GQ (Italy)

IPNOTIZZAT­I DALL’AFRICA

A New York incontro con Laolu Senbanjo e i suoi graf ti misteriosi. Che interpreta­no l’estetica di un must della profumeria Bulgari

- Testo di ALICE ABBIADAT I

Everything is a canvas « », tutto può

Laolu diventare una tela. È il mantra di Senbanjo

che lo spinge a disegnare su tutto ciò che trova. Quando varchiamo la porta dello studio nel Meatpackin­g District di New York dove ci attende, la sensazione è di grande realismo: pareti, vestiti, valigie, una chitarra, un laptop e la faccia dello stesso Laolu, tutto ciò che si vede è ricoperto da tti graf ti tratteggia­ti con vernice bianca. Il giovane artista di origini nigeriane trapiantat­o a Brooklyn è stato scelto da Bulgari

per decorare il nuovo acone di Man in Black Essence

, tra le fragranze di punta del marchio. Il risultato è un packaging monolitico in edizione limitata, che vede rincorrers­i linee ipnotiche riprese dalla tradizione Youruba, una popolazion­e dell’africa sud-occidental­e da cui Senbanjo discende. Destinato a diventare avvocato, si è ritrovato alla ribalta come artista internazio­nale senza quasi rendersene conto: «Dipingo n da bambino su ogni cosa mi capiti sottomano. Tutto mi sembra sempre così piatto altrimenti», mi dice non smettendo di colorare febbrilmen­te. «L’imprinting lo devo a mia nonna, sono stato affascinat­o dai tatuaggi che aveva sul corpo, li volevo replicare». Per descrivere quello che fa usa il termine “afro-misterico”, un linguaggio visivo che affonda le radici nel suo Paese di origine, ma diventa universale grazie a progetti come questo.

Segni gra ci come onde, maschere, archi e frecce diventano moduli che riempiono gli spazi e fanno rivivere antichi riti tribali e mitologie intrise di magia e folklore. Il triangolo è tra i simboli più potenti, evoca equilibrio e forza, un connubio perfetta

Man mente calibrato proprio come l’elisir di in Black

, elegante e virile al contempo. Il designer l’ha usato come ispirazion­e senso

Man in Black riale: « ha un cuore di ebano, è molto mascolino, energetico, proprio come la mia arte. Riconoscib­ile». Per lui l’arte è connession­e, mettere in contatto le persone.

Con le sue opere racconta di guerrieri che sono uomini, ma anche divinità capaci di controllar­e gli elementi. Insegnano a non avere paura, a conoscere da dove veniamo e capire dove stiamo andando. «C’è così tanta bellezza nella nostra storia, che cerco di inserirla ovunque, che sia in una bottiglia

quello di profumo o in un video di Beyoncé ( Lemonad ndr

e, )». Far convivere il lusso con le ruvidità delle terre africane non è stato facile, ma si è rivelato un’inaspettat­a opportunit­à: «Sono stato libero di rappresent­are il mio mondo in maniera istintiva. È letteralme­nte un messaggio nella bottiglia, so di fare parte di qualcosa di molto più grande. Porto l’arte negli scaffali di tutto il mondo, è una cosa così rivoluzion­aria. Disegnando cerco di rendere speciale ogni cosa, perché alla ne siamo tutti pezzi unici».

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