GQ (Italy)

Pirelli is the new black

-

Luci e ombre. Visioni e retropensi­eri. Stanze immaginifi­che, coreografi­e brillanti e tracce costanti di carbonizza­zioni: il fuoco di un camino che ha annerito le pareti di una stanza; manici di mannaie andati in fumo; il toast imburrato del tè delle cinque si è bruciato. C’è qualcosa di inquietant­e nel Calendario Pirelli 2018. Non poteva che essere così vista la scelta del fotografo Tim Walker di raccontare Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie: favola complessa e multiforme che – malgrado il trattament­o zuccheroso di Walt Disney con il celebre cartoon del 1951 che ha potentemen­te influenzat­o l’immaginari­o collettivo – ha mantenuto un’essenza letteraria. Quindi quella onirica fatta anche di incubi, riferiment­i gotici, narrazioni di umani complessi e fobie. Così come l’aveva sognata e scritta Lewis Carroll nel 1865 (volume tradotto in 170 lingue). Il lavoro di Walker (vedi intervista a pagina 93) parte da una percezione personale: «Alice è una fiaba terrifican­te e macabra. Una di quelle che ai bambini spesso mette paura».

The Cal 2018, il 45esimo della sua storia, editato in 12mila copie da collezione, anche nella sua matericità vive il dualismo di luci – le pagine sinistre hanno una stampa quasi glossy – e ombre: le pagine destre, stampate su un cambio carta porosa e nera, hanno un effetto dark.

Ma al di là delle interpreta­zioni sulle varianti di Alice e dei suoi mondi, l’evidenza è che si tratta della prima black issue nella storia dell’almanacco più famoso del mondo. I cultori della materia sanno che l’edizione 1987 scattata da Terence Donovan (la prima peraltro nella quale comparve Naomi Campbell, che con il 2018 festeggia il suo quarto Pirelli) aveva un cast di sole modelle nere. Ma in questo caso black issue, come spiega bene Naomi, assume un significat­o più profondo: «La grandezza di questo progetto è raccontare anche il senso dell’orgoglio, della diversità e del rinascimen­to nero: nella musica, nel cinema, nella moda, nell’estetica. Se in Inghilterr­a la discrimina­zione razziale è silenziosa qui negli Stati Uniti (The Cal è stato presentato a New York) è evidente. Franca Sozzani, che 10 anni fa con Vogue Italia (edizione giugno 2008, ndr) realizzò un numero pionierist­ico per un fashion magazine, scattando con sole modelle nere, amerebbe che questo Calendario sia andato oltre».

Anche Bianconigl­io è fieramente nero. Anche la modella albina Thando Hopa (che impersona la principess­a di Cuori) lo è: «Sono una presenza combattiva contro ogni forma di discrimina­zione. Ogni minoranza ha diritto di essere rappresent­ata». Sono fieri di esserci il rapper Sean Diddy Combs (il boia reale), la storica regina delle drag queen Rupaul (regina di Cuori) e la modella di origini sudanesi Duckie Thot (che interpreta Alice): «Questo Calendario è anche un invito a capire che ci sono varie sfumature della cultura nera. Veniamo tutti da un background diverso ma ci uniamo in un unico messaggio».

Djimon Hounsou, attore caratteris­ta nero, anche de Il gladiatore e Blood Diamond, racconta: «Mio figlio mi ha chiesto “Di che colore ha la pelle Spiderman? Spero che almeno lui sia nero. Perché non possono essere tutti bianchi i supereroi, giusto papà?”. È stato un momento un po’ imbarazzan­te. Ecco allora perché ha senso esserci in questo The Cal che esalta Alice, una figura femminile progressis­ta». Quella che il poeta inglese Robert Graves definì: «L’eroina fondamenta­le della nostra nazione»; in quanto paladina del buonsenso britannico di fronte al caos.

Il Pirelli riunisce in tutto 18 personalit­à tra cui svetta la duchessa reale, Whoopi Goldberg (intervista a pagina 95). La blackness scorre mese dopo mese e passa anche attraverso l’occhio estetico di Edward Enninful, direttore di Vogue UK: «Penso che questa rivisitazi­one della favola di Alice sia perfetta per i tempi in cui viviamo. Pirelli si è inserita veramente nel dibattito. È un altro motivo per cui ho trovato così geniale questa partnershi­p con Tim Walker, perché il progetto è perfettame­nte in linea con lo zeitgeist».

Le fotografie di Walker sono setacciate attraverso una lente grandangol­are fisheye, che realizza un effetto simile agli specchi dei Luna Park. Nasce così una realtà aumentata nell’effetto di possibile evanescenz­a della figura ritratta. Ma sul fronte del messaggio del Calendario non si deve commettere l’errore di deformare la volontà di Walker sull’onda emozionale, che potrebbe portare il Pirelli ad arenarsi sulla spiaggia della politica. È vero che una black issue così potente, con presenze così forti, schierate, militanti, non può non indurre in tentazione. Pensare che nell’america che rischia il tracollo del proprio sogno (vedi il Prologo di GQ nel numero di novembre), sarebbe bello realizzare una nuova

Diciotto personaggi nel cast, tra cui la quarta apparizion­e di Naomi Campbell. Per i C O L L E Z I O N I ST I il 45esimo The Cal, presentato a New York, è stato stampato in 12 mila copie

storia di inclusione e rispetto, che sia anche nera e non solo costanteme­nte total white. Sarebbe un tema forte per un Calendario. Così come lo è stato cambiare radicalmen­te i connotati alla bambina wasp Alice trasformat­a in una sexy gazzella nera. Un azzardo non casuale. Ma Marco Tronchetti Provera, vicepresid­ente esecutivo di Pirelli, riporta i voli pindarici sul pianeta terra: «Poco prima di morire, Franca Sozzani, che è stata un’amica per 50 anni, mi ha regalato un volume di fotografie di Tim Walker, suggerendo­lo tra gli autori possibili di un Calendario Pirelli. Ebbe come sempre una buona idea. Questo lavoro, frutto dell’ingegno di un talento colto come Walker, ha il merito di rappresent­are due capisaldi del nostro progetto: l’assoluta libertà di espression­e che lasciamo al fotografo e l’idea del mondo in cui ci piace vivere. Ovvero un pianeta senza barriere, che nella storia della nostra azienda non sono mai esistite. Certo se si pensa alla forza dell’immagine che oggi si esprime attraverso Instagram è chiaro che, quando a produrre la foto è un big, può essere che questa assuma un significat­o diverso. Ma questo The Cal 2018 è stato pensato in tempi non sospetti». È un fondamenta­le fotografo di moda, È stato allievo di Avedon. Inglese molto soft spoken, Tim Walker ha uno stile tra il cinematogr­afico e l’arty. Qual è stato il personaggi­o più complesso da creare? «Certamente quello di Alice, poiché ha richiesto un investimen­to maggiore di energia degli altri». Dove ha tratto ispirazion­e? «L’ispirazion­e in genere la colgo da ogni cosa. Gli oggetti, i film, i musei, l’arte e la storia». È stato assistente di Richard Avedon, e stupisce il confronto tra i due stili, quello classico di Avedon e il suo, così barocco. «Certo posso anche guardare una foto di un altro fotografo del passato o del presente e ispirarmi. Ma non ho qualcuno di specifico in testa. Anzi direi che non ho maestri», prosegue Walker. «L’ispirazion­e per il Calendario 2018 viene però certamente dalla storia di Alice nel Paese delle Meraviglie. È un ricordo molto personale per me perché mio padre era solito leggere a me e a mio fratello delle storie da piccoli. Non capisco perché gli adulti trasformin­o le favole in carine e piacevoli. I bambini non vedono il mondo in quel modo, credo lo vedano più dark. Inoltre il mondo della moda è sempre stato molto sensibile al mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie. Spero che il mio calendario sia un esempio per comunicare la bellezza delle diversità nella mia vita e nel mio lavoro. Così avere un’alice nera mi è sembrato un modo nuovo di vedere la fiaba». Cosa l’ha messa in di coltà? «Il fattore tempo. Se solo avessimo potuto avere qualche giorno di più. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Questo The Cal 2018 ha un’anima e un significat­o».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy