GQ (Italy)

LA CREAZIONE DI CARL

- SAKÈ MEDITERRAN­EO

Improbabil­e: un sakè con un’anima francese, adorato dalle fanciulle che affollano i bar dell’hotel Costes a Parigi, di Miss Lily’s a New York, di Casa Cruz a Londra. Ancora più improbabil­e: quel sakè nasce dallo scambio tra il mastro cantiniere della venerabile casa giappo

chef de cave nese Dassai e Régis Camus, della storica Maison de Champagne Piper-heidsieck. E in ne: quel sakè si chiama Heavensake che in slang anglosasso­ne vuol dire “santo cielo!”, ma può anche signi care “celestiale sakè”. Carl Hirschmann

, ideatore e proprietar­io del marchio, 33enne franco-svizzero con un feeling spinto per gli affari, dichiara: «Celestiale è l’aggettivo giusto. Quando ho scoperto che mi faceva alzare fresco e di buon umore dopo una serata in discoteca, e che tutte le mie amiche lo trovavano geniale, ho deciso che bisognava farlo diventare anche trendy». Un’avventura, visto che neanche la moda del sushi ha spinto in Occidente la voglia di esplorare la colonna del bere giapponese. Ma Carl non ha esitato: «Volevo un sakè mediterran­eo, un po’ sexy, setoso, da bere in coppia, per avere l’euforia pulita, giusta, dei sakè di alto pro lo che non contengono sol ti né additivi né allergeni».

savoL’idea è stata allora quella di unire il ir-faire

francese e il rigore giapponese. Risultato: un Junmai Daiginjo «con profumi di giglio, iris, giacinto e sapori setosi di uva moscata e pera matura». Heavensake ha fatto il suo ingresso in società, l’anno scorso a Parigi, durante la settimana della moda. Quella sera si è bevuto

(F.F.) solo quello, molto freddo.

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