IO SUONO IL MONDO
A costruire strumenti musicali con gli scatoloni Ikea, e con tutto quello che gli capitava a tiro, Bruno Zamborlin di Lonigo − provincia di Vicenza − ha iniziato in prima liceo scientifico. Ora che ha 33 anni, e ha stupito il mondo con una app che permette di suonare qualsiasi oggetto, quel gioco adolescenziale sembra il prodromo di un progetto geniale. In mezzo ci sono stati: «Laurea in informatica, a Padova; Erasmus ad Amsterdam; specialistica a Bologna». Nonché, nel 2008, lo stage alla prestigiosa IRCAM del Centro Pompidou, a Parigi, il tempio della ricerca informatica applicata alla musica. «Avrei dovuto rimanere sei mesi, invece mi hanno assunto come ricercatore e sviluppatore», racconta. Un’e- sperienza «pazzesca», durata tre anni, perché nel frattempo ha vinto anche una borsa di studio alla Goldsmiths University e ha deciso di stabilirsi a Londra. Intanto si è dedicato al suo progetto: un sensore che applicato a un albero, a un bicchiere, a un’auto eccetera, ne registra le vibrazioni; e una app che le traduce in suoni.
«Un anno fa ho lanciato Mogees Pro, dedicato soprattutto ai musicisti», racconta. «Il mio primo video è subito diventato virale. Ne hanno parlato la CNN, Discovery Channel, Wired... Le richieste sono arrivate da tutto il mondo». A oggi, gli acquirenti sono più di diecimila (tra cui Brian Eno), e Bruno ha già messo su «una piccola azienda, con un team di dieci persone fra i 20 e i 35 anni». Prossimo passo: il lancio di Mogees Play, per tutti i non professionisti, in vendita da questo mese su www.mogees.co.uk al prezzo di 46 sterline. _ (Olga Noel Winderling)