Il coreano che va più veloce
LA TECNOLOGIA Fatto a Seul, ma ispirato alle luci e ai colori di Venezia: è il nuovo Galaxy 6 di SAMSUNG. Ce lo racconta il suo creatore, che arriva dal mondo delle supercar
Sorriso sincero e sempre impostato su “On”, Hong Ku Yeo è un coreano atipico: dopo aver studiato al Royal College of Art di Londra, è andato a fare esperienza a Detroit, per poi tornare in Gran Bretagna e mettersi al lavoro sulle supercar Mclaren. Da lì il salto a Samsung, dove lavora da tre anni rivestendo il ruolo di senior designer. Un salto corto, come spiega lui stesso: « C’è una connessione diretta tra supercar e smartphone: in entrambi i casi si tratta di design emozionale».
Cioè?
«Quando una persona acquista un’auto sportiva o uno smartphone come il nuovo Galaxy S6 Edge, va oltre le valutazioni funzionali: c’è molto di più, e il design fa la parte del leone».
Com’è avvenuto il passaggio a Samsung?
« Tre anni fa sono stato chiamato a occuparmi di ricerca per un nuovo concetto di smar tphone, ma solo l’anno scorso tutto questo lavoro si è concretizzato nel progetto Galaxy S6 e S6 Edge».
razione per questo modello?
«Innanzitutto i viaggi, in particolare uno a Venezia».
Cosa l’ha colpita della città lagunare?
«Il vetro e i colori, prima di tutto. Siamo prima andati a Murano, la vera capitale del vetro, mentre per i colori, Venezia ne è piena. Basta guardare i canali, il modo in cui la luce li colpisce generando un’infinità di sfumature, e di come queste poi rimbalzano sugli edifici che s’affacciano sull’acqua».
Se dovesse scegliere un solo elemento d’ispirazione per questo Samsung S6, quale sarebbe?
« La luce. Come la percepiamo, come reagisce e interagisce con l’ambiente, come si riflette. Con il Samsung S6 volevamo catturarla e renderla parte del dispositivo».
E come ci siete riusciti?
«Con il vetro e con Venezia. Abbiamo passato un sacco di tempo a scegliere i materiali migliori, che sancissero questo rapporto intimo con la luce».
Da qui la scelta di ricoprire di vetro anche il retro?
«Esattamente».
In questo modo, però, avete dovuto rinunciare alla batteria rimovibile...
( ride di gusto) «Io mi reputo un vero appassionato di tecnologia, e sono stato il primo
criticare questa idea in fase progettuale. A quel punto, gli ingegneri mi hanno mostrato le prestazioni della batteria che ora trovi nell’s6: ricarica wireless, autonomia, longevità e tempi di ricarica da record mi hanno convinto. Era davvero il momento di dire addio alla batteria rimovibile, a fronte di un design superiore».
Qual è l’iter che segue per progettare il design di uno smartphone?
«L’obiettivo che mi è stato dato era molto semplice: creare un “dream-phone”, partendo da zero. Io e il mio team avevamo carta bianca e, proprio da lì, dai fogli, siamo partiti: prima tanti schizzi su carta, poi la modellazione 3D al computer, poi il prototipo con la stampante 3D, quindi i primi esemplari».
Usa ancora la carta, quindi? Una soluzione un po’ vecchia maniera, no?
«Se vuoi creare un oggetto che regali emozioni, devi progettarlo con strumenti che diano emozioni a te, e la carta è quello che me ne dà di più».
Il futuro degli smartphone secondo Yeo?
«Dopo aver avuto la possibilità di creare uno smartphone da zero, senza alcuna costrizione, posso dire che solo l’immaginazione è il nostro limite».
Se il Galaxy S6 fosse una supercar, quale modello sarebbe?
«La più veloce e bella, ovviamente».
« L’ I D E A È N ATA D O P O UNA VISIT A A M URANO»