GQ (Italy)

L’hip hop salverà gli oceani

LA NOVITÀ Come Pharrell Williams, anche Raury, l’ultimo fenomeno musicale, ha un’anima “verde”: è lui il nuovo ambasciato­re di RAW FOR THE OCEANS, il progetto di G- Star Raw che ricicla la plastica per creare capi in denim

- Testo di LAURA PACELLI

Gli piacciono le biciclette, le auto elettriche e il cibo vegano. Guai a separarlo dal suo cappello e a parlar male del suo amico Pharrell Williams. Raury Deshaun Tullis, in arte Raury, ha solo 19 anni ma, a dispetto della sua età, ha una coscienza di sé e del mondo in cui vive piuttosto chiara.

Oltre a colleziona­re sold out ai suoi concerti − un mix di musica hip-hop, soul e folk −, Indigo Child (questo il soprannome nonché il titolo dell’album di debutto) è uno strenuo sostenitor­e dell’ambiente. A dimostrarl­o l’attenzione che sta dedicando al progetto Raw for the Oceans, una collezione di capi in tessuto denim ottenuto dal riciclo della plastica degli oceani firmata G-star Raw e realiz- zata con Bionic Yarn. «Sul palco indosso sempre una T-shirt o una giacca della collezione, così la gente le vede e si chiede cosa sono», dice Raury.

«Pharrell me ne ha parlato e ho detto subito di sì»

Tutto ha inizio da una chiacchier­ata con l’amico Pharrell, il primo ad aver sostenuto il progetto e a disegnare i capi della collezione. «L’ho ascoltato con grande entusiasmo, forse perché ho da sempre a cuore le sorti dell’ambiente». E di sé aggiunge: «Più che artista mi definisco un narratore. E adesso, grazie a questa iniziativa, voglio parlare dell’inquinamen­to degli oceani». Idee chiare, il giovane Raury, anche sul futuro: «Tra 10 anni sarò sempre lo stesso, magari senza cappello, ma continuerò a impegnarmi affinché chi mi ascolta capisca quanto il suo comportame­nto incida su ciò che gli è intorno».

LA REVERSIBIL­E DI HYDROGEN E K-WAY

limero Peek, nella protezione del Motorlac, una lacca ispirata alle gare automobili­stiche che permette sorprenden­ti effetti di texture granulate e di colori. Il risultato ottenuto è un’eleganza delle proporzion­i, le stesse che erano care alla classicità dell’antica Roma».

Quanto conta la classicità per una maison come Bulgari?

«È fondamenta­le. Aver sede a Roma influenza inevitabil­mente le scelte, soprattutt­o in termini di design. Ciò che però ci interessa veicolare attraverso i nostri orologi non è la romanità quanto l’italianità».

Oltre agli orologi e le automobili, può confessarc­i un’altra passione?

«La più grande è il disegno e sono felice di poterla soddisfare ogni giorno».

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