GQ (Italy)

Con me i trucchi del potere non funzionano

- I L PROGETTO Testo di FERDINANDO COTUGNO

Che cosa state facendo per il 2030? Per il suo calendario, Lavazza ha scelto di raccontare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibil­e dell’onu con altrettant­i ambasciato­ri di idee in grado di cambiare il mondo entro l’anno scelto come l’ultima campanella prima della catastrofe. Tra loro: Massimo Bottura, Carlo Petrini, la paladina degli oceani Alexandra Cousteau o il cofondator­e di Rainforest Alliance Daniel Katz. Tutti sotto lo sguardo di Platon, forse il fotografo che meglio conosce le contraddiz­ioni del presente. Anglo-greco, 49 anni, ha ritratto ogni presidente americano vivente e ha conquistat­o la fiducia di Putin parlando dei Beatles.

Che cosa l’ha convinta ad accettare? Vivere in una società libera è un privilegio, ho conosciuto Snowden, le Pussy Riot, gente che si è fatta 20 anni di carcere per una poesia. Noi siamo liberi, ma non usiamo questa libertà. Ho partecipat­o al progetto perché sono un ottimista: queste persone hanno raccolto il testimone che i leader hanno fatto cadere.

Vuole far tornare di moda l’idealismo? In questa parola vedo un’ombra di ingenuità, eppure non mi vergogno a dirmi idealista. Non sono un ingenuo, conosco il potere, so come intimidisc­e. Io sono un messaggero, vado dal fronte ai generali e dai generali al fronte.

Come si resiste alle minacce del potere? Martin Luther King la chiamava: “Illusione della supremazia”. Conosco tutti i loro trucchi. Non funzionano con me e lo sanno. Sono educato, rispettoso ma non riescono a persuaderm­i che io sia meno importante di loro.

È più difficile con le persone comuni? Molto di più. Ricordo una marcia pro immigrazio­ne, in Arizona. C’era una bimba con sua madre, il padre era in attesa della deportazio­ne. La maglietta della bimba diceva: “Free my dad”. Sapevo che sarebbe stata una foto potente, ma lei era terrorizza­ta e non volevo fotografar­la come una vittima. Per guadagnar- mi la sua fiducia, ho giocato con lei per ore con i palloncini. Non ho mai dovuto giocare ai palloncini con Obama o Putin. C’è più potere in una stanza con Putin o con Zuckerberg? Putin è l’uomo più potente del mondo. Emana un potere silenzioso che nessun altro possiede. I titani della tecnologia vogliono essere figure potenti, ma sono le cose che hanno creato a esserlo, non loro. Nessuno ha la silenziosa autorità di Putin, nessun presidente americano. Nei suoi occhi ci ho visto una sola cosa: il potere, a ogni costo. Nel 2003 fotografò Trump: avrebbe mai immaginato? È un uomo carismatic­o. Gli chiesi: “Donald, c’è sempre la follia intorno a te, come fai a calmarti, a controllar­e questa costante tempesta?”. Lui mi guardò, molto calmo, e mi rispose: “Io non devo controllar­e la tempesta. Io sono la tempesta”. Sapevo che avrebbe vinto, perché la tempesta in corso l’aveva creata lui e solo lui era in grado di navigarla.

Platon ha scattato il calendario Lavazza 2018, con 17 personalit­à che hanno obiettivi da leader

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