Avanguardia antiquaria
Taccuini, cartoline, libri. Che parlano di montagna. E che un certo collezionismo paga: più dell’oro
L’antico borgo si sveglia nell’ombra proiettata dalle montagne della val d’ayas, che dal fondo della valle, con uno stacco netto, s’inerpicano in verticale verso nord. A poco a poco il sole di una domenica di settembre si stende sopra Verrès, Valle d’aosta, mentre l’attività del paese prende il ritmo lento del giorno di festa: giornali passati di mano e cappuccini, le signore fresche di parrucchiere, uomini che fumano. La vita che si srotola tranquilla sotto il castello. Ma nel quadro di questa mattina si coglie anche un’atmosfera insolita, un senso d’anticipazione, un flusso costante di forestieri che si muovono verso la cascina La Murasse, l’edificio cinquecentesco che oggi ospita la biblioteca. Come ogni ultimo weekend di settembre c’è Librerie Antiquarie di Montagna, uno degli eventi più importanti per gli appassionati del genere, una due giorni in cui libri, carte topografiche, tavole illustrate e cartoline vengono presentati, venduti e scambiati, in una mostra mercato che da 21 anni attira l’élite dei collezionisti di un segmento affascinate dell’antiquariato librario. L’antiquariato della montagna.
La mostra, nata a Ivrea, è stata spostata 15 anni fa a Verrès: oggi, sotto la guida di Luisella Di Stazio, è diventata un caso. Tra la qualità dell’offerta e il valore delle passioni trattate, se la gioca con altri raduni importanti, come quelli di Passy e Grenoble. Si ha l’impressione che gli attori di questo incontro, come spesso capita con chi conosce e rispetta la montagna, siano persone dedicate a una causa seria. Pochi i curiosi. Intorno agli stand dei circa venti espositori l’attenzione è massima. Che si tratti di pezzi introvabili o di semplici cartoline turistiche, poco cambia: i gesti con cui queste reliquie della storia alpina vengono maneggiate sono pieni di cura, anche se arrivano da mani forti, abituate a scalare, mentre ora tengono salde miniature fragilissime.
A metà mattina Luisella lascia la sua postazione, dedicata principalmente alla storia di Ivrea e delle montagne circostanti, e prende le ordinazioni per il pranzo. Roba semplice, piatti contadini in porzioni moderate, ché nel pomeriggio c’è da lavorare, e magari da separarsi da un pezzo caro. I collezionisti sembrano venire da ogni classe sociale e tra i banchi si muovono indifferentemente signori in giacca di tweed e giovani in abbigliamento tecnico, che si direbbe appena scesi da qualche rifugio. Comune denominatore, gli occhi: svelti, mobili, in alcuni casi febbrili. E poi le dita, che scorrono sulla carta di oggetti che magari hanno 50, 100, 200 anni e a guardare bene è come se quelle mani assorbissero la storia non solo del libro, ma anche dei proprietari precedenti, della montagna che la carta racconta, le rugosità, la grana spessa o sottile come un velo, la rilegatura, in un accumulo di esperienze tattili attraverso le quali rivivono le imprese di grandi alpinisti e viaggiatori. Un signore alto, dal viso lungo, camicia a scacchi e aria esperta, racconta a un piccolo gruppo di un mitologico taccuino appartenuto a Edward Whymper, l’alpinista. Pare che lo avesse nello zaino mentre conquistava per la prima volta il Cervino, nel luglio 1865.
Cervino, Monte Bianco, Dolomiti, la dignità delle Prealpi che scendono sui laghi del Nord Italia, grandi spedizioni polari: c’è di tutto, dall’esperto di carte militari allo specialista delle Alpi Retiche. La cautela nel diffondere informazioni da parte degli antiquari è massima, come se il venditore sondasse chi ha davanti e così facendo proteg-
gesse i suoi libri. Bisogna fare breccia nei cuori, trattare la materia con rispetto, che va bene la curiosità del profano, ma attenzione a non commettere passi falsi. Un grande libraio olandese, da quarant’anni in Svizzera, vuole capire le intenzioni di chi gli parla, e si capisce, dato che espone sotto vetro alcuni esemplari che potrebbero essere gli unici rimasti al mondo.
«Questo che vede», dice indicando la teca con il pomo d’ottone del suo bastone da passeggio, «è un libro sul Monte Bianco a opera di Sir Charles Fellows, archeologo e viaggiatore inglese».
Bisogna lottare amabilmente per strappare la confidenza che questa edizione datata 1827 e interamente illustrata a colori può essere acquistata per 25mila euro e che no, non ne esistono molte al mondo, venti, forse trenta copie. A poco a poco comunque il libraio si lascia andare e il commerciante cede il posto all’appassionato.
«L’illustrazione che ritrae la tragedia della spedizione di Whymper al rientro dal Cervino invece è di Gustave Doré, mentre quelle tavole sono state illustrate dal grande glaciologo Louis Agassiz». Sono nomi che in pianura dicono poco, ma che qui vengono pronunciati con una certa deferenza.«agassiz era un grande scienziato, che ha lavorato in Europa e in America», continua il libraio ormai completamente rapito dal piacere del racconto. «Oggi è considerato un uomo controverso in quanto sosteneva la “teoria delle razze umane”, ovviamente convinto della superiorità di quella bianca. Qualche anno fa una petizione ha chiesto al Cas, il Club alpino svizzero, di cambiare il nome della montagna a lui intitolata nelle Alpi Bernesi, il Piz Agassiz. Naturalmente il Cas ha rigettato la proposta e il nome di Agassiz rimane ben saldo sulle Alpi e nella storia della glaciologia».
Il gusto dell’aneddoto scorre palpabile nei frammenti delle chiacchiere, così com’è palpabile l’emozione che si diffonde da uno stand appena più in là, dove con uno sforzo economico non indifferente Antonio, esperto alpinista romano che nel 1990 ha scalato il Monte Bianco per la prima volta, sta portando a termine l’acquisto di un certificato d’ascensione del gigante delle Alpi datato 1873. Gli tremano le mani e anche un po’ la voce quando dice «qualcuno mi dica che non è una follia».
Ma non c’è tempo di rispondere perché, mentre l’antiquaria timbra per lui il certificato d’autenticità, Antonio la risposta se la dà da solo e guardando il documento sussurra: «No. Non è una follia, è solo un sogno che si realizza».