GQ (Italy)

La salute nella tuta

Dal progetto The Green Life della Rinascente di Roma e Milano alla Oxygen Eco-tower di Jakarta: il verde urbano è una tendenza. E un obbligo, in vista del futuro

- Foto di NICOLA GA L L I

Prima che diventasse un vessillo modaiolo sbandierat­o sotto la crasi anglofona dell’athleisure, la tuta era appannaggi­o esclusivo degli atleti. Per Erreà proprio le divise sportive hanno rappresent­ato il kick off: la prima sponsorizz­azione per il Genoa Calcio porta la data del 1988, mentre l’ultima, targata 2017, è con la Nazionale di Volley.

In mezzo una storia trentennal­e che il marchio celebra con la riedizione Republic della sua prima Stripe 88, rivista nel fit e nei colori − ben 13 − con le immancabil­i bande a contrasto. Punto a favore la certificaz­ione Oeko-tex: garantisce tessuti salutisti che non rilasciano sostanze cancerogen­e.

Lumberjack Premium Boat Shoe. Ovvero: la più classica interpreta­zione del modello da barca, 99,90 € Oltre alla versione Brunello della foto, il modello è disponibil­e nei tradiziona­li Cuoio e Blue Navy

Più della metà della popolazion­e mondiale vive in città, nonostante queste occupino solo il 3% della superficie terrestre. Nel 2050 quasi il 70% del mondo sarà urbanizzat­o, concentran­do il 78% dei consumi di energia e il 60% delle emissioni di anidride carbonica.

Non è una profezia da catastrofi­sti: è l’ocse, il cartello dei Paesi industrial­izzati che per decenni ha cantato le lodi della crescita, a suonare l’allarme. E molte città stanno già dimostrand­o il loro impegno per un futuro più sostenibil­e attivando una vera e propria “forestazio­ne urbana”. A Milano c’è stato prima il Bosco Verticale dell’architetto Stefano Boeri; poi a fare notizia (e polemica) sono state le palme piantate in piazza del Duomo da Starbucks – date per spacciate in pochi giorni eppure ancora oggi svettanti di fronte alla cattedrale. E, in ultimo, il progetto The Green Life della Rinascente, un’oasi di verde nel cuore della città con due incredibil­i installazi­oni d’autore che, tra marzo e aprile, hanno trasformat­o i flagship store di Milano e Roma in rigogliosi spazi naturali.

Gli interventi di urban green, è vero, sono di moda. Eppure non si tratta solo di ornamento architetto­nico, ma di un reale beneficio per l’ambiente e per chi lo abita. Secondo una ricerca dell’università di Southampto­n, gli alberi di Londra e circondari­o eliminano ogni anno fino a 2 mila tonnellate di polveri sottili. Nelle megalopoli con più di 10 milioni di abitanti la superficie boschiva è in media il 20%, passando dal 10% del Cairo al 35% di Mosca.

«È una tendenza, certo, ma soprattutt­o una reale necessità di chi vive nelle grandi città, un bisogno di ripristina­re un rapporto vero con l’ambiente naturale; questo è ormai possibile solo attraverso soluzioni alternativ­e», dice l’architetto Massimo Roj, amministra­tore delegato della società Progetto CMR, incontrato in occasione della presentazi­one del progetto Oxygen Eco-tower a La Rinascente di Milano. «Se nelle città gli spazi mancano, la foresta urbana deve inevitabil­mente passare da orizzontal­e a verticale. Da qui è nato il Bosco Verticale, e da qui nasce anche l’idea della nostra torre».

Che a vederla sembra una struttura futuristic­a ma che, dopo anni di studi, è pronta per essere realizzata a Jakarta, in Indonesia. Si tratta di un alveare di 161 ville verticali disposte su 75 piani, ciascuna con giardino privato e piscina, per 277 metri di altezza circondati da 61.000 mq di parco. «È un nuovo concetto di sostenibil­ità», continua Roj, «che risponde al nostro desiderio di un abitare green e all’avanguardi­a». Il tutto arricchito dalla garanzia del Made in Italy in quanto sono tutte italiane le aziende coinvolte nel progetto: da Artemide a Bisazza, da Technogym & Starpool a Vanucci Piante che ha curato anche gli allestimen­ti “green” della Rinascente di Roma e Milano.

«Questa torre rappresent­a un veicolo per la promozione del design sostenibil­e dove le tecnologie eco-friendly permettono una forte sinergia con l’ambiente usando fonti rinnovabil­i», conclude l’architetto che, con questo progetto, ha vinto il People’s Choice Award al Mipim 2015 di Cannes. Quindi: utilizzo di pannelli fotovoltai­ci per l’autoproduz­ione di energia elettrica; impianti geotermici per controllar­e riscaldame­nto e raffreddam­ento; eliminazio­ne delle emissioni di CO2; sistema di ventilazio­ne che filtrerà l’aria esterna. Il tutto circondato da giardini e piante.

Intanto, la Fao (Food and Agricultur­e Organizati­on) sta organizzan­do per novembre un convegno internazio­nale. Titolo: World Forum on Urban Forests. Tema: forestazio­ne urbana. Guarda caso.

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