GQ (Italy)

L’ULTIMO ROUND A SESSANT’ANNI

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«In un certo senso, sul ring c’è posto per un solo pugile, se quel pugile è Muhammad Ali», scrisse Joyce Carol Oates. Eppure il 2 ottobre 1980 Larry Holmes non solo su quel ring c’era, ma è stato anche uno dei cinque avversari a poter dire di aver sconfitto Ali. Si contano sulle dita di una mano: Joe Frazier, Ken Norton, Leon Spinks, Trevor Berbick e lui. Dopo quell’incontro a Las Vegas, Larry pianse: Ali era vecchio, ostinato e non andava al tappeto.

Oggi Holmes ha 68 anni, è piuttosto in forma ed è stato lui a presentare sul ring della palestra BXR di Marylebone, a Londra, il Tag Heuer Carrera Muhammad Ali Special Edition Timepieces. È la riedizione di una collezione lanciata lo scorso anno, ispirata all’heuer Ring-master del 1957, orologio da polso pensato per misurare il tempo di sette sport diversi. Sulla cassa ci sono un’immagine di Muhammad Ali e la sua firma.

All’evento di Londra ne è stato messo all’asta un esemplare, insieme a una delle ultime coppie di guantoni firmate da Ali: i proventi vanno in beneficenz­a al Muhammad Ali Center di Louisville, Kentucky. D’altra parte, con Ali ogni cosa è cimelio. «Quando ero solo il suo sparring partner, un giorno mi fece un occhio nero», racconta Holmes. «Non ci ho messo il ghiaccio, non si mette il ghiaccio su un occhio nero che ti ha fatto Ali». _ (Ferdinando Cotugno)

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