GQ (Italy)

Tutta questione di numeri

IL DESIGNER Il fondatore e mente creativa di N°21 ne ha in quantità, a partire da quelli del marchio. E c’è anche il 5, come gli anni del progetto di ALESSANDRO DELL’ACQUA

- Testo di LAURA PACELLI

Tenacia. È uno dei tratti tipici delle personalit­à creative, assieme alla curiosità, all’apertura, all’anticonfor­mismo, all’attitudine ad assumere rischi. Qualità che Alessandro Dell’acqua ha dimostrato, ancora una volta, di possedere con la creazione, nel 2010, del pprogetto N°21, di cui è fondatoree e mente creativa. Dopo aver lasciato la guida della linea chee porta (ancora) il suo nome, ha vvoluto riprovarci. Ma da buon napoletano, non senza unn po’ di scaramanzi­a. «Soono nato il 21/12 e nel coorso degli anni il 21 è diiventato anche il mio n umero fortunato», raacconta Alessandro Deell’acqua.

In cinque anni, il marchhio ha raggiunto numerri considerev­oli e preveede di superarli, grazie aanche all’accordo con Gilmar perp la produzione e la commerrcia­lizzazione. La previsione deel fatturato totale per il 2015 è di 24 milioni di euro, con unaa crescita del 55% rispetto al 2014.

Insomma, a partire dal nome del marchio, quando si parla con Dell’acqua non si può prescinder­e dai numeri, ma ciò che rende speciali le sue creazioni è l’innovazion­e. «Ho riguardato le vecchie collezioni che avevo disegnato e ho visto cose che non mi piacevano più. Oggi la mia prima preoccupaz­ione non è creare qualcosa di strepitoso ed eclatante per la passerella, ma interrogar­mi sulle esigenze quotidiane di un uomo. Rispetto al passato, sono diventato più realista, più pragmatico. E anche più managerial­e».

Quanto le dispiace non aver potuto usare più il suo nome?

«Ho deciso io di creare quella rottura. Avevo perso la mia vena creativa, non avevo più dialogo con i collaborat­ori e, se riguardo le ultime stagioni di Alessandro Dell’acqua, capisco che in quel momento non davo niente. N°21 oggi invece mi rap-

presenta in tutto e per tutto».

Quanta difficoltà ha incontrato e qual è stata invece la sorpresa più bella?

«Le mie fonti di ispirazion­e sono i ragazzi e gli uomini che incontro per le vie delle città più interessan­ti e cosmopolit­e del mondo. Spesso mi capita di incontrarn­e alcuni e di immaginarl­i con un look N°21. Ecco, sono le persone “comuni” la piacevole novità rispetto al passato. La difficoltà è trovare il giusto compromess­o fra commercial­e e immagine, ma è anche una grande occasione di crescita».

Come veste l’uomo, secondo N°21?

«Dev’essere un uomo disposto a osare, che sceglie tocchi inusuali senza distaccars­i troppo dai canoni del guardaroba maschile classico-borghese».

Un creativo non smette mai di pensare al prossimo step. Qual è il suo?

« Vorrei far crescere il mio marchio passo dopo passo, fino a trasformar­lo in un grande marchio, con la costanza e la tenacia » . Ecco, appunto.

« R I S P E T TO A L PAS SATO S O N O D I V E N TATO P I Ù

R E A L I STA E P R AGMAT I CO »

IL (SECONDO) DEBUTTO DI VUKMIROVIC AL PITTI

In questi giorni è a Firenze in occasione di Pitti Immagine Uomo (dal 16 al 19 giugno) per presentare con un evento esclusivo la nuova collezione per la Primavera/ Estate 2016. Neanche un mese fa in Cina per il lancio della collezione Autunno/ Inverno 2015, la seconda da lui firmata, e per l’annessa apertura del nuovo flagship store aperto a Canton Road ad Hong Kong. A seguire party per pochi invitati al Central Pier 4.

( in foto) è irrefrenab­ile (oltre che irraggiung­ibile al telefono). Nuovo direttore creativo di Ports 1961, ha lavorato per Gucci nell’era Tom Ford ( 2000), Jil Sander ( 2001), Trussardi 1911 (2007).

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