblicato a fine gennaio) Uptown Special, il suo quarto, infarcito di ospiti, da Stevie Wonder a Bruno Mars e allo scrittore premio Pulitzer Michael Chabon che ha composto gran parte dei testi.

«Torno sempre alla musica che mettevo nei locali hip hop di New York tra la fine degli Anni 90 e i primi Anni 2000. I

club erano pieni di ragaz-

IL GENTLEMAN All’inizio del millennio, con lui a mettere i dischi, le notti di New York diventavan­o selvagge. Con il suo ultimo album, Mark Ronson ha voluto ricreare quell’atmosfera, quando rapper e modelle, spacciator­i e skater volevano tutti la stessa cosa: ballare

ABBIAMO R EGI S T R ATO

T U T TO SU NASTRO, COME U N A

VO LTA È

Quando ho letto che l’ 11ª edizione del Lucca Film Festival, fno al 3 di maggio, gli avrebbe dedicato ben tre mostre per i quarant’anni di carriera, mi sono detto: è fnalmente arrivata l’occasione della mia vita. Un eroe dei nostri giorni, uno dei grandi maestri del cinema contempora­neo, il mio vero eroe. Intervisto

David Cronenberg

( foto in basso) via Skype. A Toronto sono le due del pomeriggio. Alle sue spalle una serie infnita di libri: è la sua collezione sulla beat generation. Tra questi anche il suo primo romanzo, Divorati ( Bompiani). Il suo ultimo flm, Maps to the Stars, uscito nel 2014, l’ha girato con la neo- premio Oscar Julianne Moore (« Sono felice che l’abbia vinto lei, anche se questi premi non hanno senso per me »). In cantiere nessun lavoro cinematogr­afco (« Avrei voluto girare un flm sulla Ferrari negli Anni 60, ma costa troppo ») ma un altro libro, per ora top secret. Le sue risposte al mio questionar­io, tra una risata e l’altra, sono strepitose. Come lui.

Qual è il profumo/acqua di colonia che meglio rappresent­a la tua anima?

« A mia moglie non piacciono i profumi, perciò preferiamo annusare i nostri odori». «Il silenzio, un’acustica che permetta la conversazi­one. La musica ad alto volume mi rende totalmente pazzo! ».

Che qualità desideri in un albergo?

«La possibilit­à di connetterm­i a Internet senza password complicate o incomprens­ibili somme di denaro ».

Qual è la tua compagnia aerea preferita?

«Io amo la piccola canadese Portland. Mentre per le grandi distanze Air Canada ».

Cosa detesti più di tutto nell’arredament­o?

«L’eccesso di oggetti, perché intralcian­o i miei pensieri. Il mio luogo ideale somiglia a una galleria d’arte contempora­nea, con muri e fori bianchi».

Che valuta internazio­nale vorresti essere?

«Il dollaro canadese, perché stabile e riconoscib­ile ».

Qual è il genere di scarpa che disprezzi di più?

«Indosso poco i classici mocassini, preferisco le scarpe sportive “tecnologic­he”».

Chi è il tuo designer preferito, da Charles Worth fno a oggi?

«L’eleganza italiana, da Armani a Corneliani».

Un eroe di eleganza, nella vita reale?

«L’informatic­o Edward Snowden. Non per come veste ma per quello che dice ».

Un dono di bellezza?

«Ma io sono perfetto... ».

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