Dalle Winx al cinema, il miracolo di Loreto
Ci sono alcune cose che Iginio Straffi dice e non dice. La prima è la sua età (52, secondo Google). La seconda, a quanto ammonta il suo patrimonio complessivo: 400 milioni di euro. La terza, cosa vorrebbe produrre dopo aver comprato un pezzo di cinema italiano: «Una serie televisiva che renda giustizia a Dylan Dog », trasferito dai fumetti al cinema (in malo modo) nel 2010.
Rewind. Iginio Straffi è quel signore che ha inventato le Winx e creato la Rainbow, content company oggi presente in 156 Paesi, con una sede immaginata da Syd Mead (suoi gli scenari di Blade Runner e Alien), tra Recanati e Loreto, nelle Marche. La terra dei Della Valle, Guzzini, Scavolini. Era partito disegnando Nick Raider per la Sergio Bonelli Editore, guida un gruppo da 900 dipendenti e 80 milioni di euro di fatturato, pronto a entrare in Borsa − «nel 2018, a Milano o Londra» −, già inserito «in Cina, su quasi tutte le piattaforme streaming». Principale fornitore di animazione di Netflix (grazie alle acquisizioni fatte, collabora con Nickelodeon, Dreamworks, Disney...), è «l’unico gruppo italiano con i mezzi e il know-how per girare e produrre con effetti speciali, come gli americani». E cita Hunger Games, Stranger Things, Twilight.
Straffi è di nuovo nei radar perché ha preso il 60% del gruppo Iven, di cui fa parte Colorado Film, la casa di produzione di Totti/salvatores/abatantuono: da qui, la pensata su Dylan Dog. Che è la ciliegina romantica (i fumetti di Bonelli, grande amore) su una torta per molti invitati. Dentro Iven c’è Colorado, «che ha relazioni con Mediaset, mentre Rainbow ha legami con Rai: le possibilità raddoppiano». Ma c’è anche Gavila, l’etichetta dedicata al noir creata con Donato Carrisi (autore e ora regista de La ragazza nella nebbia): «Noi creiamo contenuti: prima solo per bambini, ora anche per giovani e adulti». La generazione che vorrebbe, Straffi la alleverà in casa: apre a settembre un asilo interno all’azienda, «per nutrire cervelli che non avranno paura». Del Babau, in qualunque accezione possibile. Cristina D’antonio)