Massimiliano Allegri
Sandro Veronesi incontra l’allenatore della Juventus
L’enciclopedia. Tuttocittà. La guida dei ristoranti. I nostri genitori li interrogavano di continuo, come un maestro orientale il suo I Ching. Grandi domande ( Quando finisce il Pleistocene?), piccole domande ( Qual è l’elettricista più vicino?). Era un miracolo trovare quasi tutte le risposte in uno scaffale in salotto. Oggi c’è Google. Informazioni, indirizzi, esercizi commerciali: tutti sono “in” Internet, tutti “sono” Internet. Il motore di ricerca ha rappresentato una riduzione senza precedenti del costo d’informarsi. Affinché uno scambio abbia luogo, perché Paolo compri qualcosa da Pietro, è necessario che Paolo e Pietro sappiano della reciproca esistenza, e che l’uno abbia qualcosa che l’altro vuole. I più infaticabili nemici dei commerci sono sempre state le distanze, la lingua che si fatica a imparare, la diffidenza con cui si guarda lo straniero. Senza una drammatica riduzione del costo di spostare le merci, la globalizzazione non ci sarebbe mai stata. Ma neppure senza una crescente connettività. Essere meglio informati su ciò che il mercato ha da offrire, vuol dire poter impiegare meglio le nostre risorse. Google ci ha reso più liberi di scegliere. Più padroni del nostro tempo e dei nostri quattrini.
* Giornalista ed economista. È direttore generale dell’istituto Bruno Leoni, collabora con La Stampa e The Wall Street Journal