La salute nella tuta
Dal progetto The Green Life della Rinascente di Roma e Milano alla Oxygen Eco-tower di Jakarta: il verde urbano è una tendenza. E un obbligo, in vista del futuro
Prima che diventasse un vessillo modaiolo sbandierato sotto la crasi anglofona dell’athleisure, la tuta era appannaggio esclusivo degli atleti. Per Erreà proprio le divise sportive hanno rappresentato il kick off: la prima sponsorizzazione per il Genoa Calcio porta la data del 1988, mentre l’ultima, targata 2017, è con la Nazionale di Volley.
In mezzo una storia trentennale che il marchio celebra con la riedizione Republic della sua prima Stripe 88, rivista nel fit e nei colori − ben 13 − con le immancabili bande a contrasto. Punto a favore la certificazione Oeko-tex: garantisce tessuti salutisti che non rilasciano sostanze cancerogene.
Lumberjack Premium Boat Shoe. Ovvero: la più classica interpretazione del modello da barca, 99,90 € Oltre alla versione Brunello della foto, il modello è disponibile nei tradizionali Cuoio e Blue Navy
Più della metà della popolazione mondiale vive in città, nonostante queste occupino solo il 3% della superficie terrestre. Nel 2050 quasi il 70% del mondo sarà urbanizzato, concentrando il 78% dei consumi di energia e il 60% delle emissioni di anidride carbonica.
Non è una profezia da catastrofisti: è l’ocse, il cartello dei Paesi industrializzati che per decenni ha cantato le lodi della crescita, a suonare l’allarme. E molte città stanno già dimostrando il loro impegno per un futuro più sostenibile attivando una vera e propria “forestazione urbana”. A Milano c’è stato prima il Bosco Verticale dell’architetto Stefano Boeri; poi a fare notizia (e polemica) sono state le palme piantate in piazza del Duomo da Starbucks – date per spacciate in pochi giorni eppure ancora oggi svettanti di fronte alla cattedrale. E, in ultimo, il progetto The Green Life della Rinascente, un’oasi di verde nel cuore della città con due incredibili installazioni d’autore che, tra marzo e aprile, hanno trasformato i flagship store di Milano e Roma in rigogliosi spazi naturali.
Gli interventi di urban green, è vero, sono di moda. Eppure non si tratta solo di ornamento architettonico, ma di un reale beneficio per l’ambiente e per chi lo abita. Secondo una ricerca dell’università di Southampton, gli alberi di Londra e circondario eliminano ogni anno fino a 2 mila tonnellate di polveri sottili. Nelle megalopoli con più di 10 milioni di abitanti la superficie boschiva è in media il 20%, passando dal 10% del Cairo al 35% di Mosca.
«È una tendenza, certo, ma soprattutto una reale necessità di chi vive nelle grandi città, un bisogno di ripristinare un rapporto vero con l’ambiente naturale; questo è ormai possibile solo attraverso soluzioni alternative», dice l’architetto Massimo Roj, amministratore delegato della società Progetto CMR, incontrato in occasione della presentazione del progetto Oxygen Eco-tower a La Rinascente di Milano. «Se nelle città gli spazi mancano, la foresta urbana deve inevitabilmente passare da orizzontale a verticale. Da qui è nato il Bosco Verticale, e da qui nasce anche l’idea della nostra torre».
Che a vederla sembra una struttura futuristica ma che, dopo anni di studi, è pronta per essere realizzata a Jakarta, in Indonesia. Si tratta di un alveare di 161 ville verticali disposte su 75 piani, ciascuna con giardino privato e piscina, per 277 metri di altezza circondati da 61.000 mq di parco. «È un nuovo concetto di sostenibilità», continua Roj, «che risponde al nostro desiderio di un abitare green e all’avanguardia». Il tutto arricchito dalla garanzia del Made in Italy in quanto sono tutte italiane le aziende coinvolte nel progetto: da Artemide a Bisazza, da Technogym & Starpool a Vanucci Piante che ha curato anche gli allestimenti “green” della Rinascente di Roma e Milano.
«Questa torre rappresenta un veicolo per la promozione del design sostenibile dove le tecnologie eco-friendly permettono una forte sinergia con l’ambiente usando fonti rinnovabili», conclude l’architetto che, con questo progetto, ha vinto il People’s Choice Award al Mipim 2015 di Cannes. Quindi: utilizzo di pannelli fotovoltaici per l’autoproduzione di energia elettrica; impianti geotermici per controllare riscaldamento e raffreddamento; eliminazione delle emissioni di CO2; sistema di ventilazione che filtrerà l’aria esterna. Il tutto circondato da giardini e piante.
Intanto, la Fao (Food and Agriculture Organization) sta organizzando per novembre un convegno internazionale. Titolo: World Forum on Urban Forests. Tema: forestazione urbana. Guarda caso.