TRENT’ANNI IN PRIMA CLASSE
La BMW M4 Cabrio è un insieme di grinta e docilità. Nella categoria nicchia che ammalia
Rispetto alla M4 Coupé, la scheda tecnica comprende un paio di dati in più che non passano inosservati. Quei 20 secondi e i 18 km/h non devono preoccupare, BMW non ha messo in atto alcuna operazione di downsizing e sono numeri “da calendario” che non si riferiscono a nessuna prestazione, sono semplicemente il tempo necessario per passare dalla confi- gurazione chiusa a quella per viaggiare con il vento tra i capelli, e la velocità massima alla quale si può effettuare questa operazione.
Quella M è una garanzia di sportività, che è concessa solo alle versioni della gamma che se la meritano sul campo come una medaglia. Così gli amanti delle cifre possono stare tranquilli: la M4 Cabrio raggiunge i 250 km orari (potrebbe andare oltre, fino a 280, ma si è scelto di limitarla) e passa da 0 a 100 in 4,4 secondi, meno di un quarto del tempo richiesto per abbassare il tetto. Sono dati da supercar, che però BMW coniuga con eleganza e comfort, per dare vita a un modello esclusivo, dal design affascinante e capace di regalare una guida a misura di pista.
Come tutte le M, anche questa parte dalla base di un’auto di serie, nello specifico la serie 4 decappottabile, con l’aggiunta di alcuni elementi estetici che vanno dai passaruota bombati al cofano muscoloso che la rendono inconfondibile. Passando per le esclusive branchie nei parafanghi e i quattro grandi terminali di scarico a sezione tonda che hanno un ruolo fondamentale nell’estetica del suono, caratteristica di questa vettura. Sono dettagli stilisticamente equilibrati che non rappresentano una forzatura, ma la naturale conseguenza di un equipaggiamento da supercar. Così il frontale appare più maschio per contenere l’ingombrante ed esuberante motore, un sei cilindri 3.000 che con la tecnologia M Twin Power Turbo arriva a scaricare sull’asfalto 431 cavalli, più di quanti ne avessero le Formula 1 degli Anni 60 e 70.
La M4 piace, ammalia, ma non è solo forme, è un concentrato di soluzioni tecniche di alto livello, indispensabili per cercare di contenere il peso di un’auto che nel passaggio da coupé a convertibile è aumentata di 250 kg, distribuiti tra meccanismi per l’apertura e rinforzi per garantire la rigidità che serve anche quando si viaggia senza tetto. Così molte parti sono realizzate in
alluminio, altre in CFRP, sigla dietro la quale si nasconde un materiale leggero quanto resistente, rinforzato con fibra di carbonio.
Non è semplice classificare questa BMW, non solo perché si tratta di un modello di nicchia, ma anche e soprattutto perché ha una doppia personalità molto marcata. Le prestazioni adrenaliniche e i particolari sportivi tipici della famiglia M, dalle cuciture in contrasto alle cromature che mettono in risalto le parti che non è possibile passino inosservate, convivono con la tipica accoglienza made in Germany. Così all’interno non c’è nulla di estremo, di kitsch, ma un tocco di eleganza che raggiunge i livelli più alti nel rivestimento dei sedili. Questi hanno la stessa forma avvolgente di quelli che si usano in pista, ma sono rivestiti con la morbida pelle di qualità delle ammiraglie del viaggio di BMW.
Far convivere due anime tanto distanti tra loro non è semplice, ma la M4 può contare su una formula magica, messa a punto in 30 anni di esperienza: quella maturata da quando fu presentata la prima M3 Cabrio. Nell’estate del 1988 la strada era molto più in salita di quanto lo sia oggi e i risultati sono evidenti: allora sembrava impossibile riuscire a ottenere una cabrio da una sportiva, che a sua volta derivava da una berlina di grande serie. Nel 2018 i pregiudizi sono quasi del tutto superati e per cancellare ogni dubbio residuo c’è solo un metodo: mettersi al volante.
Con il tetto in posizione la guida non cambia molto rispetto alla Coupé, ma l’aspetto più sorprendente è che il comportamento rimane pressoché identico anche in configurazione aperta. Ma con un effetto che non è semplice descrivere, perché senza un abitacolo chiuso, con l’aria e il sound del motore che entrano da ogni parte, la guida è ancora più gratificante. I sei cilindri, il cambio, lo sterzo e le sospensioni lavorano in armonia, con la possibilità di scegliere il setup più indicato in base alle condizioni della strada, delle capacità di guida, o più semplicemente di come ci si sente di guidare in un determinato momento. Da oltre 400 cavalli è logico aspettarsi risposte cariche di grinta, tuttavia se al semaforo si preme a fondo sull’acceleratore la M4 riesce comunque a sorprendere ogni volta che si accende il verde. Senza mai perdere di vista il carattere libero e docile che una convertibile deve offrire, per godersi il lungomare a passo di parata al tramonto, lo stesso che consente (con un pizzico di azzardo) di andare in montagna a sciare in pieno inverno con il tetto rigorosamente abbassato.
Ecco allora che quando arriva il momento di riorganizzare la mobilità di casa, al posto della prima, della seconda e dell’eventuale terza auto si può azzardare e puntare tutto su una M4 Cabrio. Non sarà il massimo per fare il pieno di acqua minerale al centro commerciale, ma ha stile e comfort da vendere. Senza dimenticare che si può sempre contare sulla potenza che serve per ogni situazione.