Quando muoversi è un’arte
«Noi lo chiamiamo “il Santuario”. Proprio perché l’idea è creare un ambiente che trasmetta calma. Così bilanciamo le tensioni della carrozzeria». Con la moglie Amy, Massimo Frascella ha progettato la nuova Velar Range Rover. Lei ha curato gli interni, lui gli esterni. Un’unione unica nel mondo dell’automotive design. «Ci sono stati anche contrasti, ma la nostra relazione ci ha permesso di ragionare andando oltre il design studio ponendoci domande che con un altro collega non si sarebbero manifestate», racconta Massimo. Land Rover ha presentato Range Rover Velar − per linea filante e dimensioni, quasi una berlina, con il know-how da fuoristrada della casa − come un progetto d’arte: esponendola al Design Museum di Londra e poi al Palazzo della Permanente, durante il Salone del Mobile di Milano. «Per noi è un progetto artistico, un’esplosione di design minimale che sconfina nell’arredamento e assume una forma estetica. È la prima auto di lusso che rinuncia al cliché della pelle per i rivestimenti interni a favore di tessuti altrettanto preziosi. Guadagnando eleganza».
La stoffa (lana) è firmata dai danesi di Kvadrat e va a contrasto con la fibra effetto scamosciato ottenuta da bottiglie di plastica riciclata. Ci sono legni satinati, sedili traforati come pizzi, finiture in carbonio intrecciato con il rame; l’illuminazione interna è configurabile in 10 colorazioni. «Comandi ed elementi tecnici sono progettati per venire incontro al guidatore e poi scomparire». Sedersi al volante dà la sensazione di poter affrontare spazi più vasti della strada, come alla plancia di comando di uno yacht. _ (Giovanni Audiffredi)