GQ (Italy)

La moglie in permuta

D i N I C CO LÒ A M M A N I T I

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«E voi ragazzi, cosa ne dite?».

La domanda la rivolgeva mia moglie a me e a Giovanni alla fne di una strana cena.

Francesca, la moglie di Giovanni, al mio lato, sghignazza­va con il suo bicchiere di vino in mano.

« Che stai scherzando » . Ho detto con una risata impacciata.

« Ma cer to che scherza». Mi ha sostenuto Giovanni.

«Perché dovrei?». Marta mi ha fissato, serissima, e poi ha preso un grissino e lo ha addentato.

« Vuoi andare in un club di scambisti? Parli sul serio?».

« Fi chi s s imo. Deve essere divertente. Ho un mio collega… » . Mi ha interrotto Francesca con la sua voce querula. Non l’ascoltavo. Avevo addosso lo sguardo di mia moglie. Non capivo.

Marta ha guardato Giovanni come se dovesse valutarlo in un esame.

« A te non piace fare gli scambi?».

«Non lo so…». Giovanni ha incassato la testa nelle spalle. «No. Direi di no». E ha guardato la moglie come se la dovesse valutare prima di offrirla in baratto. «Anzi no».

Marta ha preso il menù e dopo averlo aperto ha scosso la testa. «No, perché a Mario». Mi ha indicato con il mento. «Gli piacerebbe. Me lo ha confessato. Noi facciamo sesso raramente, come sa bene Francesca, ma ogni volta lui cerca di eccitarsi con le sue fantasie che non mette mai in pratica. Mi domanda se mi piacerebbe essere legata, se usasse grossi vibratori e l’ultima volta mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto farlo con te». E lo ha indicato.

Qualcosa di grave stava succedendo nella mente di mia moglie. O il medico le aveva cambiato il sonnifero. Oppure i litigi che aveva avuto con nostro fglio le avevano procurato un esauriment­o latente che era esploso solo ora. Oppure la sindrome di Tourette.

Avevo le mani gelate ma i padiglioni mi si erano congestion­ati e per l’imbarazzo ripetevo: «Ma che dici?».

Marta era implacabil­e. «Non è vero? Non è vero che una volta mi immaginavi piegata sul divano con la gonna sollevata, il golf nero di cachemire, le perle e con Giovanni che mi si faceva da dietro?».

Ho spalancato la bocca come una carpa all’amo.

Giovanni stava peggio di me e continuava nevroticam­ente ad aggiustars­i la cravatta. Francesca è praticamen­te collassata con la fronte nel piatto di bollito misto sganascian­dosi dalle risate.

« Non ci credo. Questa è meraviglio­sa… È troppo». Si è sollevata e si è asciugata con il tovagliolo le lacrime. «Lo volete sapere che mi dice sempre Giovanni?». Ha fatto una pausa e poi ha detto proprio a Marta. «Che vorrebbe che fossi la regina di una gang bang. Impalata da tre giocatori di basket neri. Ma una volta, qualche mese fa, eravamo in fla al casello di Roma Sud e ha detto, senza scomporsi, che Mario doveva averlo grosso o almeno gli piaceva immaginars­elo così. E soprattutt­o avrebbe sognato vedermi sodomizzat­a da tuo marito».

Marta scosse la testa e sorrise arricciand­o il naso. Si aggiustò gli occhiali sul naso e drizzò la schiena con quella sua aria da preside di una scuola elementare, allungò il dito e chiamò il cameriere.

Giovanni, che normalment­e, a proposito di sodomia, aveva sempre convissuto con una mazza infilata in culo, adesso non l’aveva più e si era accasciato come un lombrico sulla tovaglia e si guardava intorno preoccupat­o che il cameriere, i vicini, la ragazza alla cassa avessero ascoltato qualcosa.

Il ragazzo arrivò poco dopo. « Cosa posso servirvi?».

Marta con uno schiocco chiuse il menù. « Per me la cheesecake, ma senza la salsa di frutti di bosco. Tu, Francesca?».

« Il monte bianco » . Fece Francesca tutta contenta.

«Io niente… Anzi, il conto». Bofon- chiai io.

«A me un amaro del capo. Abbondante. Grazie » . Concluse Giovanni che sembrava essersi mangiato un peperoncin­o messicano da quanto era infuocato in faccia. Il cameriere se ne andò. Marta passò uno sguardo serio su tutti noi e disse. «Allora come la mettiamo, ragazzi?». Cercò le parole per esprimersi. «Voi non volete farvi la donna del vostro amico che mi sembra francament­e assai frequente, ma volete che il vostro amico si faccia vostra moglie. Mi sbaglio? Quindi perché non fare uno scambio di coppie?». E fnì il bicchiere di vino.

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