GQ (Italy)

Mi gioco la faccia (maybe)

Vent’anni fa, negli Oasis, lui e suo fratello Noel si facevano a pezzi. Oggi L I A M GA L L AGHER esordisce da solista. O la va, o la spacca: «Se il disco non piace dico basta. Odio chi va sul palco quando il suo tempo è nito»

- Testo di FERDINANDO COTUGNO Foto di GAVIN BOND Creative Director PAUL SOLOMONS

A Liam Gallagher piace la boxe. Non praticarla («Sono troppo bello per farmi spaccare la faccia»), ma guardarla. Divora incontri in tv, li commenta su Twitter, se può vola agli incontri di Las Vegas. E questa è la prima volta che si presenta musicalmen­te da solo, come un pugile sul ring. Ora, Liam non è il genere di persona che cede facilmente alla lusinga di una metafora giornalist­ica −«Non lo so, amico, mi sembra una stronzata, a me piace solo guardare la gente picchiarsi, non mi sento un pugile, nemmeno ora» − però qui per la prima volta c’è un album che porta solo il suo nome e una copertina dove c’è solo il suo volto. E in gioco, come in tutti gli incontri di pugilato, c’è l’integrità della sua faccia. Niente Oasis (sciolti nel 2009, dopo quasi due decenni di liti con suo fratello Noel), niente Beady Eye (la band con cui tentò di rifondare il vecchio gruppo senza Noel, archiviato nel 2014). Ora Liam Gallagher è solo Liam Gallagher. As You Were

, il nuovo disco, è fatto di dodici canzoni che sembrano uscite dritte dritte dalla discografi­a degli Oasis. È il tentativo (peraltro riuscito) di dimostrare che lui non cantava solo il pensiero e il talento di suo fratello. Molti di questi nuovi pezzi sono suoi. Per rifinirli e per aggiungere gli altri brani si è affidato alla squadra che ogni debuttante vorrebbe a bordo ring. Tra loro: Greg Kurstin (collaborat­ore di Adele e di Paul Mccartney), Andrew Wyatt (Florence and the Machine, Bruno Mars, Lorde), Dan Grech-marguerat (Lana Del Rey).

La vita, per il resto, è la più ordinata che uno come Liam Gallagher possa fare: mangia meglio, beve meno, corre dieci chilometri di fila. Il merito è di Debbie Gwyther, che era stata la sua assistente personale, prima di diventare la sua fidanzata. Nel loro nuovo attico di Highgate, a Londra, ha scritto versi come: «A mia discolpa, le mie intenzioni erano buone e il paradiso deve avere un posto per gli incompresi»,

For What It’s Worth cantati in , la più personale delle nuove canzoni. Scegliete voi il destinatar­io delle scuse, l’elenco di Liam è lungo: Noel, tutta la gente con cui ha litigato, le due mogli da cui ha divorziato, i quattro figli avuti da quattro donne diverse (Lennon e Gene dalle mogli, Molly e Gemma dalle amanti). Liam, partiamo dalle nuove canzoni. Ne ha scritte un bel po’ per As You Were. Com’è stato?

«Me la sono goduta, mi è piaciuto un casino. Sto im- parando piano piano, in fondo non sono proprio l’ultimo degli stronzi, no?». Lei è stato ed è un cantante, ma arrivati a una certa età si può pur sempre cambiare mestiere... «Io non sono uno che si mette lì e si sforza di fare uscire le canzoni come se fosse seduto sul cesso. Non funziono così, non stavo dentro un ufficio a scrivere gli album. Anzi, io volevo scappare dall’inghilterr­a, andare in Spagna, asciugarmi al sole, rimettermi in sesto per qualche anno. Poi le canzoni sono arrivate, una dopo l’altra. Ma alla fine dei giochi io sono un cantante. Un cantante che ogni tanto scrive canzoni, mettiamola così». Ascoltando As You Were viene da pensare che, in fondo, avrebbe dovuto scrivere più pezzi per gli Oasis. «Prima cosa: se gli Oasis ritornasse­ro sarebbe davvero, davvero, davvero stupendo. Stare in una band enorme come quella è stata la mia dipendenza più grande, e conosco bene l’argomento. Poi non lo so cosa succederà nei prossimi anni. Io faccio le mie cose, Noel fa le sue, non ci parliamo, né ci ascolterem­mo, quindi meglio così». Ma a lei piacciono «le cose» di Noel? «Le ho ascoltate in radio. Diciamo che non mi comprerei mai un disco di Noel Gallagher. È un bravo autore di canzoni, ma tutto quello che fa è noioso. Sembra mio nonno, capisce cosa intendo? Mi fa addormenta­re». Quindi, dicevamo, se mai un giorno gli Oasis tornassero davvero insieme… «Sicurament­e non farei più scrivere tutto a lui. Non so se mai esisterann­o di nuovo gli Oasis, ma se succedesse, saremmo una band più collaborat­iva. Ora però mi piace vedere solo il mio nome sui cartelloni. Mi piace sapere di cantare buone canzoni che sono solo mie. Magari da fuori non si vede, ma io sono uno che sta bene nella sua pelle. E posso giurarle una cosa». Sentiamo. «Se questo album non viene accolto bene, io dico basta. Non sono un disperato, non mi servono altri soldi. Se alla gente non piace, non sentirete un’altra parola da me. Odio gli stronzi patetici che vanno sul palco quando il loro tempo è finito. Ah, ho anche un’altra promessa da fare: o Liam o gli Oasis. Non ci saranno altre band». Però alla gente questo nuovo Liam solista sta già piacendo parecchio. Aveva paura di tornare sul palco? «Se c’è una cosa di cui potete essere sicuri è che Liam Gallagher non avrà mai paura di un palco. Sono sempre il primo a salirci, l’ultimo a scendere. Dio mi deve dare un

«Se ritornasse­ro gli Oasis sarebbe stupendo. Stare in una band come quella è stata la mia dipendenza più grande, e conosco bene l’argomento. Ma ora io faccio le mie cose, Noel fa le sue, N O N C I PARLIAMO, né ci ascolterem­mo, quindi meglio così»

calcio in culo, il giorno in cui avrò paura di prendere un

microfono in mano». Traduzione: Liam Gallagher non ha mai paura. «Non c’è niente di cui avere paura, amico. Tutti dobbiamo morire a un certo punto. Io ho 45 anni, ho imparato a vivere nel presente, a fregarmene del futuro e a fregarmene del passato. Ho avuto una buona vita, ho viaggiato in tutto il mondo, ho una donna al mio fianco, i miei ragazzi sono sani, ho i soldi in tasca, un piatto sempre sulla tavola, un nuovo album. Di cosa dovrei avere paura?». Me lo dica lei. «Di una cosa sola: perdere la mia voce. Senza la mia voce non sono nessuno. Ma finché la voce regge e io mi tengo in forma, non ho problemi». Lei è un jogger mattutino, cosa che i suoi fan faticano a credere, nonostante abbiano visto le foto sui tabloid. «Le avete viste no? E allora ci dovete credere. Quando corro mi sento un essere umano diverso, una persona meno complicata, guardo gli alberi, guardo i maledetti uccellini, e tutte queste cagate mi fanno stare bene, riescono a distrarmi da me stesso, così per un’ora almeno non mi serve altro». Che rapporto ha con la sua età, con il tempo che passa, con l’idea di invecchiar­e? «Divento sempre più bello. Invecchiar­e mi dona. Non vorrei avere di nuovo 23 anni, nemmeno per tutto l’oro del mondo. Ho 45 anni e spacco ancora, meglio di prima, e me lo godo di più. Quindi va bene così». Quali altre abitudini ha cambiato? «Ho rallentato tutto, ho imparato a dosare. Non me ne frega più niente di sballarmi per tre notti di fila. L’ho fatto, è stato divertente, ma ora basta. Ora vado a una festa, ci sto un paio d’ore, torno a casa». Dopo i quaranta, una rockstar diventa così? «Tutta questa storia dello stile di vita rock’n’roll è una barzellett­a che tutti ci ripetiamo in continuazi­one come se facesse ancora ridere. Io mi chiamo Liam Gallagher, il mio lavoro è cantare canzoni rock. È quello che faccio, a volte è quello che sono, ma smettetela di farla diventare un’etichetta alla quale la gente deve attenersi». Al Festival di Glastonbur­y c’era anche Jeremy Corbyn, il leader del Partito Laburista inglese. È andato a sentirlo? «Non me ne frega niente di ascoltare un politico a Glastonbur­y. Il rock’n’roll è il rock’n’roll, la politica è la politica,

«Non me ne frega più niente di SBALLARMI per tre notti di la. Se vado a una festa, ci sto un paio d’ore e poi basta»

mescolare le due cose è una stronzata che fa perdere tempo a tutti. Corbyn sembra una brava persona, ma i politici hanno tutti la stessa puzza, e lui in più mi sembra un moralista. Non mi interessav­a, non ho ascoltato una singola parola di quello che ha detto». ...Però fa sempre riferiment­o alle sue origini working class e ha detto che voterà a sinistra. «Io vivo in una bella casa, mi faccio portare nei ristoranti più fighi di Londra, ma la vuole sapere la verità? Mi sentirò sempre più a casa mia in un pub a farmi un paio di birre con qualche sconosciut­o. Io so stare in mezzo alla gente, per me la classe operaia è questo, gente che sa stare con la gente». Riesce ad andare allo stadio, ogni tanto? «Stando a Londra, non quanto dovrei. È una delle cose peggiori del non vivere più a Manchester». Quest’anno il suo Manchester City vincerà finalmente la Champions League? «Guardiola mi piace, è ora che vinca qualcosa, ma mi piace. È un figo, un pensatore, e non è un difensivis­ta come Mourinho. Però sta capendo che il calcio inglese non è facile, ma, cazzo, è l’inghilterr­a che non è un posto facile per nessuno, qualunque lavoro tu faccia». Se lei fosse stato un calciatore, invece che una rockstar, a chi le sarebbe piaciuto somigliare? «Molti tifosi del City mi toglierann­o il saluto, ma chi se ne frega. Sarei stato Éric Cantona. Era forte, era maleducato, sapeva giocare a calcio e non gliene fre-

gava un cazzo di nessuno. Proprio come Liam Gallagher». Ha insegnato ai suoi figli a suonare la chitarra? «Io li lascio in pace, io non insegno niente a nessuno. Li lascio fare le cose che vogliono fare, so che ora a loro piace altra roba, con poche chitarre: il grime, l’hip hop. Ma li capisco, se fossi giovane oggi non saprei cosa cazzo ascoltare. Sono giorni che io tengo su solo i Sex Pistols». Me se li immagina mai i suoi figli, Lennon e Gene Gallagher, un giorno dentro una band? «Lennon mi sembra più interessat­o a fare il modello, ma sarebbe una bomba, amico. Il mondo ha bisogno di un’altra band con dei fratelli Gallagher dentro, per rimettere a posto le cose che non sono andate con la prima». Quali errori gli direbbe di fare? «Scherza? Gli direi di fare tutti gli errori che possono. Io oggi non sarei nessuno, senza i miei errori. E non mi sarei mai divertito così tanto».

« GUARDIOLA mi piace. È ora che vinca qualcosa, ma è un pensatore. Però sta capendo che il calcio inglese non è facile»

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 ??  ?? Da molti considerat­o il miglior frontman di tutti i tempi, Liam Gallagher è stato la voce degli Oasis (1991-2009) e dei Beady Eye (2009-2014)
Da molti considerat­o il miglior frontman di tutti i tempi, Liam Gallagher è stato la voce degli Oasis (1991-2009) e dei Beady Eye (2009-2014)
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L’esibizione di Liam Gallagher all’olympia Theatre di Dublino, il 30 giugno scorso, dedicata alle vittime dell’attentato terroristi­co al concerto di Ariana Grande a Manchester (22 maggio)
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