GQ (Italy)

CINQUANT’ANNI DI TRIONFI

Ha venduto il primo racconto nel 1967, ora pubblica il suo 59esimo romanzo, Sleeping Beauties, scritto con il figlio Owen (in Italia il 21 novembre). Nel mezzo: una carriera da capogiro

- STEPHEN KING Testo di ANDREA PELLEGRINI

217

Il numero della stanza del terrore nel libro Shining, diventato 237 nel film di Kubrick su richiesta dell’hotel in cui fu girato (temevano che nessuno avrebbe voluto più la 217, invece molti chiesero l’inesistent­e 237)

10

I minuti in cui ha imparato «tutto, sulla scrittura». A 17 anni, da un redattore sportivo del Maine

99,4

La percentual­e della popolazion­e mondiale uccisa dal virus in L’ombra dello scorpione (1978), il suo libro più lungo (1.153 pagine)

7

I libri firmati con lo pseudonimo di Richard Bachman tra il 1977 e il 2007. Motivo: King voleva pubblicare molto. Troppo, per gli editori

15

I milioni di dollari guadagnati da King negli ultimi 12 mesi secondo Forbes (oltre 465 in tutta la carriera)

Bobby è un giovane operaio. Alle spalle ha un’infanzia violenta con una madre eroinomane, mentre il padre era uno dei suoi tanti amanti subito spariti. Lui lavora alla ristruttur­azione di un attico a Manhattan. Al piano di sotto abita una famiglia ricca, educata e infelice. Ne fanno parte Karen, la moglie repressa, Mark, il marito troppo debole, e l’adorata figlia quattordic­enne Heather, nella quale i genitori ripongono ogni speranza. Quando Bobby entra nella loro vita, il fragile idillio familiare si spezza. Con un noir dai tocchi secchi e brutali, Matthew Weiner, creatore della serie Mad Men e produttore de I Soprano, fa il suo atteso debutto nel romanzo. Heather, più di tutto è una lettura ad alta tensione e che non permette alcuna distrazion­e. Un’escalation di sguardi e di pulsioni in debito con Alfred Hitchcock e Truman Capote.

Parlami della ragazzina.

«Non era una bambina come le altre, era venuta al mondo per far stare meglio le persone». E il ragazzo?

«Bobby aveva mangiato mozziconi di sigaretta e bevuto birra prima dei dieci anni». Che cosa pensava della vita?

«Gli altri erano venuti al mondo per servirlo e lui poteva violentare e uccidere chi gli pareva». Heather che adolescent­e era?

«Alta, con le gambe lunghe, la vita sottile. Sprigionav­a gioia di vivere... Cominciò a parlare ad alta voce al telefono, fumare, masticare gomma, truccarsi e vestirsi in modo più succinto». Come si comportava con i genitori?

«Era civettuola con il padre dalla faccia infantile e dura con la madre dai seni pesanti». Cosa provò Bobby quando la vide la prima volta?

«Naso e polmoni gli si riempirono di una miscela di sigarette, sapone e sangue che esplodeva da una ragazza alta e magra». Poi come faceva a sorvegliar­la?

«Pranzava sull’impalcatur­a davanti alla camera della ragazza, spiando l’autentico scenario delle sue fantasie sempre più precise». E quando i loro sguardi s’incrociaro­no?

«Fu come se tutti i suoni della città si zittissero di colpo». Heather?

«Si sentì desiderata. E questo le piacque molto». Da cosa era ossessiona­to Bobby?

«Se l’avesse presa ancora in altri modi dopo averla lentamente strangolat­a, Bobby avrebbe posseduto ogni parte di Heather e sarebbero stati una cosa sola e lui sarebbe diventato l’inizio e la fine di tutto». E invece lei a cosa pensava?

«Sempre di più a lui. Voleva parlare con lui. Voleva dirgli che lei non era come sua madre, vedeva le persone e sapeva che lui era orribilmen­te costretto a comportars­i da servo». Quando il padre si accorse delle attenzioni di Bobby per la figlia...

«Si chiese se quel basso, lurido skinhead avesse aspettato sua figlia tutti i giorni da quando era lì. Se quello sguardo da squalo contenesse qualcosa di più di una travolgent­e lussuria». Un giorno il padre, con un pretesto, fece entrare Bobby in casa. Che cosa accadde?

«Mark si girò in tempo per sorprender­e l’operaio che lo stava fissando. Sentì un brivido lungo la schiena quando si rese conto di aver invitato il pericolo in casa propria, dove poteva morire per mano di quello scimmione». Il ragazzo come reagì?

«Guardò la schiena del padre di Heather e pensò che quel poveraccio non era cattivo; aveva una moglie con le tette grosse e loro due insieme avevano fatto Heather. Anzi, avevano fatto tutto questo, e volenti o nolenti lo avevano fatto per lui». Quali furono le ultime parole che risuonaron­o nella casa?

«Quali che siano i problemi della nostra famiglia, senza di lei non esiste nessuna famiglia».

* Diffuso a fine ’ 800 nei salotti frequentat­i da Marcel Proust, il Questionar­io viene generalmen­te utilizzato per intervista­re i personaggi. Qui le domande sono invece rivolte a un libro, che “risponde” con citazioni tratte dal proprio testo

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 ??  ?? Matthew Weiner, Heather, più di tutto. Traduzione di Silvia Pareschi. Einaudi. Pagg. 110, 16,50 €
Matthew Weiner, Heather, più di tutto. Traduzione di Silvia Pareschi. Einaudi. Pagg. 110, 16,50 €

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