Sua santità al cinema
Nei film, il Papa è stato quasi sempre trattato al passato, come un re cattivo. Jeremy Irons nel serial I Borgia (2011-2013), per dire: temibile e bastardo. Solo casi rari come quello di Raf Vallone che fa accordi con la mafia nel Padrino - Parte III ( di Francis Ford Coppola, 1990), o del camerlengo Ewan Mcgregor capace di tutto per diventare Papa in Angeli e demoni ( Ron Howard, 2009), si sono avventurati nel presente. Una tendenza che, ovviamente, non ha niente a che vedere col cinema italiano, da sempre ben più timorato. Basti pensare che In nome del popolo sovrano ( Luigi Magni, 1990) fu accusato solo perché aveva un Pio IX austero. E ancora prima, nel 1981, Nel Marchese del Grillo di Mario Monicelli, Paolo Stoppa faceva Pio VII con toni bonari ( era stato un ben più temibile Alessandro III, ma in una produzione anglosassone, Becket e il suo re, del ’ 64). A cambiare tutto in realtà è stata l’elezione di Giovanni Paolo II, nel 1978: i suoi modi pop e anticonformisti l’hanno reso un’icona che si prestava anche alla presa in giro, facendo la fortuna di Eugene Greytak, il Wojtyla di Hollywood: agente immobiliare in pensione, grazie alla somiglianza impressionante col Papa, tra il 1988 e il 1999 lo interpretò in serie tv come Alf o Ally Mcbeal, in Sister Act! ( 1992) e in film demenziali tra cui Riposseduta, Hot Shots! e Una pallottola spuntata 33 1/3. Tutta materia bassa, scanzonata. Con l’arrivo di Bergoglio, invece, è stato finalmente possibile creare una mitologia personale del Papa. Nanni Moretti aveva iniziato a immaginarla addirittura due anni prima del suo arrivo, con Habemus Papam, finché l’elezione di Francesco I nel marzo del 2013 ha svegliato il cinema d’autore: Sorrentino e il papa anticonformista di The Young Pope, Daniele Luchetti con Bergoglio stesso e la sua vita in Chiamatemi Francesco e ora, appunto, Wim Wenders che l’ha ripreso come fosse un attore. Del resto, Jorge Bergoglio è il primo Papa della storia ad aver rubato il lavoro agli agenti immobiliari in pensione interpretando se stesso anche in un film di finzione ( Beyond the Sun, di Graciela Rodriguez Gilio e Charlie Mainardi, 2017). _ (Gabriele Niola)