L’AVVENTURA COMPIE 60 ANNI
Lo Speedmaster è un’icona che, da una generazione all’altra, è arrivata fino alla Luna. E oltre
Dalla Terra alla Luna, ma il protagonista questa volta non è il drappello dei tre avventurosi immaginato da Jules Verne, bensì un cronografo, lo Speedmaster di Omega, il primo orologio a essere sbarcato sul nostro satellite diventando così un’icona assoluta. Ebbene quest’anno, in occasione del 60° anniversario del modello, la maison di Bienne ha presentato la riedizione dello Speedmaster originale, quello che ha dato origine a una numerosa e celebre stirpe. Per realizzarla è stato necessario un lavoro di vera e propria clonazione, perché, partendo dai disegni originali, con una serie di scansioni digitali sono stati riprodotti fedelmente gli elementi della cassa. È nato così lo Speedmaster
dell’anniversario, facente parte di una trilogia comprendente anche i modelli Railmaster e Seamaster, anch’essi lanciati nello stesso anno.
L’ultimo Speedmaster, pur con qualche difformità, riguardo alle caratteristiche estetiche è notevolmente fedele al progenitore del 1957: nelle dimensioni della cassa in acciaio (38,6 mm); nell’impostazione del quadrante a tre contatori e con le lancette dette “freccione” (le Broad Arrow) e, soprattutto, in quel segno distintivo rappresentato dalla scala tachimetrica, che l’omega, per la prima volta in campo cronografico, non riportò sul quadrante, ma la incise sulla ghiera d’acciaio lucido. Il movimento, invece, è sempre a carica manuale ma si tratta di un calibro più moderno.
Reclamizzato nei primi anni come compagno ideale dei piloti automobilistici, lo Speedmaster divenne l’orologio dello Spazio, in quanto adottato dalla Nasa nel 1965 per i suoi astronauti dopo aver superato una serie di prove in cui erano in gara i cronografi di altre 9 marche.
Numerosa la stirpe cui ha dato origi-