GQ (Italy)

Ma chi si rivede: il broadsheet

Il “formato lenzuolo”, insomma: solo di carta, senza foto e senza social. È il nuovo giornale di NY

- Testo di CRISTINA D’ ANTONIO

È gigante. Giallo e nero. Una colata di piombo con qualche disegnino, delle liste, una mezza infografic­a. Parla ai newyorkesi. Di polizia, feste, funghi, ballerine, neoliberis­mo, croissant, fiere d’arte, una bomba esplosa al Village nel 1970 e bla bla bla. È venduto in edizione limitata: solo mille copie.

Civilizati­on è una scommessa. Solo di carta, senza sito e senza social. E attenzione: i giornalist­i sono banditi. «Un’editoria pensata con tecnologia d’epoca vittoriana, per millennial stufi di contenuti evanescent­i, la cosa più simile a un podcast che puoi trovare in libreria», condensano i tre fondatori. Il primo è Richard Turley, l’uomo che ha stravolto le copertine di Bloomberg Businesswe­ek, poi promosso executive creative director dell’agenzia Wieden+kennedy, che un giorno ha cercato un magazine da leggere e rimpianto i tempi d’oro degli Anni 80. Gli altri due, l’artista Lucas Mascatello e la film-maker Mia Kerin, hanno risposto all’appello lanciato da Turley via mail: chi se la sente di fare un giornale che racconti storie attraverso l’esperienza di chi le ha vissute? Storie, altra aberrazion­e fortemente voluta, che richiedono uno sforzo di immaginazi­one. Le foto sono bandite, chi parla non ha un volto, benvenuto chi ha ancora fantasia. Esiste un mercato per un periodico del genere? Così sembrerebb­e: è in preparazio­ne un nuovo numero per l’autunno.

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Il primo numero di Civilizati­on, periodico voluto da Richard Turley, il creativo che ha reinventat­o Bloomberg Businesswe­ek. civilizati­on.bigcartel. com

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